Monte del Paschi superstar a Milano, dove fa il pieno di acquisti (+12,8%), in una giornata complessivamente orientata al bel tempo su tutti i mercati mondiali. Piazza Affari è prima in Europa, con il Ftse Mib a +2,02. L’onda verde però contagia tutti e si rafforza dopo l’apertura di Wall Street. I listini continentali chiudono sopra l’1%: Ftse Athens +1,14%, Ibex 35 +1,4%, Dax 30 +1,22%, Cac 40 +1,32%. Fa eccezione il Ftse 100 che a fine giornata segna +0,76%. A New York predomina l’ottimismo sulla scia di una serie di trimestrali migliori delle previsioni: Nasdaq 100 +1,28; Djia +0,59.
Mps vive una giornata di riscatto, mentre il cda discute l’aggiornamento del piano industriale e valuta la proposta dall’ex ceo di Intesa, Corrado Passera. Il progetto di Passera, per il rafforzamento patrimoniale della Banca, secondo Radiocor, dovrebbe essere stato presentato nel pomeriggio in Consob dal banchiere.
E tutto il comparto bancario sembra prendere fiducia e risulta brillante, anche a seguito del via libera all’aggregazione di Banco Popolare (+2,57%) e Banca Popolare di Milano (+2,48%) che recuperano terreno rispetto a ieri. In particolare riflettori restano accesi su Banca Popolare dell’Emilia-Romagna (+5,12%) e, fuori dal listino principale, sul Credito Valtellinese.
Gli energetici beneficiano dal rialzo del prezzo del petrolio: Eni +1,8%, Tenaris +1,45%. In controtendenza rispetto all’andamento del listino: Salvatore Ferragamo -2%, Poste Italiane -1,4%, Fca -0,6%, Brembo -0,57%, Ferrari -0,4%). Per Ferragamo prevale la prudenza in attesa della prossima trimestrale e della prima conference call del nuovo amministratore delegato Eraldo Poletto, in calendario per il 14 novembre.
Poste vive una giornata debole e amplia i ribassi nel finale, in scia alle notizie di stampa sulla gara per Pioneer, dove partecipa in cordata con Anima e Cdp. Secondo fonti giornalistiche Poste, per sostenere l’offerta, sta studiando un finanziamento da 2,5-3 miliardi con un pool di banche, a cui si aggiungerebbero nuovi mezzi per 500 milioni di un ulteriore finanziamento concordato da Anima e 300 milioni di mezzi propri messi sul tavolo da Cdp.
Le borse asiatiche stamattina hanno chiuso in rialzo: bene Shangai, Shenzhen e Hong Kong. A poche ore dall’apertura, come dicevamo, Wall Street è effervescente, grazie ai risultati delle trimestrali superiori alle attese. I rialzi coinvolgono tutti gli 11 settori dell’S&P 500. Spicca il +1% del comparto salute dove il gruppo di assicurazioni sanitarie UnitedHealth avanza del 6% circa dopo aver previsto anche per il 2017 una forte crescita del business.
Vola Netflix con un balzo di oltre il 18% grazie al forte incremento di abbonati raggiunto nel terzo trimestre. Goldman Sachs sale dell’1,5% dopo aver battuto le attese del mercato con i suoi risultati trimestrali, confermando il trend già emerso con i conti degli altri concorrenti.
Conti in grande crescita anche per Johnson & Johnson, colosso dei prodotti per la cura del corpo, con 4,27 miliardi di dollari di utili e volumi in salita del 4,2%, a 17,8 miliardi. Qualcosa non romba come dovrebbe invece nei motori di Harley-Davidson. L’utile delle mitiche motociclette scende del 18% a 114,1 milioni di dollari, in linea con le stime con una domanda in calo nel settore.
Anche in Europa vengono resi noti alcuni conti di società famose. Il Manchester City rivela che l’esercizio 2015-2016 ha portato ricavi record nelle casse della proprietà, cioè dello sceicco di Abu Dhabi, Mansur bin Zayd Al Nahyan, 391,8 milioni di sterline, +11% rispetto al 2014-2015, ottavo miglioramento consecutivo.
Ryanair invece, regina delle compagnie low-cost, fa sapere da Dublino di essere costretta a tagliare del 5% le previsioni di utile dell’esercizio in corso e che le tariffe medie potrebbero scendere più bruscamente quest’inverno, a causa della flessione della sterlina. Oggi però la divisa britannica recupera un po’ di terreno sul dollaro e viene cambiata sopra 1,22 dollari. Poco mosso il cambio della moneta verde con l’euro.
Il petrolio risulta in rialzo in apertura a New York, dove le quotazioni salgono dello 0,98% a 50,43 dollari al barile, anche se le incognite sul futuro restano molte. L’oro è in salita nella mattinata statunitense, dopo i dati sull’inflazione Usa, +0,3% a settembre, aumento maggiore degli ultimi cinque mesi. Un’accelerazione che va incontro all’obiettivo della Fed, ma che probabilmente non cambia il percorso per un aumento dei tassi.