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La Borsa confida in un governo anti-Grillo e nella soluzione Mps

E chi l’avrebbe immaginato un rally del genere in Piazza Affari a tre giorni dal naufragio di Matteo Renzi? In attesa, per giunta, di buone nuove su Monte Paschi? Forse solo alcuni analisti tecnici, impressionati dalla violenza del ribasso. E Raffaele Ierusalmi, numero uno di Borsa Italiana, che alla vigilia del voto aveva rilevato che”ci sono posizioni short sull’Italia colossali in Usa e in Paesi dove ci sono grandi investitori”. Di certo non l’autorevole Financial Times che aveva previsto, in caso di vittoria del no, il fallimento di otto banche almeno. Al contrario, sotto la spinta delle ricoperture della speculazione arricchita dai ribassi, ieri si è assistito ad una marcia trionfale delle banche in Piazza Affari: +9%, che ha reso possibile un balzo del listino milanese del 4%.

Le spiegazioni? “A guardare il potente rialzo di Piazza Affari di ieri – è il parere di Intermonte – si arriva alla conclusione che gli investitori non erano schierati per il Sì, ma per la conclusione di una lunga fase di incertezza in cui in Italia tutto si era fermato in attesa del referendum”.

“Dopo l’annuncio delle dimissioni di Matteo Renzi, nelle sale operative sembra prevalere l’opinione di un esecutivo ad interim, con il compito di riformare la legge elettorale per disinnescare il rischio di una vittoria dell’incognita Movimento Stelle”, rileva l’agenzia Reuters. L’ipotesi ha trovato conferma nelle parole del presidente Sergio Mattarella. Ancor più importante, la conferma che la soluzione della crisi di Monte Paschi, quasi certamente a carico dello Stato, non comporterà nuovi salassi per i conti delle altre banche.

In ogni caso la reazione di Piazza Affari conferma l’andamento “pazzo” del 2016, l’anno della Brexit e del trionfo di Donald Trump.

DOW JONES AL NUOVO RECORD, FRENA L’AUSTRALIA

Meteo Borsa, dopo lo storico balzo di Piazza Affari (+4,2%) prevede venti favorevoli in arrivo domani da Francoforte, in occasione del meeting della Bce. Il rimbalzo italiano ha prodotto stamane i suoi effetti anche sui titoli asiatici: l’indice Nikkei di Tokyo sale dello 0,7%, Hong Kong +0,6%, Shanghai +0,4%, Seul +0,1% e Mumbai +0,1%.

Sidney +0,9% nonostante un’inattesa battuta d‘arresto del Pil, sceso dello 0,5% nel terzo trimestre. Si è così interrotta la crescita dopo 5 anni e mezzo i dati con il segno più. Sempre toniche le Borse Usa. L’indice Dow Jones (+0,18%) segna l’ennesimo record a 19.251,3 punti. In terreno positivo anche l’S&P 500 (+0,34%) e il Nasdaq (+0,45%).

SOFTBANK OFFRE A TRUMP 50 MILIARDI DI INVESTIMENTI

Continua l’attivismo di Donald Trump: ieri il presidente designato ha bocciato con un tweet l’ordine per il rinnovo della flotta degli aerei della Casa Bianca: il nuovo Boeing 747 “costa troppo, cancellatelo!”. Il titolo Boeing, dopo una sbandata iniziale, ha chiuso con un lieve guadagno.

Il presidente si è anche incontrato alla Trump Tower con Masayoshi Son, il tycoon giapponese di Softbank (+5,1% a Tokyo) che ha appena varato, grazie a capitali sauditi, un fondo per investimenti nella tecnologia di 100 miliardi di dollari. Masayoshi ha promesso che metà di questa cifra, cioè 50 miliardi di dollari, verrà destinata agli Usa. In cambio Trump si è impegnato a favore dell’acquisto di T Mobil da parte di Sprint, la società americana del magnate, deal già bloccato dall’authority.

Il rialzo si estende così ai titoli tlc: At&t + 1,86%, Verizon +1,23% nel giorno dell’annuncio della cessione di un portafoglio di 24 siti per la gestione e lo stoccaggio dei dati. Prezzo pagato dall’acquirente, il fondo immobiliare Equinix: 3,6 miliardi di dollari.

Continua la marcia dei titoli finanziari, in ascesa del 15% dal giorno dell’elezione di Trump: Wells Fargo sale del 2,2%, nuovi massimi per Goldman Sachs e Bank of America. Positivi i dati macro di giornata. Gli ordini di beni durevoli sono saliti in ottobre del 4,6%, dal +4,8% di settembre e contro il +3,4% atteso dal consensus. Gli ordini di fabbrica hanno registrato un incremento del 2,7%, appena sopra le stime. Prima dell’avvio delle negoziazioni era stato pubblicato il dato sulla bilancia commerciale: il deficit commerciale si è allargato a -42,6 miliardi di dollari.

PRIMO RIBASSO DEL PETROLIO DOPO L’ACCORDO OPEC

In calo per la prima volta in una settimana il prezzo del petrolio: Brent a 536 dollari il barile, Wti poco sopra i 50 dollari. Sia i paesi Opec che non Opec, in vista dell’accordo di Vienna, a novembre hanno pompato al massimo, raggiungendo livelli mai visti negli ultimi trent’anni. Con simili livelli di produzione, aumenta il rischio di ingolfare i mercati. A Piazza Affari i petroliferi, incuranti della discesa del greggio hanno chiuso in salita: Eni +1,9%, Saipem +3,7%.

MILANO (+4,1%) CANCELLA ANCHE LA BREXIT

I riflettori dei mercati sono concentrati sul meeting di domani della Banca Centrale Europea. Milano ha bruciato tutti i primati. A nemmeno due giorni dall’esito referendario, il Ftse Mib ha chiuso a quota 17.758 punti, in rialzo del 4,15%, distanziando nettamente gli altri listini del Vecchio Continente. I volumi nel finale hanno superato 3,4 miliardi di euro. Il principale indice di Piazza Affari si porta sui massimi dal 24 giugno, riducendo la perdita 2016 al 17%, comunque sia la peggiore d’Europa.

Solo Madrid (+2,71%) ha provato a tenere il passo. Sono rimaste più lontane Parigi (+1,35%9, Francoforte (+0,89%) e Londra (+0,44%). In Europa i settori migliori sono stati le Banche (Stoxx di settore +4,3%) e le Utility (+2,7%).

LO SPREAD SCENDE A 158 PUNTI, ALL’ASTA 4,75 MILIARDI DI BOT

In forte contrazione anche lo spread, che è sceso sotto i 160 punti base, chiudendo a quota 158,315. Il rendimento de decennale è sceso sotto il 2%. Nell’asta di lunedì 12 dicembre il ministero dell’Economia metterà a disposizione degli investitori 4,75 miliardi di Bot a 12 mesi a fronte dei 5,5 miliardi in scadenza.

UNICREDIT SPAZIALE (+12%) GUIDA LA RISCOSSA

Difficile rintracciare nel passato una giornata così esaltante per le banche italiane: dopo la tremenda pressione al ribasso che ha distinto finora il 2016, è scattata l’ora delle ricoperture (e, per gli speculatori, dell’incasso dei profitti). In testa alla corsa figura Unicredit (+12%). Si stringono i tempi per la cessione di Pioneer ad Amundi (Crédit Agricole) da chiudere prima della presentazione dell’aggiornamento del piano industriale e dell’annuncio dell’aumento di capitale previsto per il giorno 13. La liquidità (325 milioni di euro) compresa nell’offerta di Amundi, sembra destinata a confluire in un dividendo straordinario staccato a favore di Unicredit.

Rimbalzano anche gli altri titoli bancari: Intesa +8%, Ubi +9%, Banco Popolare +9%, Mediobanca +9,9%. Le banche salgono anche a Parigi con Société Générale +6,5% e BnpParibas +5,6%. Deutsche Bank avanza del 7,9%. Brillante il risparmio gestito. Anima Holding +2,6%: sfumata l’operazione Pioneer, secondo Mediobanca Securities, “torna ad essere un’opzione molto probabile una fusione con Aletti Gestielle”. Banca Mediolanum +4,8%, Fineco +4,5%, Poste Italiane +3,5%.

GENERALI +5,1%: PER AKROS È L’ASSICURAZION MIGLIORE

Non meno effervescente Generali (+5,16%) Banca Akros ha migliorato la raccomandazione sul titolo da accumulate a buy, con il prezzo obiettivo passato da 13,4 a 14,4 euro. Gli analisti hanno migliorato le loro stime e definito “convincenti” le linee guida strategiche presentate il 23 novembre dal gruppo, ritenendo che l’azione sia “interessante ai prezzi attuali di Borsa, che scontano pienamente l’incertezza politica in Italia e il rischio di overhang in caso Mediobanca decida di ridurre la sua quota”. Inoltre, “rispetto ai competitori il titolo del Leone è sia l’assicuratore con le valutazioni più basse sia il player con il maggior rendimento del dividendo” .

MONTE PASCHI: IL TESORO VERSO L’ACQUISTO DEI BOND

Anche Monte Paschi ha chiuso in terreno positivo in attesa che scatti il piano B, reso necessario dalla probabile rinuncia del Qatar a sottoscrivere l’aumento di capitale della Banca. “Le autorità (italiane) sono preparate e pronte a muoversi se necessario” ha assicurato il vice presidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis.

Nel corso della giornata ha preso consistenza l’intervento diretto dello Stato anche perché la Banca Centrale europea non sembra voler concedere altro tempo alla Banca senese oltre il termine di fine anno. Prende corpo l’acquisto da parte del Tesoro di obbligazioni subordinate Mps per due miliardi oggi nelle mani dei piccoli investitori privati. Il ministero dell’Economia potrebbe convertire quei bond in azioni e prendere così il controllo della banca nella speranza che il suo intervento possa convincere altri investitori privati italiani ed internazionali.

I GIUDICI TEDESCHI SPINGONO LE UTILITY

In grande ripresa anche le utility. Il rialzo è stato innescato dalla decisione della Corte costituzionale tedesca, che ha riconosciuto il diritto al risarcimento a favore delle società che possedevano impianti nucleari, chiusi per la decisione del governo di Berlino di abbandonare una tecnologia troppo rischiosa. EOn guadagna il 4,9%, Rwe +1,4%.

A Milano Enel è avanzata del 4,9%, A2A +6,4%, Snam 4,5%, Atlantia +4,1%. In terreno positivo anche Telecom Italia +2,57%: JP Morgan ha rivisto al rialzo il prezzo obiettivo sulla tlc da 0,85 a 0,90 euro, confermando la raccomandazione neutral.

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AVANZA L’INDUSTRIA, IN EVIDENZA MOLMED

Conferma del rialzo degli industriali: Fiat Chrysler+2,4%, Leonardo +2,1%, Buzzi +3,3%. Positivo il lusso: Moncler +4,2% e Tod’s +2,6%. Tra i titoli a minore capitalizzazione vola Tiscali (+14,2%) dopo l’accordo strategico con Fastweb.

Vola anche Molmed (+7,28%): la società biotech ha presentato al convegno annuale della American Society of Hematology i dati provenienti dagli studi preclinici condotti sul progetto di immune-gene therapy CAR-CD44v6, che risultano molto positivi.

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