Il calo del petrolio tiene in scacco le borse: i listini europei chiudono contrastati e Wall Street, dopo la pausa del 4 luglio, apre positiva, poi il cammino si fa più incerto. Il Nasdaq, per ora, mantiene una buona intonazione, mentre Dow 30 e S&P 500 vanno a corrente alternata.
Piazza Affari si ferma a 20.939 punti, -0,44%, con molti pesi massimi in discesa (fra gli altri Eni -1,42%) e le banche deboli (Bper -2,41%), dopo il rally delle scorse sedute. Poco mosse le altre piazze continentali: Londra +0,14%; Francoforte +0,13%; Parigi +0,1%; Madrid -0,41%.
Il petrolio, dopo la scia positiva, perde decisamente quota, Brent -3,04%, 48,1 dollari al barile, in parte per prese di beneficio, ma fonti di Bloomberg riferiscono anche che la Russia si opporrà a ogni proposta di ulteriori tagli alla produzione nella riunione ministeriale dell’Opec, questo mese. Il dato sulle scorte settimanali Usa uscirà invece domani.
A New York tornano gli acquisti sui tecnologici, assai volatili nell’ultimo periodo, ma risultano sotto pressione i titoli energetici, come Exxon e Chevron. C’è attesa inoltre per la pubblicazione, questa sera alle 20 ora italiana, delle minute della riunione della Fed del 14 giugno, nella speranza di trarre indicazioni sulle probabilità di nuovi aumenti dei tassi d’interesse nel corso dell’anno. Intanto il Fondo Monetario rende noto un commento sull’economia globale, in vista del summit del G20, il 7 e l’8 luglio, ad Amburgo. “Le condizioni dei mercati finanziari degli emergenti sostengono la crescita – osserva l’FMI – anche se la politica monetaria americana si sta progressivamente inasprendo”.
Per quanto riguarda l’Eurozona i dati macroeconomici pubblicati di recente “mostrano un outlook leggermente migliorato, sostenuto da una più solida domanda interna e dal continuo apporto dello stimolo monetario”. Tuttavia “ci sono ancora sostanziali rallentamenti in Italia e Francia”.
L’euro cede lo 0,04% sul dollaro, 1,134. Al di là del cambio di giornata, secondo la Bce, la moneta unica perde terreno contro il biglietto verde. Escludendo infatti le riserve ufficiali, l’uso dell’euro è calato sulla base di quasi tutti gli altri indicatori esaminati dalla banca centrale: nei prestiti internazionali, negli scambi sui mercati valutari e nei pagamenti internazionali. La moneta unica è al secondo posto, ma lontanissima dalla valuta americana.
Seduta di volumi scarsi per i bond, con vendite più consistenti nel finale sui Btp: lo spread fra decennale italiano e tedesco risale infatti a 166.60 (+1,77), 2,14%.
In Piazza Affari il titolo leader oggi è Ynap, +4,49%, galvanizzato dalla raccomandazione “buy” di Jefferies, che si esprime allo stesso modo su Moncler +1,12%. In ripresa Stm, +2,72%.
Brilla Leonardo +1,91%, dopo il report positivo di Jp Morgan sul settore aerospazio e difesa. Va bene Prysmian, +1,81%; secondo Banca Akros il produttore di cavi, che si è già aggiudicato in passato un contratto per la sezione pubblica dell’Interconnector Italia/Francia “potrebbe ricevere un contratto simile per la sezione privata”, una notizia “potenzialmente positiva e non incorporata nei prezzi”.
Fra i finanziari svetta Finecobank +1,17%. Le banche risultano tendenzialmente negative nel giorno della presentazione del piano di salvataggio di Monte dei Paschi: banco Bpm -2,35%; Unicredit -1,51%.
Leggero calo per Atlantia, -0,12%, mentre la stampa iberica scrive che il fondo JP Morgan Infrastructures, in cordata con Globalvia, starebbe studiando la possibilità di lanciare un’offerta concorrente su Abertis. Ancora in calo le utility: Enel -1,14%.
Tocca il fondo del listino Saipem -2,72%. Fiat -1,53%, perde velocità dopo lo sprint di lunedì.
Fuori dal club delle blue chip, resta sugli scudi Banca Carige, +5,5%; sul fronte opposto Creval -3,76% e Credem -3,75%. Tonica Fincantieri +3,91%. Gli acquisti premiano Rcs, +1,73%, dopo l’accordo con Intesa per il rifinanziamento totale del debito bancario del gruppo editoriale per complessivi 332 milioni di euro con scadenza al 31 dicembre 2022.