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La Borsa brilla con Telecom, Saipem e A2a

Giornata positiva sulle piazze europee spinte anche dalla ripresa dei prezzi del petrolio che supera i 35 dollari. Milano è la migliore e lo spread scende sotto i 130 punti. Bene le banche dopo le perdite della scorsa settimana – Positive le Borse asiatiche, riflettori sul Consiglio europeo del pomeriggio – Ocse raffredda gli entusiasmi

Positive a fine mattinata le Borse europee, in scia a Wall Street che ieri, per la prima volta nel 2016, ha chiuso la terza seduta consecutiva in rialzo. A dare spinta ai mercati, dopo un avvio complicato, è il consolidamento del rialzo del petrolio: oggi il Brent supera i 35 dollari al barile e il Wti arriva a 33,64, entrambi con aumento di circa il 2%. Il Ftse Mib guadagna oltre l’1% sui 17.600 punti, bene anche Parigi e Francoforte con rialzi rispettivamente dello 0,65% e dell’1% intorno alle 12, sulla parità Londra. Chiusura in rialzo anche per la Borsa di Tokyo: l’indice Nikkei dei titoli guida ha terminato la seduta in rialzo del 2,28%, guadagnando 360,44 punti e raggiungendo 16.196,80 punti.

A Piazza Affari tra le migliori performance da segnalare Saipem in scia al petrolio e al fatto che oggi Banca Akros ha alzato il rating a neutral da reduce, e il recupero di Telecom Italia, che aveva perso fino all’8% nel giorno dei conti e del nuovo piano. Intorno a mezzogiorno le azioni del gruppo di tlc guadagnano oltre il 5% avvicinando quota 0,9 euro per azione, spinte in particolare dal giudizio positivo di Bank of America Merrill Lynch, che consiglia l’acquisto con target price a 1,30 euro. “La guidance di Telecom basata su stime nuove e più conservative è credibile”, dicono gli analisti statunitensi.

In evidenza anche A2a: l’utility lombarda, che scambia in rialzo del 4,8% grazie alla promozione decisa da Goldman Sachs. Gli analisti della banca d’affari hanno portato il giudizio sul titolo a buy da un precedente neutral pur limando il target price a 1,25 euro da 1,36 euro. Le azioni attualmente stanno passando di mano sopra il valore di 1 euro per azione.

Bene le banche: la migliore è Bper che guadagna più del 4%, ma sono tutte in territorio positivo dopo le perdite della settimana scorsa. Poco dopo mezzogiorno nel paniere principale soffrono solo quattro titoli: Cnh Industrial -1,18%, Anima -0,48%, Tenaris e Campari intorno al -0,2%. Spread Btp-Bund in calo sotto i 130 punti base, cambio euro-dollaro stabile intorno a 1,112.

Sul fronte macro arrivano dati contrastanti: secondo l’Istat prosegue la crescita economica ma è meno intensa. L’indicatore anticipatore dell’economia rimane positivo a novembre, ma con un’intensità più contenuta rispetto ai mesi precedenti. E soprattutto rimane una differenza tra le prospettive per le famiglie e per le imprese: mentre per le prime ci si attende il proseguire della crescita del reddito disponibile, per le imprese non si segnala ancora un generalizzato aumento dei ritmi produttivi. Per quanto riguarda i consumi delle famiglie la tendenza positiva è confermata dai dati di Confcommercio: +1,6% nel 2015, prima crescita dal 2007.

Frena però gli entusiasmi l’Ocse: “La lentezza della ripresa della zona euro è un forte freno alla crescita globale e lascia l’Europa vulnerabile agli shock globali”. Questo il monito dell’Organizzazione nel rapporto intermedio tra i due Outlook semestrali, in cui rivede al ribasso le stime di Pil della zona euro a +1,4% per il 2016 (0,4 punti in meno rispetto alle stime dello scorso novembre) e a +1,7% nel 2017 (-0,2 punti). “L’Europa deve accelerare sulle azioni comuni”, ritrovare se stessa e “parlare con una voce sola”, sottolinea il rapporto, evidenziando la lentezza delle riforme soprattutto sul fronte del mercato unico.

A proposito di Europa, oggi è il grande giorno di Brexit e della questione migranti: saranno questi i due temi principali al tavolo del Consiglio europeo, che inizia alle 16 e si concluderà con un’altra riunione domattina. Il premier italiano Matteo Renzi ha promesso battaglia anche sulle banche: “Noi porremo il veto su qualsiasi tentativo di tetto alla presenza di titoli di Stato nelle banche”, ha detto ieri riferendo al Parlamento italiano, “la vera questione delle banche in Europa è la questione enorme che riguarda la prima e la seconda banca tedesca”.

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