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La Borsa archivia un trimestre d’oro, auto superstar

Imagoeconomica

Piazza Affari si avvia a chiudere in bellezza il primo trimestre dell’anno, giusto un anno dopo lo scoppio della pandemia. Stamane il listino milanese segna prezzi che non si vedevano dal febbraio del 2020, di nuovo concentrato sull’obiettivo di sfondare quota 25 mila dell’indice Ftse Mib, una sorta di muro invisibile che in questi anni ha rappresentato un limite quasi invalicabile per il Bel Paese condannato alla crescita zero. Andrà così anche stavolta? O il Toro proseguirà la sua corsa, confortato dalla prospettiva, prevista dal Fondo Monetario, di un incremento del Pil al 4,25% entro fine anno? La fotografia di mercati permette di tentare qualche riflessione.

  • Il rally di Milano +10,8% da inizio anno, lascia ben sperare perché frutto di un rialzo corale, che ha investito larga parte del listino, e trova conferma nelle grandi Borse dell’Eurozona, a partire dall’Eurostoxx 50, +10,5% negli ultimi tre mesi ai massimi di sempre. Anche Parigi è ai massimi da febbraio 2020, a Francoforte il Dax  ha superato per la prima volta la barriera dei 15 mila punti.
  • Sul piano settoriale, il rialzo ha investito i settori ciclici per eccellenza, a partire dall’auto che ha messo a segno un balzo del 23% grazie soprattutto all’exploit dell’industria tedesca: Porsche, la migliore della scuderia Volkswagen, sale del 62%. A Piazza Affari vola Cnh Industrial, corteggiata dai cinesi. Resta ai box Ferrari -8%. 
  • Il rally dei mercati europei non trova riscontro a Wall Street, Il Nasdaq chiude in rosso seppur pallido il primo trimestre.  L’S&P 500 ha registrato un guadagno di poco inferiore al 4%, comunque meno della metà dell’Eurozona. In terreno negativo anche Shanghai. Si rovescia così la classifica del 2020.
  • Tra le ragioni del recupero dei listini europei spicca l’andamento del dollaro ai massimi da quattro mesi, nel miglior trimestre dal 2019.
  • Ancor più importante è stato l’andamento dei tassi di mercato. Il Treasury Note decennale a 1,75%, in prossimità dei massimi da 13 mesi, sta per completare il peggior trimestre dal 2016. 
  • i tassi in Europa sono al contrario relativamente distanti dai massimi, perché ci si aspetta un aumento degli acquisti BCE, che dovrebbe manifestarsi a partire dalla prossima settimana. 
  • Le previsioni sono ancora più positive per il Tesoro italiano che non ha ancora sfruttato appieno la convergenza con il resto dell’Eurozona, anche per le incertezze che accompagnano la ratifica del Recovery Plan in parte d’Europa.
  • L’effetto dei finanziamenti dell’Unione Europea (1.800 miliardi nei prossimi anni) a sostegno della ripresa non dovrebbe per ora produrre conseguenze sul costo del denaro, perché ci si aspetta un aumento degli acquisti BCE, che dovrebbe manifestarsi a partire dalla prossima settimana. 
  • La miscela tra euro debole ed interventi Ue con i fondi Pepp lascia prevedere un potenziale di crescita ulteriore per le Borse della vecchia Europa, in particolare sul fronte dei titoli ciclici. 
  •   Dal canto suo, l’Unione europea (UE) dovrebbe fornire finanziamenti senza precedenti pari a 1800 miliardi di euro nell’arco dei prossimi anni a sostegno della ripresa. Inoltre, le campagne vaccinali compiono progressi nell’UE, anche se procedono più lentamente rispetto a Stati Uniti e Regno Unito. 

Il petrolio segna un ribasso di oltre il 7% dai massimi di due settimane fa anche per gli effetti del  blocco del Canale di Suez ha accresciuto ulteriormente la volatilità delle quotazioni. Ma il Brent chiude il trimestre a +25% nell’area dei massimi da 13 mesi. Come si legge in un report di Ubs “l’orientamento positivo nei confronti del petrolio e dei metalli industriali, poiché le prospettive macroeconomiche è giustificato dal rafforzamento della domanda di materie prime in un contesto di reflazione”. 

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