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La Borsa affonda per la crisi politica, spread in rialzo, Europa in rosso. Deludono le trimestrali Usa

Pixabay

Nella bufera geopolitica, economica e finanziaria che sta scuotendo il mondo, l’Italia rischia di restare senza un fuoriclasse come Mario Draghi a tenere la rotta. Oggi il premier è salito al Quirinale, dopo che i 5 stelle non hanno partecipato, al Senato, al voto di fiducia sul dl aiuti. Il futuro è un’incognita e il risultato sui mercati è una seduta in balia delle vendite per l’euro e per Piazza Affari, che perde il 3,44% (dopo essere scesa anche del 4% nel pomeriggio) e arretra a 20.554 punti base, mentre lo spread s’impenna a 218 punti punti base (+6,09%); il rendimento del Btp decennale benchmark sale a +3,31% (da +3,1%), mentre quello del Bund chiude poco lontano dai livelli di ieri, +1,13% (da +1,09%).

Europa e Wall Street in rosso

La fuga degli investitori dalle big cap milanesi e dai titoli di Stato italiani arriva in un giorno difficile per tutti i listini europei e per Wall Street, partita in ribasso dopo le trimestrali deludenti di grandi banche come JP Morgan (-4,14%) e Morgan Stanley (-1,45%) e alla luce dell’andamento dell’inflazione Usa ai massimi da 41 anni. Dopo quelli al consumo visti ieri, oggi sono usciti i prezzi alla produzione di giugno, superiori alle attese (+1,1% mese; +11,3% annuo). Sono in rosso i T-Bond e si consolida l’inversione della curva dei rendimenti tra titoli a 10 e due anni.

Per quanto riguarda le altre Borse europee la foto finale vede Francoforte in perdita dell’1,86%, Madrid -1,73%, Parigi -1,41%, Londra -1,69%, Amsterdam -0,93%. 

Euro sotto la parità con il dollaro, poi risale

La crisi politica italiana e le previsioni al ribasso della Commissione Ue per le economie della zona euro nel 2022 e 2023 pesano sulla moneta unica, che si muove intorno a 1,003 dopo essere sceso sotto la parità quando Draghi è andato al Colle.

Seguiamo con “preoccupato stupore” le evoluzioni della politica interna del Belpaese, dice Paolo Gentiloni, commissario per gli Affari economici e monetari, presentando alla stampa le nuove stime.

Passando ai numeri: quest’anno il pil dei 19 paesi del blocco dovrebbe crescere del 2,6% contro stime di +2,7% stilate a maggio. Nel 2023 le cose potrebbero peggiorare, quando l’impatto della guerra in Ucraina e l’aumento dei prezzi dell’energia rischia di essere ancora più forte. La crescita 2023 è ora di +1,4%, contro +2,3% di prima. E mentre l’economia rallenta l’inflazione aumenta, aprendo la strada allo spettro della stagflazione. La corsa dei prezzi quest’anno dovrebbe toccare un picco di +7,6%, per scendere a +4% nel 2023, che è in ogni caso il doppio del target della Bce.

Bruxelles avverte che l’inflazione salirà di più se i prezzi del gas aumenteranno per l’interruzione delle forniture dalla Russia, uno scenario che peserà ulteriormente sulla crescita. La Commissione non esclude poi rischi per le prospettive derivanti da una nuova diffusione della pandemia di Covid-19.

In questo contesto c’è almeno una buona notizia per l’Italia, che crescerà quest’anno più di quanto previsto in precedenza: +2,9%, da +2,4% stimato a maggio. Nel 2023 però il quadro si rabbuia: +0,9%, peggio degli altri e delle precedenti stime (+1,9%).

Petrolio in ribasso

La seduta appare difficile anche per il petrolio, messo sotto pressione dal super dollaro, dal rischio che una Fed falco possa frenare l’economia a stelle strisce e dal tetto ai prezzi del greggio russo, caldeggiato dal segretario statunitense Janet Yellen.

In questo momento il Brent arretra del 3,2% a 95,4 dollari al barile. Il greggio texano cede oltre il 3%, per un prezzo di 93,3 dollari.

Il gas resta in area 180 euro al MWh, mentre si rafforzano i timori sulla riapertura del Nord Stream 1 dopo che la Russia ha detto di non poter garantire i tempi delle riparazioni.

L’appeal del biglietto verde mette in ombra l’oro, che cede circa l’1,4%, per 1711 dollari l’oncia.

Piazza Affari a picco con le banche

L’incertezza odierna travolge in primo luogo le banche: Unicredit perde il 6,11%, Bper -6,17%, Banco Bpm -5,3%, Intesa -5,54%, Mediobanca -4,7%, Mps -7,01%. Male anche altri finanziari come Finecobank -5,07%, Poste -5,08%, Unipol -4,39%.

Soffrono titoli legati a dossier aperti come Telecom, -6,4%, che è la blue chip peggiore del giorno. “La situazione di grave instabilità che si è delineata pesa chiaramente sul mercato borsistico italiano – osserva Andrea Randone, Head of mid small cap research di Intermonte – e dovrebbe impattare soprattutto i titoli domestici, come quelli bancari e assicurativi. Prevediamo implicazioni negative anche per quei titoli, come Tim, che necessitano di un quadro politico definito per attuare importanti scelte strategiche. Anche l’esecuzione del Recovery plan potrebbe essere a rischio. Lo scenario base su cui ci si muove è che la crisi di governo possa rientrare o che si arrivi un Draghi bis ma lo scenario di elezioni anticipate appare molto concreto”.

Nell’energia la performance peggiore è di Enel -5,7%.

In questa giornata da dimenticare, Saipem trova la forza di reagire alle pesanti perdite dei giorni scorsi e guadagna il 5,69%. La oil service ha annunciato la firma di un accordo con Saudi Aramco per l’esecuzione in Arabia Saudita di progetti Epc onshore da parte di una Jv di nuova costituzione.

Si smarcano dal pessimismo generale anche Amplifon +2,06% ed Stm, +0,32%, quest’ultima favorita dalla guidance 2022 della taiwanese Tsmc, sopra le attese.

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