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La Borsa affonda con le banche. Mosca crolla. Balzo di petrolio, gas, oro. Forti aumenti anche per i cereali

FIRSTonline

Le Borse europee affondano, travolte dalla guerra in Ucraina. I mercati europei affondano in un incubo di cui per ora non si vedono i possibili sviluppi. Ma, dopo un mese passato ad aggrapparsi ad ogni possibile notizia positiva, gli operatori si sono ormai convinti che lo scenario più probabile è il peggiore. E si stanno adeguando: più delle cattive notizie, insomma, pesa l’incertezza sugli sviluppi.

La Borsa di Milano, sotto del 5,1% a fine mattinata, accelera la discesa sotto quota 25 mila (24.632 punti) in linea gli altri listini europei. Stessa reazione per i future Usa, che anticipano una partenza in profondo rosso dei mercati di Wall Street. La Borsa di Mosca, ieri chiusa, oggi ha riaperto i battenti per pochi minuti: ma dopo aver perduto oltre il 50%, gli scambi sono stati sospesi. Alla City di Londra le azioni del colosso Gazprom hanno lasciato sul terreno il 40%. 

La Borsa affonda, balzo delle comodity

Gli effetti più immediati, in attesa delle sanzioni che isoleranno l’economia russa, si sentono nel comparto delle materie prime:

  • Il petrolio ha infranto la soglia dei 100 dollari al barile, spingendosi fino a quota 105. 
  • Volano i prezzi del gas: al TTF – il mercato di Rotterdam, viene scambiato a 114 euro al Megawatt con un balzo del 30%. 
  • S’impennano anche i prezzi dei cereali e il costo del grano, di cui Kiev è uno dei principali paesi produttori ed esportatori, sale del 5,90%. Ma aumentano anche soia (+2,87%), mais (+5,47%) e avena (+4,81%).
  • Le quotazioni dell’alluminio hanno superato il picco del 2008 e si sono avvicinate alla soglia di 3.400 dollari a tonnellata arrivando a 3.388 dollari in ialzo del 4,6%.
  • L’oro schizza a 1.970 l’oncia. In rialzo anche l’argento sopra i 25 dollari l’oncia (+2%) e il platino a 1.105 dollari (+1%).

A Milano Eni e Saipem le sole in rialzo

In un mercato ad alta volatilità spuntano anche due segni più al traino del petrolio: Eni +0,39%, preceduta dalla cenerentola Saipem +0,50% che ha anticipato i conti del 2021. Nel quarto trimestre la perdita operativa è stata pari a 1,04 miliardi di euro, quasi cento milioni in più delle aspettative

Sotto tiro i big bancari. Unicredit –11,8%. La banca a fine 2021 aveva in essere prestiti verso la Russia per 7,8 miliardi. La controllata moscovita del gruppo ha rappresentato circa il 4% dell’utile operativo. 

Pesante anche il calo di Intesa Sanpaolo -8,6% esposta vero Mosca per 5,5 miliardi.

Le due banche non hanno esposizione significativa ai titoli di Stato russi.

 Ma tra i maggiori ribassi si trova anche Pirelli, che pure ha diffuso mercoledì sera risultati superiori alle attese. La società della Bicocca paga con un calo del 9,9% a 5,11 euro la sua presenza sul mercato moscovita. L’azienda ha detto di aspettarsi un 2022 in crescita ma caratterizzato da uno scenario volatile. S&P ha assegnato il rating di credito emittente a lungo termine BBB- con un outlook stabile.

In forte calo anche Buzzi, fortemente impegnata in Russia, che perde l’8.5%. Precipitano anche Maire Tecnimont -6,4%  (-18% in apertura) e Danieli -6,3%.

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