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La Bce non tocca i tassi, ma prepara il taglio a giugno. Lagarde: “Alcuni favorevoli già oggi, non dipendiamo dalla Fed”

FIRSTonline

La Bce lascia i tassi d’interesse invariati ma, andando incontro alle richieste dei mercati e degli analisti, mette nero su bianco l’intenzione di tagliarli. Nessuna promessa, ma “se la valutazione aggiornata del consiglio direttivo in merito alle prospettive di inflazione, alla dinamica dell’inflazione di fondo e all’intensità della trasmissione della politica monetaria accrescesse ulteriormente la sua certezza che l’inflazione stia convergendo stabilmente verso l’obiettivo – si legge nel comunicato finale – sarebbe opportuno ridurre l’attuale livello di restrizione della politica monetaria”.

“Non ci impegniamo preventivamente su un percorso particolare dei tassi”, precisa la presidente Christine Lagarde in conferenza stampa, ma appare ormai chiaro che se tutto proseguirà come deve, la prima sforbiciata arriverà a giugno. E se la Federal Reserve deciderà di prendere una strada alternativa, rinviando il taglio dopo gli ultimi dati sull’inflazione? “Dipendiamo dai dati, non dalla Fed”, ha rassicurato la numero uno dell’Eurotower.

Bce: tassi d’interesse fermi 

Le aspettative dei mercati sono state confermate. Tassi ancora fermi, ma potrebbe essere una delle ultime volte. Il tasso sui rifinanziamenti principali resta quindi al 4,50%, quello sui depositi al 4%, e quello sui prestiti marginali al 4,75%. È la quinta pausa dopo i dieci rialzi consecutivi cominciati a luglio 2022. 

La decisione odierna sul mantenimento dei tassi sui livelli attuali è stata condivisa da una “maggioranza molto ampia dei membri del consiglio direttivo”,  ha affermato Lagarde, sostenendo che “i tassi di interesse di riferimento della Bce si collocano su livelli che forniscono un contributo sostanziale al processo di disinflazione in atto”. 

La Bce prepara i tagli. Lagarde: “Alcuni membri favorevoli già oggi” 

Nel corso della consueta conferenza stampa che segue il consiglio direttivo, Lagarde ha rivelato: “Per dire la verità alcuni membri del consiglio ritenevano che vi fossero già sufficienti dati a disposizione già in aprile per agire sui tassi ma poi hanno convenuto con la maggioranza ad attendere i dati che saranno disponibili a giugno“.

Alla fine però il consiglio direttivo sembra aver trovato un compromesso: i banchieri centrali, compresi quelli che di solito sono favorevoli a tassi più elevati, si sono schierati a favore di una riduzione dei tassi nella riunione del 6 giugno, a condizione che gli indicatori fondamentali, tra cui la crescita dei salari e l’inflazione “core”, continuino a scendere.

“In ogni caso – si legge nella nota della Bce – per determinare livello e durata adeguati della restrizione, il consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione, senza vincolarsi a un particolare percorso di riduzione”. “A giugno avremo molti più dati e informazioni e anche le nuove proiezioni macroeconomiche”, ha affermato Lagarde, rimarcando di nuovo: “siamo dipendenti dai dati macroeconomici”.  

Rispondendo a una domanda dei giornalisti sul fatto che a giugno l’inflazione dei servizi sarà ancora molto probabilmente al di sopra del target di medio periodo, la presidente dell’Eurotower ha poi precisato  “Non aspetteremo che tutto torni al 2% prima di prendere una decisione sui tassi. È inevitabile che alcuni beni e settori saranno ancora sopra il target”, quando si deciderà il primo taglio. 

Lagarde: “Economia in graduale ripresa, ma rischi orientati al ribasso” 

Non saranno quindi seguiti percorsi prestabiliti nei tagli dei tassi, ma l’andamento dell’economia sembra ormai aver convinto l’intero consiglio direttivo, falchi compresi: “La crescita dei salari registra una graduale moderazione e le imprese stanno assorbendo parte dell’incremento del costo del lavoro con i loro profitti”. Due condizioni fondamentali per l’Eurotower per poter procedere con l’allentamento delle restrizioni. Per quanto riguarda i prezzi al consumo, nel 2024 l’inflazione continuerà ad aggirarsi intorno ai livelli attuali (al 2,4% a marzo), ha spiegato Lagarde, per poi tornare al target “l’anno prossimo”. “L’economia resta debole nel primo trimestre”, ha aggiunto, precisando che  tuttavia, le indagini congiunturali indicano una “ripresa graduale” nel corso di quest’anno anche grazie al contributo della ripresa delle esportazioni.

Nonostante ciò, restano orientati al ribasso i rischi per la crescita economica che potrebbe risultare inferiore se gli effetti della politica monetaria si rivelassero più intensi delle attese, ha detto la numero uno dell’Eurotower, sottolineando che anche un indebolimento dell’economia mondiale o un ulteriore rallentamento del commercio internazionale graverebbero sull’espansione nell’area dell’euro. “La guerra ingiustificata della Russia contro l’Ucraina e il tragico conflitto in Medio Oriente costituiscono le principali fonti di rischio geopolitico”.

La reazione delle Borse

Dopo le novità arrivate da Francoforte le Borse europee riducono le perdite ma si mantengono in territorio negativo. Piazza Affari cede lo 0,5% zavorrata da auto e banche. Madrid perde lo 0,6%, mentre Francoforte si porta a -0,2%. Gira in positivo invece Parigi (+0,2%). Fa ancora meglio Amsterdam (+0,3%).

Nel frattempo Wall Street ha aperto in positivo dopo un aumento dei prezzi alla produzione inferiore alle attese. A marzo, sono saliti dello 0,2% rispetto al mese precedente, contro attese per un rialzo dello 0,3%. Nei primi minuti di scambi, il Dow guadagna lo 0,18%, lo S&P 500 sale dello 0,23%, il Nasdaq è  in rialzo dello 0,40%. 

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