La temperatura dei prezzi al consumo è ovunque fredda e rischia di scendere sotto zero. Le cause comuni sono concorrenza globale e digitalizzazione pervasiva. Aspettative e dinamiche salariali si adeguano e l’inflazione rimane fuori dai radar
Globalizzazione
e innovazione digitale sono le principali indiziate per la morte dell’inflazione. Essendo fattori comuni spiegano la vicinanza
a zero della variazione dei prezzi al consumo in tutte le principali economie.
Nell’Eurozona in agosto è stata dell’1%, dello 0,9% al netto di beni alimentari
ed energetici. In Usa appare più
alta (1,8% a luglio), ma solo perché gli americani includono nell’indice anche
gli affitti imputati a chi abita case di proprietà; senza di essi sarebbe
all’1,3%.
La
bassa inflazione ispira dinamiche
salariali contenute, le quali, di riflesso, perpetuano la bassa inflazione.
D’altra parte nei paesi avanzati il potere negoziale dei lavoratori è diminuito
dalla massiccia concorrenza di vastissimi eserciti di persone che abitano i
paesi emergenti.
Le
materie prime rispondono in presa
diretta ai segnali reali dell’economia e quindi oggi sono più deboli e
contribuiscono a diminuire l’inflazione.
Fabrizio Galimberti, romano, classe 1941. Bocconiano, ha studiato alla Columbia University di New York, ha insegnato Scienza delle Finanze a Roma e a Ferrara. Poi ha lavorato al Dipartimento di Economia dell’Ocse. A Roma, consigliere economico al Tesoro, con Beniamino Andreatta e con Giovanni Goria. In seguito Chief Economist della Fiat e infine editorialista del Sole-24 Ore. Luca Paolazzi, Economista, advisor di Ceresio investors. Dall'ottobre 2007 al febbraio 2018 ha diretto il Centro Studi Confindustria. Dal settembre 1986 al settembre 2007 ha lavorato a Il Sole 24 Ore, arrivando a coordinare gli editoriali. Dal marzo 1984 all'agosto 1986 è stato economista all'Ufficio studi FIAT. Autore di numerose pubblicazioni di economia, ha vinto i premi Q8, Brizio e Lingotto per il giornalismo economico.