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Klarna prepara la sua Ipo a Wall Street: valutazione fra i 15 e i 20 miliardi. E la rivale Revolut?

Imagoeconomica

Klarna, la startup fintech svedese famosa per il suo modello “buy now, pay later”, ha presentato in via riservata alla Securities and Exchange Commission (Sec) i documenti per l’offerta pubblica iniziale (Ipo) negli Stati Uniti, un passo atteso da tempo e più volte rimandato. Lo riporta Bloomberg. Questo passaggio la rende la più grande azienda svedese a quotarsi negli Stati Uniti dal debutto di Spotify nel 2018.

Klarna: dal boom alla caduta, ora punta a rilanciarsi con l’Ipo

Il cammino di Klarna, fondata nel 2005 da Sebastian Siemiatkowski, è stato tutt’altro che lineare. La fintech svedese ha attirato l’attenzione degli investitori quando la sua valutazione è passata da 5,5 miliardi a 46,5 miliardi di dollari in soli due anni, grazie a tre round di finanziamenti tra il 2020 e il 2021. Tuttavia, la valutazione è crollata a 6,7 miliardi nel 2022 a causa della revisione delle valutazioni delle società fintech, in risposta all’aumento dei tassi di interesse e alla revisione generale del settore. Ora, con l’annuncio della sua Ipo, Klarna punta a una valutazione tra i 15 e i 20 miliardi di dollari, una cifra che, pur segnalando un recupero rispetto al picco precedente, è ben lontana dai valori record di pochi anni fa. L’azienda, però, sembra intenzionata a tornare a crescere, cercando di recuperare terreno, anche se dovrà affrontare il delicato passaggio di un mercato che ha cambiato pelle.

Perché Wall Street?

La scelta di Klarna di puntare sugli Stati Uniti per questa Ipo non è casuale, ma riflette una strategia mirata a rafforzare la sua posizione sul mercato globale. “Per Klarna, questa mossa si allinea con l’obiettivo di espandersi negli Stati Uniti,” ha dichiarato Navina Rajan, analista senior di PitchBook. “Inoltre, la minore pressione sulla redditività per le aziende tecnologiche negli Stati Uniti potrebbe aiutare ad alleviare le difficoltà legate ai costi di espansione,” ha aggiunto. Nonostante i ritardi, Siemiatkowski aveva già anticipato la possibilità di un’Ipo negli Stati Uniti nel 2025, definendola “una scelta ragionevole”, anche se senza impegni definitivi. In quel frangente, la fintech aveva preso in considerazione anche alcune opzioni europee, ma l’orientamento verso il mercato americano sembra ormai deciso. 

Quando Klarna aveva progettato di quotarsi nel 2021, Siemiatkowski aveva anche considerato una quotazione diretta, eludendo il tradizionale e oneroso processo Ipo. Una strada che, al momento, sembra essere stata messa da parte in favore della più tradizionale Ipo, che consente un controllo maggiore e una visibilità più forte sul mercato.

Klarna in Borsa: l’Ipo che sfida Revolut e scuote le fintech europee

Questa Ipo non sarà una delle tante: l’Ipo della fintech svedese si preannuncia come una delle più significative dell’anno per un’azienda europea. Anche il colosso britannico fintech Revolut, valutata 45 miliardi di dollari e attesa per la sua Ipo nel 2025, è pronto a lanciarsi e probabilmente supererà questa offerta. Anche altre aziende svedesi come Northvolt avevano in programma di seguire la stessa strada, ma la compagnia ha messo in pausa i suoi piani di quotazione a causa delle difficoltà nel reperire i fondi necessari per proseguire la sua attività.

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