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Klarna licenzia e automatizza: metà dei dipendenti saranno sostituiti dall’IA. Tocca ai governi gestire la disoccupazione

Imagoeconomica

Klarna, la fintech svedese, sta attraversando una grande trasformazione: intende licenziare metà dei suoi dipendenti e sostituirli con l’intelligenza artificiale. Quest’anno, l’azienda, attualmente in difficoltà finanziaria ma prossima a sbarcare a Wall Street, ha già sostituito circa mille lavoratori con l’IA. Il ceo Sebastian Siemiatkowski non ha dubbi sui benefici: l’IA ha ridotto il tempo medio di risoluzione dei problemi da 11 a soli 2 minuti.

Chi è Klarna?

Fondata nel 2005 con il sistema “Buy Now, Pay Later”, che permette di rateizzare gli acquisti online senza interessi, Klarna ha visto un’impennata durante il lockdown, raggiungendo una valutazione di 46,5 miliardi di dollari nel 2021. Ma, come spesso succede con le stelle comete, la realtà ha colpito duramente: un’espansione troppo ambiziosa negli Stati Uniti ha portato a perdite enormi, abbattendo la valutazione a soli 6,7 miliardi di dollari a fine 2022. Da allora, Siemiatkowski ha messo in campo un piano che, oltre a diversificare l’offerta e promuovere tassi di interesse al 3,58%, si basa su una strategia radicale: ridurre il personale e far lavorare l’IA al posto dei dipendenti umani. La ricetta di Siemiatkowski ha portato a una significativa riduzione delle perdite una valutazione per l’Ipo della fintech stimata tra 15 e 20 miliardi di dollari.

Klarna: l’IA è qui per restare

Il dibattito sulla sostituzione dei lavoratori con l’IA è ormai sul tavolo, e Siemiatkowski sembra non avere dubbi: “Non solo possiamo fare di più con meno, ma possiamo fare molto di più con meno”. Durante la presentazione dei conti del 26 agosto, ha annunciato l’intenzione di ridurre il personale da 5.000 a 2.000 dipendenti. Questo dopo un primo giro di licenziamenti che ha visto il numero dei lavoratori scendere da 5.441 a 3.800. Inoltre, si parla di possibili manovre per estromettere Mikael Walther, braccio destro del co-fondatore Victor Jacobsson, dal consiglio di amministrazione, che si riunirà oggi, 28 agosto.

Siemiatkowski ha sempre avuto un debole per l’IA, considerandola la sua bacchetta magica per tagliare i costi. A maggio, tramite un video preregistrato, ha annunciato il licenziamento di 700 persone, il 10% della forza lavoro. Oggi, il ceo usa questi tagli come un punto di forza, spiegando che “Il nostro assistente IA fa il lavoro di 700 dipendenti, riducendo il tempo di risoluzione dei problemi da 11 a 2 minuti, mantenendo intatti gli standard di soddisfazione dei clienti”. E i lavoratori? Con l’IA che sostituisce sempre più posti di lavoro, secondo il ceo, la responsabilità di gestire le ricadute occupazionali e garantire una transizione equa ricade sui governi.

L’effetto IA sui conti di Klarna

I licenziamenti hanno avuto un impatto positivo sui conti: il fatturato annuo medio per dipendente è passato da 400mila a 700mila dollari in un anno, con una crescita del 93% negli Stati Uniti. Siemiatkowski, come accennato, intende continuare a ridurre il personale, puntando a circa 2.000 dipendenti nei prossimi anni. I ruoli nei servizi clienti e nel marketing saranno sostituiti da IA, mentre i tecnici e le figure specialistiche resteranno da attrarre. Il mantra di Klarna è chiaro: “Minore costo totale della manodopera, maggiore costo per individuo”. In altre parole, risparmiare sui costi del personale per permettersi di pagare di più i top manager.

E chissà, magari la prossima volta che vedrete un chatbot risolvere i vostri problemi di pagamento, rifletterete su quanto poco sia rimasto dell’umanità nel mondo delle fintech. Se l’IA può farci risparmiare e guadagnare di più, perché fermarsi? Chi ha bisogno di umani quando si può avere un esercito di algoritmi?

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