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Kering chiude il 2024 con utili in picchiata del 62%, zavorrato da Gucci, ma vede miglioramenti e nuove acquisizioni. Il titolo sale

FIRSTonline - Matteo Lirosi

È stato un anno nero il 2024 per il gruppo Kering, zavorrato dal marchio Gucci, ma il gruppo francese del lusso conta di ripartire. Kering, che controlla anche Yves Saint Laurent, Bottega Veneta e Pomellato, ha annunciato vendite in calo del 12% nel 2024 con un utile netto in picchiata del 62% trascinato al ribasso dal suo marchio italiano Gucci: giusto la scorsa settimana lo stilista Sabato de Sarno, il creativo della casa fiorentina ha lasciato dopo soli due anni. La buona notizia è che si è notato un “miglioramento delle vendite” in Cina e negli Stati Uniti, secondo il direttore finanziario Armelle Poulou, nel quarto trimestre dell’anno, come si è già visto per altre griffe del lusso.

“I nostri sforzi devono rimanere sostenuti e siamo fiduciosi di aver portato Kering a un punto di stabilizzazione, dal quale riprenderemo gradualmente la nostra traiettoria di crescita”, ha detto l’amministratore delegato Francois-Henri Pinault nel comunicato stampa. Il fatturato ammonta a 17,19 miliardi di euro e l’utile netto a 1,13 miliardi di euro.

Il titolo ha aperto la seduta sulla Borsa di Parigi con un rialzo di oltre quattro punti percentuali con un massimo a 260 euro, per poi stornare verso 250 euro comunque in rialzo di oltre il 2 per cento.

In un’ottica di lungo periodo Kering potrebbe effettuare nuove acquisizioni, ma dopo aver ridotto il debito. “Guardiamo a business simili ai nostri con alto potenziale”, è stato indicato nel corso della conference call con gli analisti. In un’ottica di breve periodo il gruppo è concentrato sull’integrazione delle divisioni Eyewear e Beaute, nelle quali sono state di recente fatte acquisizioni. Potrebbe inoltre guardare alle opportunità strategiche nella supply chain. Ha nel mirino il rafforzamento in Valentino entro il 2028, al 70 per cento.

Pinault: “Gucci tornerà”

I ricavi 2024 del marchio fiorentino sono scesi a 7,7 miliardi, con un calo del 23% in termini di fatturato e del 21% a parità di cambi. Tra ottobre e dicembre, i ricavi di Gucci sono diminuiti del 24% su base comparabile. Le vendite dei negozi a gestione diretta (che rappresentano ormai il 95% del totale) sono calate del 21% su base comparabile, con un leggero miglioramento sequenziale in Nord America e Asia-Pacifico. Tuttavia i ricavi della pelletteria e delle linee iconiche di Gucci, sono “molto incoraggianti” e grazie a un profondo taglio dei costi, il margine operativo della griffe resta pari al 21% del fatturato. “Gucci tornerà, non ho assolutamente dubbi su questo” ha detto Pinault. “In un anno difficile abbiamo accelerato la trasformazione di molte delle nostre maison e ci siamo mossi con determinazione per rafforzare la salute e la desiderabilità dei nostri marchi a lungo termine. In tutto il Gruppo, e soprattutto in Gucci, abbiamo preso decisioni cruciali per aumentare l’impatto della nostra comunicazione, affinare le nostre strategie di prodotto e aumentare la qualità della nostra distribuzione”. Manca solo l’annuncio del nuovo direttore creativo, che si spera venga nominato a breve. Al momento le voci si concentrano su Hedi Slimane, che lo scorso ottobre ha lasciato Celine, e che fino al 2016 aveva rilanciato Yves Saint Laurent.

In calo anche le “Altre Maison”

Il fatturato 2024 delle “Altre maison” (Balenciaga, Alexander McQueen, Brioni, ecc.) è sceso dell’8%, a 3,2 miliardi di euro. Nel 2024 il fatturato del marchio Yves Saint Laurent è stato pari a 2,9 miliardi di euro, in calo anch’esso, del 9%. Le vendite di Bottega Veneta reggono, e anzi aumentano del 4%, a 1,7 miliardi di euro, ma il brand ha appena perso Matthieu Blazy, suo creatore artistico dal 2021, assunto da Chanel a dicembre. Kering Eyewear & Corporate, divisione che ora comprende Kering Beauté, costituisce uno dei pochi dati positivi dello scorso anno con un fatturato di 1,9 miliardi di euro (+24% anno su anno).

“I prodotti in pelle di Balenciaga hanno continuato a essere ben accolti, mentre le vendite di Alexander McQueen hanno risentito della transizione attualmente in corso. Brioni ha registrato una crescita a doppia cifra. Le maison di gioielleria hanno continuato a crescere, con una performance particolarmente positiva per Boucheron“ dice la nota.

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