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Kazakistan: da Sace 500mln per nuovi progetti, ma occhio alla finanza

L’Italia è il secondo maggior esportatore europeo in Kazakistan dopo la Germania, sesto a livello mondiale. Il trend delle esportazioni dall’Italia al Kazakistan è discendente e, ad oggi, il totale delle esportazioni si è ridotto del 37% rispetto al picco del 2009. Nel 2013 le esportazioni italiane sono calate dell’8% rispetto all’anno precedente. In valore assoluto esse sono state pari a EUR 731 milioni. Il settore trainante dell’export italiano resta la meccanica strumentale (43,3% delle esportazioni totali) seguito dalla moda (22,1%). Le importazioni italiane, in calo del 21% rispetto all’anno precedente, sono state pari a 3,7 miliardi, e costituite per circa il 95% da idrocarburi e prodotti raffinati. Gli investimenti italiani (IDE) continuano ad essere significativi nel settore petrolifero (ENI), finanziario (Unicredit) e delle infrastrutture (Salini-Todini, RENCO e ITALCEMENTI).

Tra il 2010 ed il 2011, a livello globale, la bilancia commerciale del Kazakistan ha assistito ad un forte aumento del surplus in particolare dovuto alla variazione delle quotazioni di materie prime e fonti energetiche. Successivamente il trend si è invertito, dimostrando la relativa volatilità dei saldi e la stretta dipendenza di questi dalle quotazioni delle materie prime. Per il 2014 è previsto un parziale recupero del surplus.

Gli IDE sono pari a circa 10 miliardi di dollari nel 2013. Il settore che ne beneficia in maniera preponderante è quello oil&gas. Tale settore rappresenta più del 50% della produzione del settore industriale; secondo le previsioni governative la produzione annuale crescerà a 120-150 milioni di tonnellate entro il 2015. Anche il settore minerario è di notevole importanza; le riserve di ferro rappresentano il 6% delle risorse globali. Dopo la privatizzazione del 2004 il settore agricolo potrebbe offrire delle buone opportunità di investimento.

L’economia sembra essere troppo legata al settore estrattivo e i vari tentativi del governo di modificare i pesi dei vari settori sull’economia, non hanno portato risultati significativi. Nel 2013 la performance economica è stata positiva (+5% rispetto all’anno precedente) sostenuta in particolare dalla crescita dei consumi interni e degli investimenti. Da sottolineare è l’ancora debole performance del settore real estate travolto in pieno dalla bolla speculativa del 2007-2008.

Il  contesto politico sembra stabile, il presidente Nazarbayev, in carica dal ’91, sembra godere di un diffuso consenso. Le prossime elezioni sono previste per il 2016. Il contesto finanziario è senza dubbio quello più incerto, duramente colpito dalla crisi finanziaria globale, ha anche subito gli effetti di una eccessiva attività di leverage condotta negli anni precedenti. Il settore registra un livello medio di non performing loans pari al 30% del totale.

Per quel che riguarda il contesto operativo, si segnala una notevole apertura all’accoglienza delle imprese estere, ma alcune difficoltà permangono. Nella classifica Doing Business il Kazakistan viene classificato 77° su 189 paesi, a pesare sono la scarsa trasparenza nell’applicazione della legge e l’influenza del potere politico sul sistema giudiziario. Tutte le agenzie di rating americane sono concordi nel valutare il Kazakistan con rating BBB+. La stessa SACE valuta le condizioni di assicurabilità dei crediti per rischio sovrano, rischio bancario e rischio privato tutti allo stesso modo: caso per caso. Oltre il fattore di incertezza dovuto al contesto operativo, Sace ha rilevato opportunità interessanti per le nostre imprese.

Proprio per cercare di sfruttarle SACE partecipa alla missione imprenditoriale promossa dal  Ministero dello Sviluppo Economico e Confindustria in Kazakistan. Il gruppo assicurativo-finanziario italiano, finora esposto al rischio kazako per un totale di 67 milioni di euro, ha allo studio 500 milioni di euro di nuovi progetti in suolo kazako e punta a consolidare il posizionamento del Made in Italy in una gamma diversificata di comparti industriali (infrastrutture, tecnologie meccaniche, agroalimentare e tessile).

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