In una serata carica di emozioni e simbolismo, Kamala Harris ha conquistato la platea della Convention democratica a Chicago, accettando ufficialmente la candidatura per la presidenza. Di fronte a un pubblico in delirio, ha dichiarato: “Per tutta la mia carriera ho avuto solo un cliente, il popolo. E in nome del popolo, accetto la nomination”. Le sue parole, pronunciate con la determinazione di chi ha percorso un lungo cammino dal tribunale alla Casa Bianca, hanno risuonato nell’arena mentre 100mila palloncini bianchi, rossi e blu cadevano dal soffitto, celebrando uno dei momenti più solenni dell’anno. Harris, accolta da un’ovazione interminabile, ha impiegato diversi minuti prima di poter iniziare a parlare, visibilmente emozionata e radiosa, consapevole dell’importanza storica delle prossime elezioni, che ha definito “tra le più cruciali nella storia della nostra nazione”.
Tra i suoi primi pensieri, ha voluto esprimere gratitudine verso il presidente Joe Biden, riconoscendo il suo contributo e l’eredità che intende portare avanti. Harris ha poi ricordato con affetto l’insegnamento della madre, Shyamala Harris, una scienziata indiana che ha attraversato il mondo per realizzare il suo sogno di curare il cancro al seno. “Mia madre mi manca ogni giorno, soprattutto ora. E so che stasera mi guarda dall’alto e sorride”, ha detto, sottolineando come il coraggio e la determinazione di sua madre abbiano forgiato la sua carriera e il suo impegno a combattere per il popolo americano. Un pensiero anche per il marito Doug, a cui ha augurato buon decimo anniversario di matrimonio : “Ti amo”.
Il discorso di Kamala Harris: ecco cosa ha detto
Il discorso, il più importante della sua carriera, ha segnato il culmine della sua rapida ascesa ai vertici del partito. In 45 intensi minuti, Harris ha affrontato, uno dopo l’altro, i temi più caldi. E lo ha fatto portando sul palco la sua storia: “Mia madre era una dura: ci ha insegnato a non lamentarci delle ingiustizie ma a fare qualcosa per cambiarle”. E poi l’accento corale per ingaggiare gli elettori, in uno stile tanto amato dagli americani: “Questa non è solo l’elezione più importante della nostra vita, ma di una generazione”.
Parlando della sua visione economica, Harris ha sottolineato l’importanza di rafforzare la classe media, ricordando le sue stesse radici: “Sappiamo che una classe media forte è sempre stata fondamentale per il successo dell’America. E costruire quella classe media sarà un obiettivo determinante della mia presidenza. È una questione personale per me. Vengo proprio da quella classe media”.
Riflettendo sulla sua esperienza personale, ha raccontato un episodio della sua giovinezza, quando un’amica le confessò di essere vittima di abusi sessuali. “Questo è uno dei motivi per cui sono diventata un pubblico ministero. Per proteggere persone come Wanda”, ha spiegato, ribadendo la sua dedizione a difendere i diritti di tutti gli americani.
La vicepresidente ha affrontato anche il nodo dell’immigrazione, suo tallone di Achille che la espone a forti critiche da parte dei repubblicani. Harris ha promesso di “correggere il sistema dell’immigrazione che è fallimentare”. E ancora: “Donald Trump crede che un accordo sui confini danneggerebbe la sua campagna; quindi, ha ordinato ai suoi alleati al Congresso di bocciarlo. Io mi rifiuto di fare politica con la nostra sicurezza”.
Harris: “Accanto a Kiev insieme alla Nato. Lavorerò per un cessate il fuoco a Gaza”
Per quanto riguarda la politica estera, ha ribadito il suo sostegno incrollabile all’Ucraina e agli alleati della Nato, promettendo che, da presidente, sarà con forza al fianco di Kiev, in linea con la politica di Biden. “Gli Stati Uniti resteranno più che mai accanto all’Ucraina e insieme alla Nato e ai nostri partner europei”, dichiarando con fermezza: “Non sarò mai amica dei dittatori”. Riguardo al conflitto in Medio Oriente, ha sottolineato il diritto di Israele a difendersi, ma ha anche espresso l’urgenza di un cessate il fuoco per mettere fine alle sofferenze a Gaza e permettere ai palestinesi di realizzare le loro aspirazioni di autodeterminazione. “Voglio essere chiara: sarò sempre dalla parte di Israele sul diritto di difendersi, perché non possano mai ripetersi le cose irriferibili successe il 7 ottobre. Al tempo stesso, quello che è successo a Gaza è devastante: tante vite perse, tante persone affamate che cercano sicurezza e soffrono. Questo spezza il cuore. Noi lavoriamo perché questa guerra finisca, perché gli ostaggi tornino a casa, e i palestinesi possano realizzare il loro diritto alla dignità, alla sicurezza, alla libertà e all’autodeterminazione”.
Trump non deve tornare alla Casa Bianca
Nel suo discorso allo United Center di Chicago, ha esortato l’intera nazione a chiudere definitivamente il capitolo rappresentato dall’ex presidente repubblicano, dichiarando che gli americani, guidati dall’ottimismo, sono pronti ad “andare oltre Trump”. “Sappiamo come sarebbe un secondo mandato di Trump. È tutto spiegato nel ‘Progetto 2025’. Per molti versi, Donald Trump è un uomo poco serio. Ma le conseguenze del ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca sarebbero estremamente gravi”. Sull’aborto, altro tema divisivo per l’America, ha criticato duramente i repubblicani, affermando che “sono fuori di testa” e ha messo in guardia contro i piani di Trump e dei suoi alleati per un bando totale dell’aborto. Ha promesso di firmare una legge per ristabilire la libertà riproduttiva, criticando l’erosione dei diritti delle donne dopo le decisioni della Corte Suprema.
Concludendo il suo discorso, Harris ha ribadito il suo impegno a guidare il Paese verso un futuro di libertà e prosperità, dicendo: “Cari americani, amo il nostro Paese con tutto il cuore. Ovunque vada, chiunque incontri, vedo una nazione pronta ad andare avanti. Pronta per il passo successivo, nell’incredibile viaggio che è l’America. Abbiamo l’occasione preziosa di superare il cinismo, il rancore e le divisive battaglie del passato. Abbiamo la chance di tracciare una nuova strada da seguire. Non come membri di un partito o di una fazione ma come americani”.