X

Kamala Harris, corsa verso la nomination: ecco quanti delegati ha. Chi sceglierà come vicepresidente?

Imagoeconomica

Kamala Harris si avvicina a grandi passi verso la nomination democratica per le elezioni presidenziali del 2024, fortificata da un ampio schieramento di sostenitori e dal ritiro di Joe Biden. Con ben 2.688 delegati già assicurati, Harris ha abbondantemente superato il quorum di 1.976 necessario per ottenere la nomination alla prima votazione della convention, lasciando solo 54 delegati ancora indecisi. Mentre la sua candidatura sembra ormai praticamente certa, resta l’importante questione di chi sarà scelto come suo compagno di corsa.

Numeri da record

Nel suo primo giorno da candidata ufficiale, Harris ha raccolto la cifra record di 81 milioni di dollari, il più alto ammontare mai ottenuto in 24 ore da un candidato, segnalando un entusiasmo travolgente tra i sostenitori Democratici. La campagna ha visto la partecipazione di oltre 880mila donatori, con il 60% di loro che ha effettuato il proprio primo contributo per il ciclo elettorale 2024. ActBlue, il principale sito di donazioni Democratico, ha descritto questa giornata come il “più grande giorno di raccolta fondi del ciclo 2024”, mentre il super Pac Democratico Future Forward ha già ricevuto impegni per 150 milioni di dollari.

La decisione di Joe Biden di ritirarsi e di appoggiare Harris è stata accolta con entusiasmo anche da Hollywood. Celebrità come Barbra Streisand, Robert De Niro, Spike Lee e Jamie Lee Curtis hanno celebrato la scelta di Biden come eroica e patriottica, fornendo una spinta significativa alla campagna di Harris.

Endorsement da pesi massimi e silenzi strategici

Harris ha ottenuto il sostegno di numerosi leader e gruppi influenti. I governatori dei principali stati del Midwest – Gretchen Whitmer del Michigan, Tim Walz del Minnesota, Tony Evers del Wisconsin e J.B. Pritzker dell’Illinois – si sono schierati al suo fianco, insieme ad altre figure di spicco come Gavin Newsom della California e Josh Shapiro della Pennsylvania. Un endorsmente significativo è arrivato dall’ex speaker della Camera Nancy Pelosi che ha lodato Harris per la sua dedizione e per la difesa dei diritti delle donne, mentre Bill e Hillary Clinton avevano già confermato il loro supporto. Tra i sostenitori anche il Congressional Black Caucus, il Congressional Hispanic Caucus e il Congressional Progressive Caucus. Tra i sindacati, il Service Employees International Union e l’American Federation of Teachers, hanno dato il loro sostegno.

Nonostante questo ampio consenso, alcuni leader chiave non hanno ancora preso posizione pubblicamente. Mancano all’appello il leader della maggioranza democratica al Congresso Chuck Schumer e il leader della minoranza alla Camera Hakeem Jeffries, con dichiarazioni attese oggi secondo la Cnn. Barack Obama, pur non avendo espresso pubblicamente il suo appoggio a Harris, avrebbe avuto conversazioni private con la vicepresidente e con i Clinton. La sua neutralità potrebbe essere una strategia per evitare divisioni nel partito, ma i colloqui riservati indicano un certo grado di sostegno. A sorpresa, inoltre, è arrivato anche il giudizio positivo di David Axelrod, storico consigliere di Barack Obama.

Verso la convention: i prossimi passi

Con la nomination che sembra ormai a portata di mano, Harris si prepara per la convention democratica dal 19 al 22 agosto. Durante l’evento, i delegati inizieranno a votare virtualmente, e Harris dovrà finalizzare la scelta del suo candidato alla vicepresidenza.

Un altro tema in agenda è il discorso del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, previsto per una seduta congiunta del Congresso. Harris non presiederà la seduta, ma ha programmato un incontro bilaterale separato con Netanyahu. Questa decisione riflette un equilibrio tra le dinamiche politiche interne e la necessità di mantenere forti alleanze internazionali.

Kamal Harris valuta i possibili vice: ecco chi sono

Tra i possibili candidati per il ruolo di vicepresidente nel ticket di Kamala Harris si profilano alcuni nomi di spicco. Nella rosa dei favoriti ci sono:

  • Andy Beshear, governatore del Kentucky, è già noto per il suo sostegno a Harris. Ha vinto due mandati in uno stato tradizionalmente repubblicano grazie alla sua attenzione alla difesa dei diritti e all’espansione dell’assistenza sanitaria. Beshear è apprezzato per le sue politiche progressiste e il suo approccio bipartisan, il che lo rende una scelta strategica per attrarre elettori moderati e centristi.
  • Roy Cooper, governatore della Carolina del Nord, è un moderato con una reputazione di successi bipartisan, come l’espansione del Medicaid. Laureato in legge all’Università del North Carolina a Chapel Hill, Cooper è al suo secondo mandato e ha dimostrato notevoli capacità di negoziazione e gestione politica. Questi tratti lo rendono una scelta solida per bilanciare il ticket presidenziale.
  • Josh Shapiro, governatore della Pennsylvania, ha ottenuto il titolo di governatore più votato nella storia dello stato e potrebbe diventare il primo presidente ebreo degli Stati Uniti. A 51 anni, Shapiro ha costruito una carriera significativa come procuratore generale della Pennsylvania, guadagnandosi una reputazione di integrità e competenza. Il suo profilo nazionale e la sua esperienza politica lo rendono un candidato interessante.

Anche Gretchen Whitmer, governatrice del Michigan, e J.B Pritzker, governatore dell’Illinois, sono considerati seri contendenti per il ruolo. Whitmer è emersa come una figura di spicco grazie alle sue politiche durante la pandemia e potrebbe essere competitiva contro Trump. Pritzker è noto per il suo impegno in questioni di giustizia sociale e per le sue politiche progressive.

Gavin Newsom, governatore della California e inizialmente visto come una delle principali alternative a Biden, potrebbe essere un’opzione meno probabile a causa della sua posizione di californiano progressista, ma rimane nel radar. Inoltre, il senatore del Arizona Mark Kelly e la vice governatrice della California Eleni Kounalakis sono tra i nomi che potrebbero essere valutati.

Il processo di selezione per il vicepresidente è ancora in fase di definizione, e il team di Harris sta considerando diversi profili per garantire un bilanciamento strategico e un’ampia appeal elettorale.

Related Post
Categories: News