Tra crollo del prezzo del petrolio, svalutazione dell’euro, Qe e tassi bassi, i mercati finanziari stanno vivendo un’autentica “tempesta perfetta” alla rovescia, finalmente virtuosa, e “l’Italia ha davanti a sé un’occasione unica, con il premier Renzi sta facendo cose importanti, a partire dal Jobs Act”. Le parole con cui ieri Paolo Basilico, fondatore e numero uno di Kairos, leader del risparmio e vera eccellenza italiana, ha aperto a Roma il convegno “Scenari e proposte di investimento” per i 15 anni di Kairos (8 miliardi di euro in gestione con performance sempre positive e di bassissima volatilità) la dicono lunga sulla view e sul sentiment della comunità finanziaria in un momento magico per le Borse.
Basilico, che si è formato alla scuola di Mediobanca ma ha fatto importanti esperienze internazionali senza rinunciare all’indipendenza di giudizio, all’innovazione e all’etica negli affari, usa la prudenza tipica dei banchieri e non dimentica di annoverare i pericoli che sono dietro l’angolo – Grexit prima di tutto, ma anche il rallentamento della Cina il cui mercato borsistico vive una sorta di pre-bolla – ma resta bullish sull’Italia.
Ed è un peccato che al convegno romano di Kairos non abbiano partecipato gli ondivaghi parlamentari berlusconiani e i kamikaze della minoranza Pd che osteggiano Renzi, ma che, con il loro peggiorismo sull’Italicum, possono solo fare del male non al premier ma all’Italia.
Quanto durerà lo stato di grazia dei mercati e dove investire in un momento in cui sono in molti a chiedersi se il rally delle Borse potrà avere ancora slancio o, dopo una lunga corsa, l’inversione di rotta si avvicina.
Insieme a due brillanti money manager come Guido Brera, l’abile responsabile delle gestioni collettive di Kairos, e come Rocco Bove, il mago del mercato obbligazionario (“è uno che sa tirar fuori valore anche dalla rape”), è toccato ad Alessandro Fugnoli, raffinato e immaginifico strategist di Kairos, di cui FIRSTonline pubblica ogni week end il blog “Il rosso e il nero”, illuminare gli scenari.
Come sempre Fugnoli è partito da lontano e non ha mancato di stupire. E’ partito dal Giappone che Abe sta cercando di svincolare dalla doppia tenaglia del debito (237% del Pil) e della crisi demografica che porta ad un evidente invecchiamento della società’ per arrivare a Diocleziano. “Sotto di voi – ha ricordato con arguzia Fugnoli – ci sono i resti delle Terme di Diocleziano che, con le sue alchimie tra oro e moneta fu a suo modo il primo nella storia a lanciare il Quantitative easing”.
Che cosa vuol dire Fugnoli con un riferimento così inatteso e così aulico alla storia romana? Che il Qe viene da lontano e che “è per sempre”. “Intendiamoci – precisa lo strategist di Kairos – non voglio dire che il Qe di Mario Draghi o quello della Fed sarà ininterrotto: le interruzioni ci saranno ma la politica monetaria è destinata a restare espansiva”, mutualizzando il debito, almeno finché l’inflazione non salirà oltre il dovuto. Dove c’è il Qe la valuta si svaluta – è successo prima al dollaro e sta succedendo all’euro per non dire del Giappone – e le Borse si gonfiano.
Dunque, come ha scritto spesso su “Il rosso e il nero”, Fugnoli consiglia di tenere cash in dollari e di investire sull’equity: in primo luogo dell’Europa e del Giappone ma, selettivamente e con maggiori rischi, anche degli Emerging (non del Brasile ma del Messico, del Vietnam, della Turchia). E se proprio volete investire in bond occhio alla ricetta di Bove: titoli lunghi e con qualche rischio in più ma pieni di qualità (Polonia in primis). E che la buona sorte sia con voi.