La prima notizia è che nessuno lo chiama stadio. Per tutti, dal Presidente Agnelli fino all’ultimo dei tifosi, quella che verrà inaugurata stasera è la nuova casa della Juventus. Già questo basterebbe a rendere l’idea della grandezza (e dell’importanza) che rappresenta la creazione di questo impianto costato ben 122 milioni di euro: 75 sono arrivati dalla Sportfive, che ha acquistato il naming rights, 22 dalla cessione dell’area commerciale adiacente a Nordiconad, gli altri 60 grazie ad un mutuo con il Credito Sportivo. A guardar bene però, sotto c’è di più, molto di più.
Quando le immagini della festa d’inaugurazione (che promette di essere spettacolare e di cui parleremo tra un po’) finiranno in archivio, alla Juventus resteranno prestigio e ricavi, che nei piani della dirigenza dovrebbero riportare la Vecchia Signora a competere con le grandi di tutta Europa. Facendo due calcoli infatti, ci si rende conto di come la Juventus si stia preparando a spiccare il volo, almeno in termini di fatturato.
Se nella stagione scorsa i ricavi derivanti dalla voce “stadio” erano stati solo dell’8%, per una cifra complessiva di 11,5 milioni di euro, nella prossima i bianconeri contano di incassare circa 32 milioni. Come? “Grazie all’aumentata capienza (si passerà dai 25.000 dell’Olimpico ai 41.000 del nuovo stadio, n.d.r.), al naming rights e ai servizi aggiuntivi, come Juventus Premium Club” ha spiegato martedì Francesco Calvo, direttore commerciale bianconero, che ha poi illustrato quello che sarà il vero obiettivo: raggiungere le big europee. “I ricavi da stadio nel nostro paese rappresentano circa il 13% degli introiti delle società, contro il 27 % di Inghilterra o Germania. Con questo impianto cercheremo di correggere un’anomalia tutta italiana”. Vero, perché la Juventus sarà la prima squadra dello Stivale ad avere uno stadio tutto suo. Il “Giglio” infatti (che tra l’altro fu inaugurato proprio contro la Juve il 15 Aprile 1995), dopo il fallimento della Reggiana appartiene al Tribunale di Reggio Emilia. Il nuovo impianto poi, avrà caratteristiche tipiche del nord Europa: 41.000 posti tutti a sedere, vicini al campo (la prima fila disterà solo 7,5 metri dal terreno di gioco, mentre l’ultima 49 metri) e senza barriere (il muretto che dividerà tifosi e giocatori sarà alto appena 110 cm), 4.000 posti auto, con conseguente potenziamento dei mezzi pubblici, evitando così le clamorose code in macchina assolutamente sconosciute in Inghilterra. Numeri importanti anche sul fronte mediatico: la tribuna stampa avrà 275 posti, mentre gli Sky box saranno addirittura 64. Ma le novità grosse arriveranno dall’utilizzo extracalcistico dello stadio: “Vogliamo cambiare la mentalità del tifoso – ha ribadito Calvo – allo stadio non c’è solo la partita, ma un mondo tutto da scoprire fatto di servizi eccellenti, momenti di entertainment ed eventi dedicati alle diverse tipologie di pubblico. Per le aziende poi, il Premium Club offre l’importante opportunità di unire calcio e business”.
Per la cronaca, a fianco all’impianto sorgono il centro commerciale “Area 12”, che sarà attivo a partire da ottobre e che ospiterà 60 negozi (tra cui un ipermercato) e, dalla prossima primavera, il museo della Juventus. Massima attenzione anche per i bambini, che potranno ingannare l’attesa pre – match nei 3 baby park da 50 posti l’uno. Il tutto, dovrebbe permettere allo stadio di vivere 7 giorni su 7 (ci saranno infatti 30 dipendenti fissi, che diventeranno 800 il giorno della partita) cosa normale all’estero (pensate che il visitatissimo Santiago Bernabeu di Madrid chiude solo l’1 gennaio e il 25 dicembre) ma assolutamente impensabile in Italia. La differenza tra il calcio nostrano e i campionati inglesi, tedeschi e spagnoli, sta tutta lì. E così, può capitare di vedere in semifinale di Champions League lo Schalke 04, che magari non avrà nomi altisonanti ma ha un impianto ritenuto da tutti uno dei migliori al mondo. Ecco perché l’inaugurazione di stasera ha il sapore della storia. Per non deludere nessuno, la Juventus ha deciso di fare le cose davvero in grande: la cerimonia, costata circa 2 milioni di euro, sarà curata da Marco Balich, Presidente di K – Events, che, tra i progetti più noti della sua luminosa carriera, annovera inaugurazione e chiusura dei XX Giochi Olimpici di Torino 2006. Questa sera all’ex Delle Alpi succederà di tutto: Linus e Cristina Chiabotto condurranno l’evento, che comincerà con un gustoso countdown che ripercorrerà tutti gli scudetti bianconeri (rigorosamente 29, cosa che farà storcere il naso a Massimo Moratti).
Lo spettacolo proseguirà poi tra giraffe (intese come macchine sceniche) travestite da zebre, 420 performer con la gobba, acrobati e sbandieratori. I momenti più toccanti però saranno altri: dal discorso di Andrea Agnelli (che precederà quello del sindaco di Torino Piero Fassino) alla Fanfara della Brigata Alpina Taurinense, che suonerà l’inno di Mameli mentre dagli spalti si alzeranno cartoncini tricolore. Si proseguirà poi con la discesa sul prato di Marcello Lippi, indimenticato allenatore di tanti successi, per arrivare all’attesissimo duetto Boniperti – Del Piero, che seduti sulla panchina da cui nacque la Juventus (la leggenda narra così) racconteranno le loro storie bianconere. E poi ancora tanto, tanto spettacolo, che culminerà con l’amichevole Juventus – Notts County, con i padroni di casa che giocheranno in maglia rosa. Quello infatti, era in origine il colore delle magliette juventine, fino a quando i soci, nel 1903, decisero di farsi mandare dall’Inghilterra delle divise più “professionali”. Da Nottingham arrivarono maglie a righe verticali bianche e nere, che la Juventus decise poi di adottare ufficialmente. Ecco spiegato dunque l’invito del Notts County al party d’inaugurazione del nuovo stadio. Che per il momento non ha ancora un nome. Ad oggi si chiama “Juventus Stadium”, in attesa che la “Sportfive” trovi lo sponsor che darà il nominativo (oltre che tanti soldi). I tifosi avrebbero voluto che la nuova casa bianconera avesse portato il nome di Gaetano Scirea, storica bandiera del club deceduta nel 1989, ma alla fine hanno prevalso le logiche commerciali ed economiche. Perché la Juventus questa sera entrerà ufficialmente nel futuro, fatto di pochi sentimenti e di molti soldi. Con tutto quello che ciò comporta, nel bene e nel male.