E’ di nuovo tempo di campionato. Archiviata la parentesi (più che soddisfacente) di Champions League, la Juventus torna a tuffarsi nella corsa a tappe a lei più gradita. Normalmente ci sarebbe da “alzare le antenne” ma il calendario, in questo senso, sembrerebbe dare una bella mano: il piccolo Empoli di Martusciello, infatti, non è esattamente strutturato per creare problemi al colosso bianconero. “Occhio però, loro sono organizzati e noi abbiamo speso molte energie – ha ammonito Allegri. – Sappiamo che dobbiamo prenderci i 3 punti, dovremo avere l’atteggiamento giusto. Il campionato è ancora lungo e con tutti gli scontri diretti da giocare, questa sarebbe una vittoria in meno che ci manca per arrivare allo scudetto”. Il tentativo di tenere alta la tensione, ancora una volta, è tanto encomiabile quanto comprensibile, dalle parti di Vinovo però l’Empoli non è esattamente in cima alla lista dei pensieri. Il riferimento non è alla squadra, ci mancherebbe, quanto a un ambiente sempre in preda a nervosismi e tensioni, e questo nonostante una stagione (Doha a parte) in linea con le migliori aspettative.
Il caso Bonucci ha scosso i muri bianconeri, la reazione di Allegri ha fatto il resto. “Il caso è stato chiuso nel momento in cui, assieme al presidente e alla società, abbiamo concordato una linea che segua i principi della Juventus – ha spiegato il tecnico. – Leo è un giocatore importante e ha chiesto scusa, queste sono cose che possono capitare”. Messa così sembrerebbe tutto a posto, i rumors però (peraltro mai smentiti da nessuno) raccontano che, più che di pace, sia il caso di parlare di tregua. Il “o me o lui” di sabato scorso è stato sostituito da un più mite “andiamo avanti insieme fino a giugno”, il resto della storia però è tutto da scrivere e il finale, ovviamente, incerto come non mai. Il da farsi si vedrà, ora è tempo di pensare all’Empoli e a una partita che prevede un turnover importante, inevitabile visto l’impegno appena archiviato di Oporto e quello imminente di Coppa Italia col Napoli (martedì a Torino).
Il sistema di gioco sarà l’ormai imprescindibile 4-2-3-1 con Neto in porta, Dani Alves, Bonucci, Rugani e Alex Sandro in difesa, Pjanic e Marchisio a centrocampo, Cuadrado, Dybala e Mandzukic sulla trequarti alle spalle dell’unica punta Higuain. 4-3-1-2 invece per Martusciello, che tenterà l’impresa con Skorupski tra i pali, Laurini, Bellusci, Costa e Pasqual nel reparto arretrato, Krunic, Diousse e Croce in mediana, El Kaddouri a supporto della coppia d’attacco Maccarone-Pucciarelli.
La 26° giornata però comincerà qualche ora prima (18) con un match, almeno sulla carta, decisamente più stuzzicante. Napoli-Atalanta infatti, classifica alla mano, è un vero e proprio scontro diretto per l’Europa, tanto da meritarsi il titolo di partita chiave di questo sabato. Sulla sponda azzurra il solito silenzio stampa, segno di un clima ancora un po’ scosso dalla sconfitta di Madrid ma, soprattutto, della voglia di non incendiare la sfida di Coppa Italia con la Juventus. Tanto entusiasmo invece sul fronte nerazzurro, del resto a inizio stagione nessuno avrebbe mai immaginato di presentarsi al San Paolo da quinti in classifica (alla pari con l’Inter), a soli 6 punti dai ben più quotati padroni di casa.
“In effetti questa è una distanza minima, il dislivello tecnico è molto più ampio – s’è schernito Gasperini. – La classifica però dice che possiamo giocarcela, speriamo di sfruttare i loro impegni infrasettimanali”. Sarri schiererà la miglior formazione possibile, in barba alle logiche di turnover e alla trasferta torinese di martedì, dunque 4-3-3 con Reina in porta, Hysaj, Albiol, Koulibaly e Ghoulam in difesa, Zielinski, Diawara e Hamsik a centrocampo, Callejon, Mertens e Insigne in attacco. L’Atalanta risponderà con il consueto 3-4-1-2 con Berisha tra i pali, Toloi, Caldara e Masiello nel reparto arretrato, Conti, Kurtic, Freuler e Kessie in mediana, Spinazzola sulla trequarti alle spalle della coppia offensiva Gomez-Petagna.