Anche Torino, finalmente, ha un derby d’alta classifica. Per la prima volta dopo tempo immemore la stracittadina tra Juventus e Toro (ore 20.45) non varrà solo per la Mole ma anche per le posizioni che contano: siamo solo alla sesta giornata, è vero, ma il quinto posto dei granata ha tutta l’aria di non essere affatto casuale. E così allo Stadium andrà in scena un qualcosa di inedito, quantomeno negli ultimi 20 anni, con la squadra di Mihajlovic in grado di dare fastidio a quella di Allegri non solo a livello caratteriale ma anche tecnico. Situazione insolita che paradossalmente può favorire più la Juve del Toro: il rischio di prendere sotto gamba i cugini, ora più che mai, sembrerebbe scongiurato in partenza.
“Questo derby vale tanto anche per noi, ha la stessa valenza di una partita di Champions – ha confermato Allegri. – Già l’anno scorso loro avevano una buonissima squadra, ora hanno una rosa da sesto posto, dunque da Europa League. Siamo pronti, sappiamo che questi sono 3 punti pesanti in chiave campionato”. Tanta carica da parte del tecnico bianconero ma nulla rispetto a quella trasmessa da Mihajlovic, notoriamente un maestro nel presentare sfide di questo tipo. “C’è una grande differenza tra le due squadre ma Walt Disney diceva: se puoi sognare qualcosa, è perchè lo puoi fare – l’arringa di Sinisa. – Questo è lo scontro tra la passione e la ragione, tra i colori e il bianconero, tra il popolo e i padroni, insomma un derby unico nel suo genere”.
Tensione a mille dunque e due squadre pronte a darsi battaglia nel teatro di uno Stadium che si annuncia esaurito. Allegri lo affronterà con la formazione tipo, in barba all’imminente impegno di Champions con l’Olympiacos, quindi 4-2-3-1 con Buffon in porta, Lichtsteiner, Benatia (favorito su Rugani), Chiellini e Alex Sandro in difesa, Pjanic e Matuidi a centrocampo, Cuadrado, Dybala e Mandzukic a supporto di Higuain, alla disperata ricerca di un gol scaccia-crisi e dunque confermato nonostante il brutto momento di forma. Stesso sistema anche per il Torino, che risponderà con Sirigu tra i pali, De Silvestri, Lyanco, N’Kolou e Molinaro nel reparto arretrato, Rincon e Baselli in mediana, Iago Falque, Ljajic e Niang sulla trequarti, Belotti in attacco.
Spettatore interessato del derby sarà Maurizio Sarri e con lui tutta Napoli: gli azzurri sperano di fare il loro dovere contro la Spal (ore 18) per poi tifare Toro a tutto spiano. In effetti questo turno, almeno sulla carta, sembra essere favorevole, a patto però di confermare la tendenza degli ultimi tempi che vede il Napoli concentrato e sul pezzo contro ogni avversario. Se sarà così anche a Ferrara difficilmente potrà sfuggire la sesta vittoria in altrettante partite, viceversa si tratterebbe di uno scivolone clamoroso che potrebbe pesare non poco nell’economia del campionato. Lo sa bene Sarri, ecco perché schiererà il 4-3-3 tipo nonostante il Feyenoord alle porte, dunque Reina, Hysaj, Albiol, Koulibaly e Ghoulam in difesa, Zielinski, Diawara e Hamsik a centrocampo, Callejon, Mertens e Insigne in attacco. Semplici, deciso a fermare l’emorragia di punti delle ultime settimane, risponderà con un 3-5-2 con Gomis tra i pali, Salamon, Vicari e Felipe nel reparto arretrato, Lazzari, Schiattarella, Viviani, Mora e Costa in mediana a supporto della coppia offensiva Antenucci-Borriello.
Ad aprire la sesta giornata sarà però la Roma, attesa dall’impegno casalingo contro l’Udinese (ore 15). Anche qui vale sostanzialmente lo stesso discorso fatto in precedenza per il Napoli: tre punti, oltre che dare continuità e morale, darebbero grande sostanza alla classifica, un passo falso invece rimetterebbe tutto in discussione. “Credo di allenare una squadra forte che può competere con Juve e Napoli – ha ringhiato Di Francesco -. Loro fino ad ora hanno dimostrato di avere maggiore solidità ma anche noi, piano piano, stiamo recuperando terreno e consapevolezza. Le ultime vittorie sono state importanti, non abbiamo preso gol e tutto ciò deve darci maggior forza. Io sono convinto di un percorso di crescita e mi auguro di avvinicarci alle squadre che sono in cima”.
E allora vietato sbagliare o pensare alla trasferta di Champions in Azerbaigian, meglio concentrarsi per battere l’Udinese di Delneri, reduce peraltro da due sconfitte consecutive. Il 4-3-3 giallorosso, dopo l’ampio turnover di Benevento, tornerà quello tipo con Alisson in porta, Florenzi, Manolas, Juan Jesus e Kolarov in difesa, Nainggolan, De Rossi e Strootman a centrocampo, Defrel, Dzeko e Perotti in attacco. Torna al 4-4-2 invece Delneri, nel tentativo di ritrovare solidità e certezze, oltre che punti pesanti per la classifica. Il tecnico schiererà Scuffet tra i pali, Stryger Larsen, Angella, Nuytinck e Samir nel reparto arretrato, De Paul, Behrami, Barak e Jankto in mediana, Maxi Lopez e Lasagna.