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Juve, Tether entra nell’azionariato: la criptovaluta dei fan di Trump è il nuovo socio di minoranza. E gli Agnelli?

Collage su immagini Imagoeconomica/Pixabay

Make Juventus Great Again“. Paolo Ardoino, amministratore delegato di Tether e tifoso juventino, ha chiarito fin da subito il suo obiettivo: contribuire alla crescita della Juventus e riportare in alto il club più titolato d’Italia.

Determinato e ambizioso, Ardoino vede nella Juventus un’enorme potenzialità ancora inespressa e vuole metterla al centro di un progetto di rilancio. “Vogliamo aiutare il club a esprimere il suo pieno potenziale. Abbiamo la capacità finanziaria per sostenere la Juventus nei prossimi 2000 anni”, ha dichiarato in un’intervista a Reuters

Il numero uno di Tether ha poi ribadito la volontà di collaborare con la società bianconera, senza stravolgimenti: “Non vogliamo essere ostili, né aggressivi. Vogliamo solo aiutare la Juventus perché vediamo un potenziale enorme e ancora inespresso. Il nostro obiettivo principale è collaborare con i dirigenti e la proprietà del club.”

L’ingresso di Tether nella Juventus

Tether, società leader nel settore delle criptovalute con oltre 140 miliardi di dollari di capitalizzazione e 400 milioni di utenti globali, ha annunciato di aver acquisito una quota di minoranza “strategica” nella Juventus. L’investimento riguarda il 5,01% delle azioni del club, pari a circa 19 milioni di azioni, acquistate sul mercato nel corso degli ultimi due mesi. La società ha notificato alla Consob il superamento della soglia del 5% dei diritti di voto.

Interrogato sulla possibilità di aumentare la partecipazione o addirittura acquistare il club, Ardoino ha risposto: “Non lo deve chiedere a me, la risposta sta dall’altra parte: si può comprare solo ciò che qualcuno vuole vendere. Noi siamo disposti a rimanere in minoranza o a valutare altre opportunità.”

E Exor, la holding della famiglia Agnelli, che controlla la Juventus da un secolo, ha sempre ribadito che il club non è in vendita.

Perché la Juventus?

Ardoino ha spiegato le ragioni dietro l’investimento nel club bianconero: “Non siamo un fondo speculativo. Io e Giancarlo Devasini (fondatore di Tether) siamo tifosi della Juventus. Ma oltre al tifo, vediamo una squadra tra le più importanti al mondo, con potenzialità incredibili. Abbiamo chiuso l’anno con 13,7 miliardi di utili e ci associano alle cripto, ma facciamo molto di più: investiamo in nuove tecnologie, intelligenza artificiale e biotecnologia. AI e biotech diventeranno sempre più centrali nel calcio, e la Juventus ha una fan base formidabile in tutto il mondo. Vogliamo partire in punta di piedi, senza sconvolgimenti: la tifoseria dovrà adattarsi alla nostra presenza“.

Cosa può cambia per la Juventus?

L’ingresso di Tether nella società bianconera apre nuovi scenari, sia dal punto di vista finanziario che tecnologico. Una delle ipotesi più discusse riguarda la possibile sponsorizzazione del club, dato che il contratto con Jeep è in scadenza. Tether potrebbe essere un candidato naturale per il ruolo di main sponsor, ma Paolo Ardoino smorza le speculazioni: “Non escludo che potremmo diventare sponsor, ma non è il nostro obiettivo principale. Il nostro scopo è portare innovazione e aiutare il club a crescere”.

L’innovazione, infatti, è il vero punto di forza che Tether vuole portare alla Juventus. L’integrazione di soluzioni blockchain potrebbe rivoluzionare il modo in cui il club interagisce con i suoi tifosi, aprendo nuove opportunità nel settore dei pagamenti digitali e dei servizi esclusivi per la fan base globale. Inoltre, la rete di utenti di Tether – oltre 400 milioni in tutto il mondo – potrebbe rappresentare un’opportunità strategica per espandere il marchio Juventus nei mercati emergenti.

Ardoino ha recentemente condiviso su X una clip raffigurante una zebra, simbolo storico della Juventus, accompagnata dal messaggio: “È la riscossa: passare da essere inseguiti a inseguire. Tornare dove si merita”. Un segnale chiaro delle ambizioni di Tether, che con il suo ingresso potrebbe fornire al club non solo nuove prospettive economiche, ma anche una visione più moderna e globale.

Exor mantiene il controllo

Nonostante l’ingresso di Tether, Exor mantiene il controllo della Juventus con il 64% delle azioni e il 78,9% dei diritti di voto. La holding ha precisato di non aver ceduto direttamente azioni a Tether e di non avere intenzione di vendere la propria quota.

“Exor non ha venduto azioni della Juventus alla società di criptovalute Tether”, ha dichiarato un portavoce della holding Agnelli a Reuters.

L’acquisto di azioni da parte di Tether è avvenuto esclusivamente sul mercato, senza coinvolgere direttamente Exor, che resta l’azionista di maggioranza. Il secondo socio per importanza rimane il fondo Lindsell Train (8,2% delle azioni, 5% dei diritti di voto).

In attesa del campo, il titolo Juve vola in Borsa

Mentre la squadra è chiamata a migliorare la sua posizione in classifica in campionato, e questa sera si gioca anche l’accesso agli ottavi di Champions League nella sfida contro il Psv, i mercati stanno già premiando la Juventus.

Il titolo bianconero ha registrato un incremento del 22% nelle ultime sette sedute, spingendo la capitalizzazione di mercato oltre 1 miliardo di euro, un valore pari a 26 volte il patrimonio netto del club. Un segnale positivo che riflette il rinnovato interesse degli investitori, alimentato dalle recenti novità societarie e anche dalle prospettive future legate all’ingresso di Tether.

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