Una domenica con vista scudetto. Giornata piuttosto calda per le prime tre della classe, con Juventus e Roma in campo contemporaneamente (ore 15) e il Napoli a chiudere nel posticipo (ore 20.45). Sulla carta il match più semplice è proprio quello degli azzurri, impegnati al San Paolo contro un Palermo che annovera quasi più allenatori che punti in classifica. Bianconeri e giallorossi invece dovranno affrontare due trasferte insidiose con Sassuolo e Sampdoria, già costate care nell’ultimo campionato: i primi toccarono il punto più basso della stagione (da lì però partì la super rimonta verso il titolo), i secondi iniziarono a capire che Garcia non era poi così intoccabile. Rispetto ad allora però sono cambiate molte cose, ecco perché il passato, che pure ha sempre il suo peso, va tenuto in considerazione sino a un certo punto. La Juve di oggi, per esempio, è profondamente diversa sia a livello di uomini che di sistema di gioco, ormai tramutatosi in maniera definitiva in un 4-2-3-1 di stampo europeo. “Con questo modulo copriamo meglio il campo e abbiamo già vinto due partite – ha spiegato Allegri. – Col Sassuolo però sarà più difficile che con Lazio e Milan: là c’era la voglia di cancellare Firenze, ora invece bisogna essere bravi a non sottovalutare l’avversario”. Il “nuovo vestito” però sembra esaltare le caratteristiche della rosa, tanto che i bianconeri hanno dato finalmente la sensazione di divertirsi in campo e di non vincere solo col pilota automatico. Sistema confermato insomma, seppur con qualche inevitabile variazione legata al turnover. In difesa, davanti a Buffon, spazio a Lichtsteiner, Bonucci, Chiellini e Alex Sandro, a centrocampo Rincon e Pjanic, sulla trequarti Pjaca (favorito su Cuadrado), Dybala e Mandzukic, in attacco l’intoccabile Higuain. Solito 4-3-3 per Di Francesco, che tenterò di bissare l’impresa dell’anno scorso con Consigli tra i pali, Antei, Cannavaro, Acerbi e Peluso nel reparto arretrato, Pellegrini, Aquilani e Mazzitelli in mediana, Berardi, Matri e Politano nel tridente offensivo. Trasferta insidiosa anche per la Roma, di nuovo a Marassi dopo la visita (piacevole visto il risultato) d’inizio 2017 contro il Genoa. Questa volta però sarà la Sampdoria a mettersi di mezzo tra lei e il sogno rimonta, e visti i precedenti (quello del 2010 brucia ancora parecchio) non è il caso di sottovalutarla. “I blucerchiati rappresentano un’insidia, siamo riusciti a batterli due volte in stagione ma con grande difficoltà – il pensiero di Spalletti. – Per noi è un momento particolare, non possiamo permetterci di lasciare punti per strada…”. Il tecnico non vuole incappare in nessun tipo di scivolone, d’altronde il tentativo di rimonta sulla Juve passa da una marcia sostanzialmente perfetta. Per ottenere la quarta vittoria di fila in campionato il tecnico si affiderà al 3-4-2-1 degli ultimi tempi, dunque Szczesny in porta, Rudiger, Manolas e Fazio in difesa, Bruno Peres, Strootman, De Rossi ed Emerson a centrocampo, Nainggolan e Perotti alle spalle di Dzeko.
Giampaolo, a secco di vittorie dal 4 dicembre (2-0 sul Torino, da allora 3 sconfitte e 2 pareggi), proverà il colpaccio con il solito 4-3-1-2: Puggioni tra i pali, Skriniar, Silvestre, Regini e Pavlovic in difesa, Barreto, Torreira e Linetty in mediana, Bruno Fernandes dietro la coppia d’attacco Muriel-Quagliarella. Partita apparentemente priva d’insidie invece per il Napoli, che vuole sfruttare il turno casalingo col Palermo per provare a rosicchiare qualche punto alle rivali. “E’ una gara delicata – ha ribattuto Sarri. – Loro hanno un rendimento molto migliore fuori casa, sarebbero a metà classifica se avessero giocato sempre in trasferta. Voglio vedere se siamo davvero cresciuti mentalmente ma non voglio parlare di scudetto: è giusto che i tifosi sognino, noi però dobbiamo restare coi piedi per terra”. Sarri, che scenderà in campo sapendo già i risultati delle rivali, non potrà contare su Milik: il polacco, dato per rientrante in settimana, non è ancora pronto e verrà gestito con calma. D’altronde l’attacco azzurro ha ormai imparato a fare a meno di lui, tanto da chiedersi cosa succederà una volta che saranno tutti abili e arruolati. Questa intanto rivedremo il classico 4-3-3 delle ultime settimane con Reina in porta, Hysaj, Maksimovic, Albiol e Ghoulam in difesa, Zielinski, Jorginho e Hamsik a centrocampo, Callejon, Mertens e Insigne in attacco. Nel Palermo c’è un nuovo allenatore (Diego Lopez, arrivato in settimana dopo le dimissioni di Corini) ma nessuna novità tattica sostanziale: i rosanero se la giocheranno col 3-5-1-1 con Posavec tra i pali, Cionek, Gonzalez e Goldaniga nel reparto arretrato, Rispoli, Henrique, Jajalo, Chochev e Pezzella in mediana, Quaison dietro l’unica punta Nestorovski.