Ventidue punti di distanza e sentirli tutti. Per ritrovare una sfida tra Juventus e Roma così squilibrata bisogna tornare indietro al 2012, quando i bianconeri dominavano con Conte e i giallorossi annaspavano con Zeman. Qualche anno dopo la storia si ripete ed è la Signora, ancora una volta, a guardare la Lupa dall’alto in basso. Stando ai numeri non sembrerebbe proprio esserci partita: miglior attacco (seppur in coabitazione col Napoli) e miglior difesa da una parte, difficoltà croniche di equilibri tattici e tecnici dall’altra. Basti pensare che il solo Ronaldo, con 11 gol, ha segnato come tutto il reparto offensivo della Roma: difficile, insomma, che allo Stadium possa esserci partita ma guai a dare tutto per scontato. “Loro hanno una squadra tecnicamente molto valida, l’unica a essere rimasta in Champions assieme a noi – il monito di Allegri. – Certo, in estate si pensava che potesse essere una sfida per il vertice ma resta comunque Juve-Roma, e poi questa è una classifica falsa: quella vera, infatti, la vedremo solo il 29 dicembre quando finirà il girone d’andata”. Il tentativo di tenere alta l’attenzione è quello di sempre e visti i risultati raccolti sin qui non si può certo dire che non funzioni.
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Dall’altra parte però le motivazioni non mancheranno, anzi se possibile saranno addirittura maggiori. La panchina di Di Francesco, infatti, non può ancora considerarsi fuori pericolo e se è plausibile che a Roma abbiano messo in conto una sconfitta a Torino, lo è altrettanto che qualcuno (specialmente Pallotta) si aspetti quantomeno una prova all’altezza. “Servirà una partita perfetta sotto tutti i punti di vista – l’analisi del tecnico giallorosso. – Stiamo lavorando per migliorare la fase difensiva e riportare il club dove merita. La Juve è la più forte di tutti e noi in casa loro non facciamo risultato da anni, chissà che questa volta, in un momento difficile, non ci riesca il colpaccio”. I bianconeri sono favoriti anche a livello di formazioni: se le assenza di Cancelo, Cuadrado e Barzagli, infatti, pesano relativamente, quelle di De Rossi, Pellegrini ed El Shaarawy sono veri e propri macigni, anche perché Dzeko, tornato tra i convocati, potrà al massimo andare in panchina. Allegri si affiderà al consueto 4-3-3 con Szczesny in porta, De Sciglio, Bonucci, Chiellini e Alex Sandro in difesa, Bentancur, Pjanic e Matuidi a centrocampo, Dybala, Mandzukic e Ronaldo in attacco.
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Di Francesco risponderà con un 4-2-3-1 che vedrà Olsen tra i pali, Santon, Manolas, Fazio e Kolarov nel reparto arretrato, Cristante e Nzonzi in mediana, Florenzi, Zaniolo e Kluivert alle spalle dell’unica punta Schick. Il match potrebbe cominciare con la Signora a + 5 sul Napoli, a patto che lo stesso faccia il suo dovere al San Paolo contro la Spal (ore 15). Qualsiasi altro scenario, del resto, sarebbe imperdonabile per Ancelotti, chiamato a sbagliare il meno possibile per tenere aperto un campionato già complicatissimo di suo. “Non pensiamo assolutamente alla partita con l’Inter di mercoledì ma solo alla Spal – ha ribadito il tecnico azzurro. – Tutte le gare che giocheremo da qui a fine anno hanno la stessa importanza, dunque sceglierò la formazione migliore di volta in volta”. Nessun maxi turnover in stile Cagliari dunque, nemmeno per chi, come Koulibaly e Insigne, è in diffida e dunque a rischio per il boxing day di San Siro. A meno di colpi di scena, dunque, vedremo un 4-4-2 con Ospina in porta, Hysaj, Albiol, Koulibaly e Ghoulam in difesa, Callejon, Diawara, Hamsik e Fabian Ruiz a centrocampo, Mertens e Insigne in attacco. Missione difficilissima per Semplici, che tenterà l’impresa con un 3-5-2 che vedrà Gomis tra i pali, Cionek, Vicari e Bonifazi nel reparto arretrato, Lazzari, Missiroli, Schiattarella, Kurtic e Fares in mediana alle spalle della coppia offensiva composta da Floccari e Petagna.
