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Juve, poker scudetto. Roma e Napoli lontani

Lo scudetto si tinge ulteriormente di bianconero. Il 4-0 sul Genoa rappresenta, se ancora ce ne fosse bisogno, lo strapotere della Juventus nel campionato italiano, anche se, visti gli ultimi risultati europei, sarebbe il caso di estendere il concetto a tutto il mondo del calcio. Ad oggi i bianconeri possono considerarsi élite assoluta, tanto da essere i soli a giocarsi la chance del triplete tra le big del continente. Altro che scarico mentale: la Juve ha affrontato il match col Genoa con la stessa fame di mercoledì a Barcellona, seppur con interpreti diversi.

Tanti i cambi di Allegri senza però toccare il 4-2-3-1 e, soprattutto, buona parte dell’attacco stellare che lo caratterizza. Fuori il solo Cuadrado, dentro i “soliti” Mandzukic, Dybala e Higuain. Sono proprio questi a decidere il match, il Pipita con l’assist a Marchisio che propizia l’autogol di Munoz (17’), la Joya con un sinistro splendido che lascia di sasso Lamanna (18’): due lampi in altrettanti minuti che chiudono, di fatto, ogni discorso.

Il resto infatti è pura accademia, con la Juve ancora in gol per completare il poker (41’ Mandzukic, 64’ Bonucci) e tre legni (Marchisio, Higuain, Asamoah) a non estenderlo a proporzioni più tennistiche. “Scudetto in tasca? Ci mancano ancora 8 punti – il commento di Allegri – Questa era una partita da vincere a tutti i costi, i ragazzi sono stati bravi. Il mio futuro? Non dipende dai risultati ma dagli stimoli, i presupposti per restare ci sono ma ora non è il momento di parlarne”.

L’ultimo capitolo della 33esima giornata arriverà questa sera, quando la Roma scenderà sul campo dell’Adriatico per affrontare il Pescara (ore 20.45). Partita delicata, tanto più dopo il passo falso del Napoli in quel di Reggio Emilia: i giallorossi, infatti, possono riportarsi a + 4 in classifica, mettendo nuovamente al sicuro il secondo posto.

“Ci giochiamo una posizione importantissima, se la raggiungeremo allora vorrà dire che avremo fatto il massimo – il pensiero di Spalletti – Dobbiamo fare attenzione al Pescara, è una buona squadra che grazie a Zeman sta diventando anche meno sbarazzina”. Il tecnico non vuole cali di tensione ed è pronto ad affidarsi alla miglior formazione possibile, dunque 4-2-3-1 con Szczesny in porta, Bruno Peres, Manolas, Fazio e Juan Jesus in difesa, Strootman e De Rossi a centrocampo, Salah, Nainggolan ed El Shaarawy sulla trequarti, Dzeko in attacco.

Zeman risponderà col suo classico 4-3-3 con Fiorillo tra i pali, Zampano, Coda, Bovo e Biraghi nel reparto arretrato, Memushaj, Muntari e Coulibaly in mediana, Benali, Bahebeck e Caprari nel tridente offensivo.

“Match point” secondo posto reso possibile, come detto in precedenza, dal passo falso del Napoli, incapace di andar oltre al pareggio sul campo del Sassuolo. Un 2-2 pirotecnico quello del Mapei Stadium, ricco di emozioni e colpi di scena. Dopo un primo tempo a reti bianche, le squadre si sono scatenate nella ripresa, affrontandosi a viso aperto e creando numerose occasioni da gol.

I primi a sfruttarne una sono stati gli azzurri, in vantaggio grazie a un colpo di testa di Mertens su assist di Callejon (52’). Ma il Sassuolo non s’è arreso e al 59’ ha trovato il pareggio con Berardi, freddo nello sfruttare un erroraccio di Hamsik e battere Reina. Il Napoli ha provato a vincere in tutti i modi ma dopo aver sfiorato il 2-1 (traversa di Mertens e palo di Insigne) ha finito addirittura per subirlo (80’ Mazzitelli), confermando così i suoi limiti difensivi.

Nel finale ci ha pensato Milik ad evitare la sconfitta (84’) ma non un pareggio che resta comunque negativo, quantomeno alla luce della classifica. “È innegabile che negli episodi siamo stati sfortunati – le parole di Sarri – La partita era in mano nostra, purtroppo ce la siamo complicata e abbiamo rimesso in vita i nostri avversari. E’ un problema che ci ha colpito più volte in questa stagione”.

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