Juventus-Napoli non si fa, anzi sì o forse no. Attorno al big match di questa sera (ore 20:45) s’è letteralmente scatenato il caos, tanto che, incredibile ma vero, a poche ore dal fischio d’inizio non è ancora chiaro se si giocherà oppure no.Il putiferio è scoppiato attorno alle 19, quando l’Asl della Regione Campania, con i giocatori già sul pullman in direzione Torino,bloccava la partenza degli azzurri (che nel pomeriggio avevano scoperto la positività di Elmas, dopo quella di Zielinski), disponendo l’isolamento fiduciario per tutto il gruppo squadra.
Una decisione clamorosa, in totale controtendenza con le norme sottoscritte giovedì, ma soprattutto con il protocollo stilato dalla Figc a maggio, sottoscritto, è bene ricordarlo, con i ministri della Salute Roberto Speranza e dello Sport Vincenzo Spadafora. La regola infatti prevede che, in caso di giocatori o membri dello staff positivi al Covid, gli stessi vengano posti in isolamento, consentendo però agli altri, previo tampone negativo, di continuare l’attività sportiva. Giovedì poi, dopo l’esplosione del focolaio Genoa, ecco l’ulteriore precisazione, in perfetta sintonia con l’Uefa, di un minimo di 13 giocatori sani (12 più un portiere) per giocare, pena la sconfitta a tavolino. Tutto ciò, evidentemente, non è sfuggito alla Juventus, che alle 21:15 ha comunicato che “la Prima Squadra scenderà in campo per la gara Juventus – Napoli domani alle 20:45, come previsto dal calendario della Lega di Serie A”.
Una bordata in piena regola che ha costretto l’Asl di Napoli a una replica, tutt’altro che banale. Secondo l’Ansa visionaria del documento, infatti, “nella nota si parla correttamente di “isolamento volontario”, ma l’azienda sanitaria, competente sul piano medico, non è tenuta ad esplicitare che, giuridicamente, il protocollo sugli atleti professionisti varato dal Ministero della Salute all’ultimo punto prevede la possibilità per i calciatori, a fronte della negatività del tampone, di scendere in campo e consentire il regolare svolgimento della gara. Salvo poi riprendere il periodo di quarantena fino al termine previsto”. Il punto finale sulla querelle l’ha messo la Lega Calcio, comunicando ufficialmente che “la gara Juventus-Napoli, valida per la terza giornata di campionato, resta in programma per domenica alle 20.45”.
E ora che succede? Se lo chiedono in tanti, noi compresi, ed è evidente che sia impossibile dare risposte certe. È probabile però che il Napoli, alla luce della precisazione dell’Asl, non possa rifiutarsi di partire senza pagarne le conseguenze, ovvero incorrere in un inevitabile 0-3 a tavolino. Questa mattina sapremo se gli azzurri partiranno per Torino oppure no, di certo qualsiasi cosa accada siamo di fronte a uno degli episodi più clamorosi della storia della Serie A, destinato a far parlare per anni.Nessun dubbio invece sullo svolgimento di Lazio-Inter (ore 15), se non altro perché il Covid, almeno per ora, ha preferito concentrarsi su altre squadre.
La partita si preannuncia bellissima, con due squadre che, in questo inizio di stagione, non hanno mai lesinato gol e spettacolo. Ci arrivano meglio i nerazzurri, su questo non c’è dubbio: il 5-2 di Benevento ha messo in mostra tutta la potenza di una rosa rinforzata, tanto da far sbilanciare Conte (“ci fa piacere avere il rispetto degli avversari” aveva dichiarato subito dopo il match) come mai prima d’ora. “Con la Lazio affrontiamo un altro tipo di partita, un’ottima squadra che l’anno scorso ha avuto l’ambizione di provare a vincere lo scudetto – ha spiegato il tecnico nerazzurro -. Bisognerà fare molta attenzione, al tempo stesso però non dobbiamo snaturarci ma proseguire nel nostro percorso”. Decisamente più teso il clima in casa Lazio, dove riecheggiano ancora i quattro schiaffi presi dall’Atalanta. “È giusto che ci siano aspettative alte, veniamo da una stagione esaltante, sapevamo che in queste prime tre partite avremmo avuto dei problemi, ma dobbiamo andare oltre – il commento di Inzaghi –. Contro l’Inter servirà una partita perfetta, hanno un ottimo allenatore e giocatori da poter ruotare: dovremo avere un livello di concentrazione diverso da mercoledì”. Inter favorita dunque, anche alla luce di una rosa decisamente più ricca.
Conte opterà per un 3-4-1-2 con Handanovic in porta, Skriniar, De Vrij e Bastoni in difesa, Hakimi, Vidal, Barella e Young a centrocampo, Sensi alle spalle della coppia offensiva composta Lukaku e Lautaro Martinez. Inzaghi risponderà con un 3-5-2 con Strakosha tra i pali, Bastos, Acerbi e Patric nel reparto arretrato, Lazzari, Milinkovic-Savic, Lucas Leiva, Luis Alberto e Marusic in mediana, Caicedoe Immobile in attacco.
A completare la domenica di Serie A anche il Milan di Pioli, atteso dall’impegno di San Siro contro lo Spezia (ore 18). Partita relativamente semplice sulla carta, ma dopo l’assurda qualificazione di giovedì contro il Rio Ave non è il caso di rilassarsi e prendere sottogamba l’avversario. “Da queste situazioni si esce più forti, consapevoli e maturi, ora sappiamo anche dove dobbiamo migliorare – l’analisi di Pioli -. Ora incontreremo una squadra insidiosa, che ha vinto bene a Udine e può metterci in difficoltà, anche perché siamo un po’ stanchi: ci saranno delle rotazioni, saremo pronti”. È evidente che il Milan abbia la spia del carburante accesa, un po’ per le cinque partite disputate in due settimane, un po’ per le assenze che costringono il tecnico a schierare quasi sempre gli stessi uomini. Rispetto a giovedì cambierà qualcosa, ma non molto: i rossoneri dovranno stringere i denti e usare la sosta per tirare il fiato.
Vincere anche oggi però vorrebbe dire arrivare al derby a punteggio pieno, scenario che tutti, da Gazidis fino all’ultimo dei tifosi, si augurano diventi realtà. Il 4-2-3-1 odierno vedrà Donnarumma in porta, Calabria, Kjaer, Gabbia e Hernandez in difesa, Tonali e Kessie a centrocampo, Castillejo, Calhanoglu e Saelemaekers a supporto dell’unica punta Colombo. Italiano, rinfrancato dalla vittoria di Udine, tenterà l’impresa con un 4-3-3 con Rafael tra i pali, Ferrer, Chabot, Erlic e Marchizza nel reparto arretrato, Bartolomei, Ricci e Maggiore in mediana, Verde, Galabinov e Gyasi in attacco. Domenica da spettatrice invece per la Roma, che ha già fatto il suo dovere nell’anticipo di ieri vincendo a Udine 1-0 con un gol di Pedro (55’).
Una magia che è valsa 3 punti, i primi del campionato giallorosso: un bel successo, fondamentale per vivere una sosta serena, nella speranza che il mercato porti in dote i rinforzi necessari.