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Juve-Milan: un pari che sta stretto ai bianconeri che falliscono l’assalto al secondo posto. Oggi Inter-Toro e Napoli-Roma

Nel derby delle grandi deluse la Juve gioca meglio ma non segna e il Milan ne approfitta. Oggi a San Siro il via alla festa scudetto dell’Inter. Al Maradona Napoli e Roma in corsa per l’Europa

Juve-Milan: un pari che sta stretto ai bianconeri che falliscono l’assalto al secondo posto. Oggi Inter-Toro e Napoli-Roma

La Juve spreca, il Milan ringrazia. Il “derby delle deluse” si è concluso con un pareggio che fotografa al meglio i problemi delle due squadre, uno 0-0 che sa tanto di “vorrei, ma non posso”. A dispetto delle attese, però, è stata la Signora a giocarlo meglio, sfiorando a più riprese il gol che, molto probabilmente, avrebbe riaperto la corsa al secondo posto. Il Diavolo, invece, ha messo fine al ciclo di sconfitte che ha distrutto la sua stagione, ma questa è l’unica buona notizia della sua giornata. Tutto questo all’Inter interessa poco, impegnata com’è nelle celebrazioni dello scudettoappena conquistato: la partita contro il Torino sarà solo l’inizio di una grande giornata di festa, destinata a entrare nella storia del club. Ma la domenica vivrà anche di scontri per l’Europa come Napoli-Roma, o di testacoda tipo Bologna-UdineseAtalanta-Empoli e Fiorentina-Sassuolo.

Juventus – Milan 0-0: il pari sta stretto alla Juve, Pioli blinda il secondo posto

Lo 0-0 di Torino, come detto in precedenza, è un risultato bugiardo, perché la Juventus ha creato diverse occasioni e sfiorato ripetutamente il gol della vittoria. Ma nel calcio, si sa, non vince ai punti come nella boxe, bensì segnando una rete in più dell’avversario: cosa che non è accaduta, un po’ per merito della retroguardia rossonera (su tutti Sportiello, schierato titolare per via di un infortunio nel riscaldamento di Maignan), un po’ per la solita “stitichezza” degli uomini di Allegri, incapaci di concretizzare il gioco prodotto. Il primo tempo, a dire il vero, non ha regalato particolari emozioni, bloccato sia dalla paura di perdere (superiore persino alla voglia di vincere) che dal ritmo delle due squadre, decisamente basso. Poco prima dell’intervallo, però, Vlahovic ha spaventato Sportiello con una punizione insidiosa e da lì la partita è cambiata. I bianconeri della ripresa, infatti, sono stati molto più intensi e pericolosi, tanto da attaccare la porta rossonera con KosticDanilo (parata miracolosa dell’ex Atalanta), Milik e Rabiot, stoppato sulla linea da un grande intervento di Thiaw. Il Milan? Un tiro di Loftus-Cheek fuori di un soffio e null’altro, in totale antitesi con il calcio brillante e offensivo mostrato fino a due settimane fa. Gli ultimi giorni, evidentemente, hanno lasciato cicatrici difficilmente rimarginabili nel gruppo di Pioli, anche perché i media danno per certa una rivoluzione estiva, sia per quanto concerne il tecnico (salgono le quotazioni di Lopetegui) che la rosa. Da salvare, insomma, c’è solo il risultato, visto che ora il secondo posto è quasi sicuro: un paio di vittorie dovrebbero bastare per prendersi la medaglia d’argento e la qualificazione alla prossima Supercoppa Italiana.

Allegri: “Contento della prestazione, ma se non segni non vinci le partite…”

“Dobbiamo sbagliare di meno, abbiamo avuto occasioni per segnare, ma se non la butti dentro non vinci le partite – ha sottolineato Allegri -. Ho visto i ragazzi giocare con fiducia, non esiste un modulo e un modello per vincere. La Juve del futuro? Sono un amante dei giocatori tecnici, sono cresciuto con un allenatore che non ha mai parlato di moduli, solo di tecnica (Galeone, ndr). Questa domanda dovete farla alla società, io devo pensare al finale di stagione cercando di schierare la miglior formazione. Il secondo tempo è stato giocato con fiducia, sono contento della prestazione, a calcio si può giocare in certi modi, c’è una rosa che dovrà essere valutata per capire se andrà rinforzata o va bene così per affrontare la nuova stagione. Di sicuro non c’è niente, abbiamo due obiettivi abbastanza vicini: abbiamo perso una finale ai supplementari con l’Inter, quest’anno speriamo di essere bravi e fortunati per vincerla, ma a questi ragazzi non posso rimproverare niente. Non è facile giocare in questo momento nella Juventus, partite così importanti fanno parte del loro processo di crescita”.

Furlani stoppa Lopetegui: “Girano troppi nomi, il nostro allenatore è Pioli”

Questa volta Pioli, a differenza del post-derby, s’è presentato in conferenza stampa, ma le attenzioni sono state tutte per Furlani, chiamato a fare un po’ di chiarezza dopo il tam-tam mediatico degli ultimi giorni, totalmente incentrato su Lopetegui. “Sono stati fatti una decina di nomi, chi più ne ha più ne metta… – ha tuonato l’ad rossonero -. Sono voci che danno fastidio, l’hanno detto anche i calciatori, noi abbiamo un allenatore e si chiama Stefano Pioli. Stiamo già lavorando e programmando la prossima stagione per rinforzare la squadra. Il lavoro sul mercato sarà diverso da quello dell’anno scorso, quando abbiamo fatto una rivoluzione perché pensavamo di non avere una rosa non all’altezza: stavolta abbiamo già una base, sarà un lavoro più mirato. Leao? Ha un contratto lungo e vuole restare. Ibrahimovic? È fondamentale nelle decisioni del club, è un campione fuori dal campo come lo era dentro. I tifosi sono insoddisfatti perché sono ambiziosi e vogliono il meglio come lo vogliamo noi, dobbiamo fare di più per accontentarli. Non è andata come speravamo perché siamo il Milan e il nostro obiettivo è vincere, ma vogliamo finire la stagione al meglio tenendoci stretto il secondo posto”.

Lazio – Verona 1-0, Zaccagni tiene Tudor in corsa per il quinto posto

L’anticipo serale sorride alla Lazio, vittoriosa sul Verona e ancora in corsa per un posto in Europa. La Champions, al momento, è ancora complicata (la Roma ha una gara in meno, l’Atalanta due), ma l’ipotesi di poter qualificare anche la sesta esiste ed è meno peregrina di quanto si pensi: giallorossi o nerazzurri dovrebbero vincere l’Europa League e non posizionarsi nelle prime quattro. Difficile, non certo impossibile, e il messaggio sembra essere arrivato a Formello, visto che i biancocelesti sono apparsi decisamente sul pezzo, anche se la delusione con la Juve era ancora fresca. La partita col Verona, poi, non era affatto semplice, la squadra di Tudor è però riuscita a crescere alla distanza, fino al gol scaccia-paura di Zaccagni (72’), subentrato poco prima al posto di Isaksen. “Conta poco programmare, dobbiamo ragionare partita per partita perché si vince così – ha spiegato Tudor -. Ora bisogna preparare il Monza, sarà difficile, ma questa è una grande vittoria, l’abbiamo preparata come fosse una finale. È stata una partita bella perché c’era stanchezza mentale e i calciatori sono andati in campo motivati, a giocarsi la vita, hanno espresso valori importanti. Nel calcio conta tutto, le parole si condividono perché siamo sulla strada giusta e vogliamo finire bene e fare più punti possibili, ovviamente sperando che gli altri non li facciano. Poi tireremo le somme e vedremo dove saremo arrivati”.

Inter – Torino (ore 12.30, Dazn)

Il risultato dello Juventus Stadium non interessa affatto all’Inter, ormai focalizzata solo sulla festa per lo scudetto appena conquistato. Squadra e tifosi lo stanno celebrando da lunedì scorso, oggi però si raggiungerà il culmine: prima la partita contro il Torino davanti a 75 mila cuori nerazzurri, poi la parata in giro per Milano sul classico bus scoperto. Un tripudio interista che avrà inizio alle 16 con un percorso lungo 8 chilometri che durerà circa 4 ore, deciso in accordo con la Prefettura. I bus si infileranno subito in Caprilli, il vialone che porta a Piazzale Lotto, e da lì toccheranno le zone di Parco Sempione, Arco della Pace, Arena, Porta Nuova, Piazza della Repubblica e Manzoni fino al Duomo. Un momento simbolico quando da via Melchiorre Gioia si girerà in viale della Liberazione: un saluto alla sede dell’Inter abbellita a festa da lunedì. Molto prima, in viale Teodorico, il torpedone sarà assai vicino a Casa Milan. Considerando il previsto andamento lento, a passo d’uomo, l’arrivo è previsto intorno alle 20: un dj set attenderà i giocatori sulla Terrazza 21 del Duomo, dove lo speaker Mirko Mengozzi presenterà i componenti della squadra. Prima c’è una partita che conta poco per i nerazzurri, se non per migliorare i già strepitosi numeri stagionali, ma molto per il Torino, a caccia di punti per restare aggrappato al sogno Conference League. Molto, comunque, dipenderà dall’Inter e dal grado di concentrazione con cui scenderà in campo: il rischio di lasciare qualcosa dopo i bagordi esiste, ma sembra difficile che Inzaghi voglia fermarsi proprio nel giorno della festa.

Inter – Torino, le probabili formazioni

Inter (3-5-2): Sommer; Pavard; De Vrij, Bastoni; Darmian, Barella, Calhanoglu, Mkhitaryan, Carlos Augusto; Thuram, Lautaro

  • Allenatore: Inzaghi
  • Squalificati: Dumfries
  • Indisponibili: Acerbi, Dimarco

Torino (3-4-1-2): Milinkovic-Savic; Tameze, Buongiorno, Rodriguez; Bellanova, Ricci, Ilic, Vojvoda; Vlasic; Sanabria, Zapata

  • Allenatore: Juric
  • Squalificati: Linetty
  • Indisponibili: Djidji, Schuurs, Gineitis

Napoli – Roma (ore 18, Dazn e Sky)

Il clou della domenica è sicuramente al Maradona, dove andrà in scena la sfida mai banale tra Napoli e Roma. Sulla carta poteva essere uno scontro diretto per la zona Champions, in realtà non sarà così e la colpa è tutta degli azzurri, incapaci di svoltare e dare il là a un filotto che avrebbe riaperto i giochi. La sconfitta di Empoliha fatto male a tutto l’ambiente, oltre che spento le ultime speranze per il quinto posto: un successo odierno riaccenderebbe una piccola fiammella, anche se i punti di distacco resterebbero comunque sei (e in mezzo ci sono anche Atalanta e Lazio). Ad ogni modo il Napoli vuole dare un segnale di risveglio ai propri tifosi, tanto più che la rivalità con la Roma è fortissima, non a caso ha scelto di preparare la partita con un ritiro di due giorni, oltre che di tornare a parlare nella conferenza stampa della vigilia. I giallorossi invece non hanno tempo di pensare a nulla che non sia il campo, immersi come sono in un vero e proprio tour de force di partite. Neanche il tempo di archiviare la vittoria di Udine, pesante come un macigno ai fini della Champions, ed è già ora di giocare a Napoli, il tutto con la semifinale di EuropaLeague contro il Bayer Leverkusen alle porte. Ci sarebbe da farsi venire il mal di testa, se non fosse che vincere aiuta a vincere e la Roma di De Rossi lo sta facendo molto spesso. DDR ha già eguagliato i 29 punti di Mourinho con sette partite in meno (13 a 20), ora però è il momento di stringere i pugni e vedere cosa rimane in mano. La qualificazione alla prossima Champions sarebbe manna dal cielo per i conti del club, un’altra finale europea (la terza consecutiva) entrerebbe di diritto nella storia: tutto è possibile, ecco perché i giallorossi non possono fare calcoli, solo continuare a fare punti.

Calzona: “Voglio carattere e fame di vittoria, pensiamo solo alla Roma”

“Voglio vedere la prestazione, sia in fase di possesso che quando non lo siamo, giocatori che rincorrono gli avversari con rabbia, la cosa che è mancata ultimamente – ha tuonato Calzona -. Spero di vedere questo, con la prestazione vengono poi anche i risultati, voglio vedere carattere, voglia di vincere la partita. Abbiamo concordato il ritiro con la società, sono stato d’accordo, stare lontano dalla famiglia può farti rendere conto che stiamo mancando, ad Empoli sotto tanti punti di vista: è solo per stare insieme, una scelta produttiva, non punitiva. Abbiamo buttato via occasioni per riagganciare la classifica che conta, ma ora non possiamo fare progetti, dobbiamo pensare partita per partita. Il nostro futuro non dipende neanche più da noi, ma pure dagli avversari e ho chiesto ai ragazzi di pensare solo alla Roma, poi vedremo cosa verrà fuori”.

De Rossi: “La Champions è possibile, ma a Napoli sarà molto dura”

“Non ci piangiamo addosso, sarà una partita molto difficile perché incontriamo l’unica squadra che a livello di giocatori sta veramente vicino all’Inter – il pensiero di De Rossi -. Nella passata stagione era ingiocabile, quest’anno invece sta avendo dei problemi, ma sarà comunque molto tosta. Le difficoltà maggiori? Il dover affrontare tantissime partite ravvicinate, avere pochi giorni per prepararle e soprattutto trovarsi di fronte avversari forti come il Napoli. Tutte le squadre che affronteremo sono di livello altissimo, servirebbero forze fresche, ma nella maggior parte dei casi anche gli altri hanno tanti impegni. Tre mesi fa avrei firmato per trovarmi in questa posizione, abbiamo riacceso la corsa, non è solo un sogno ma è qualcosa di possibile. Sarà difficile, c’è il peso delle avversarie e del calendario, però siamo consapevoli di aver fatto ottime partite contro squadre molto forti e altre pessime contro squadre inferiori. Se ci avessero detto che l’Atalanta avrebbe fatto un punto tra Verona e Cagliari ci saremmo messi a ridere, ma verso la fine del campionato le squadre di bassa di classifica possono essere più fastidiose rispetto ad altre”.

Napoli – Roma, le probabili formazioni

Napoli (4-3-3): Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Juan Jesus, Mario Rui; Anguissa, Lobotka, Cajuste; Politano, Osimhen, Kvarathkhelia

  • Allenatore: Calzona
  • Squalificati: nessuno
  • Indisponibili: Demme, Zielinski 

Roma (4-3-3): Svilar; Celik, Mancini, Ndicka, Angelino; Bove, Cristante, Pellegrini; Dybala, Azmoun, El Shaarawy

  • Allenatore: De Rossi
  • Squalificati: Llorente, Paredes
  • Indisponibili: Lukaku, Smalling

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