Scudetto, meno 4. Tanti (si fa per dire…) sono i punti che mancano alla Juventus per conquistare il titolo numero 29 della sua storia, il secondo consecutivo dell’era Conte. A 5 giornate dal termine, con il Napoli staccato di 11 lunghezze (che però diventano 12 considerando gli scontri diretti), solo una formalità. Se lo merita la Vecchia Signora, capace di stare in cima alla classifica per tutto il campionato, nonostante il calendario, soprattutto negli ultimi tempi, riservasse più di un’insidia. Dopo il pareggio di Napoli, la Juventus ha totalizzato 6 vittorie consecutive, espugnando i difficili campi di Bologna, Milano (Inter) e Roma (Lazio), battendo in casa Catania e Milan, oltre al povero Pescara (a cavallo però delle due sfide al Bayern Monaco). Insomma, una marcia trionfale, alla quale nemmeno i rossoneri, unici imbattuti nel 2013, sono riusciti a porre fine.
“Questa per noi è la sesta vittoria consecutiva e sento parlare di scudetto da 6 partite, invece solo ora siamo a +11 – ha spiegato Conte con un pizzico d’orgoglio. – Se ne avessimo pareggiato anche solo due, oggi saremmo solo a +7 con un calendario duro. Oggi è stato un passo non dico decisivo, ma un bel passo”. In attesa che il tecnico si lasci andare ai festeggiamenti (a proposito: potrebbero arrivare già domenica prossima, se la Juve vincerà il derby con il Toro e il Napoli non andrà oltre il pareggio col Pescara), il popolo bianconero si gode la vittoria sul Milan, unico avversario (assieme alla Sampdoria) non ancora battuto in stagione. Non è stata una bella partita e, a conti fatti, il risultato più giusto sarebbe stato un pareggio, ma la Vecchia Signora non ha rubato nulla. Da grande squadra qual è, ha sfruttato un errore rossonero per sbloccare un match fin lì equilibratissimo.
Dopo un primo tempo senza particolari emozioni (salvo una punizione di Pirlo deviata dalla barriera e respinta da Abbiati), anche il secondo scorreva sulla stessa linea. Possesso palla orizzontale del Milan, strappi verticali della Juve, il tutto senza tiri in porta. La noia è stata spezzata dal duo Abate – Amelia, quest’ultimo subentrato ad Abbiati dopo appena 15 minuti di gioco. I due hanno pasticciato su un pallone sul quale si è avventato Asamoah, prima che il portiere rossonero lo travolgesse in maniera plateale. Rigore sacrosanto e gol di Vidal, preciso come un cecchino nel mandare la palla sotto l’incrocio dei pali. Altro da raccontare? “È stata una partita equilibrata, il Milan è il Milan, parte per vincere, trovarci a +18 è motivo di grande soddisfazione per noi – il pensiero di Antonio Conte. – Loro venivano da 14 risultati utili di fila e per noi non era facile perché con il Napoli a -8 qualche brutto pensierino ti viene, ci aveva messo un po’ di pressione”.
Come ribadito dal tecnico, il vantaggio sul Milan è notevole: “Trovarci a +18 su di loro è una cosa rara, credo non sia capitato spesso ultimamente. Lo ripeto, la storia la scrive chi vince, gli altri possono solo leggerla”. La frecciata a Galliani è evidente, ma, in attesa di un’eventuale replica dell’ad, la parola l’ha presa Massimiliano Allegri. Che è apparso tranquillo, nonostante il momento sia piuttosto complicato: “E’ stata una partita equilibrata, abbiamo concesso poco e niente, ma nello stesso tempo senza creare occasioni. Spiace perché potevamo fare meglio, ma prendiamo questa sconfitta, la prima del girone di ritorno. Adesso giochiamo le prossime partite nel migliore dei modi per mantenere il vantaggio sulle inseguitrici”. Che si è ridotto all’osso, soprattutto sulla Fiorentina. I viola sono a meno 1, e il terzo posto, fino a due settimane fa pressoché certo, è tornato in bilico. “La Fiorentina non fa paura – ha scrollato le spalle Allegri. – Sapevamo che avevamo un trittico di partite importanti, avevamo il match ball a Firenze sul 2-0. Però abbiamo un calendario che ci permette sulla carta di fare punti e le prestazioni della squadra sono buone”. Sarà, ma i rossoneri, comunque autori di una rimonta straordinaria, hanno totalizzato appena 2 punti nelle ultime 3 partite, complicandosi così la strada verso i preliminari di Champions.