Condividi

Juve, lo scudetto è suo grazie al Toro che ferma il Napoli

Pareggiando a Napoli, il Toro dell’ex Mazzarri consegna virtualmente il settimo scudetto consecutivo alla Juve – Solo la matematica impedisce ai bianconeri di festeggiare subito ma tra la Juve e il Napoli ci sono 16 gol di vantaggio nella differenza reti, impossibile da colmare in due sole partite – La Juve pensa già alla finale di Coppa Italia, il Napoli piange e forse dà l’addio a Sarri

Juve, lo scudetto è suo grazie al Toro che ferma il Napoli

Il Torino consegna lo scudetto alla Juve. Il pari dei granata al San Paolo, di fatto, toglie anche l’ultima incertezza sulla lotta alla medaglia d’oro, destinata (a meno di incredibili colpi di scena) a finire sulle maglie bianconere per la settima volta di fila. Le cose stanno così: Juventus campione anche in caso di doppia sconfitta con Roma e Verona e di un Napoli vincente a Genova e col Crotone, merito della differenza reti che vede Allegri in vantaggio di 16 gol, un numero enorme e impossibile da ribaltare in soli due turni.

Insomma, solo la matematica ha impedito ai bianconeri di scendere in piazza già ieri ma la festa è solo rimandata, in barba a chi pensava che questo sarebbe stato uno scudetto conteso fino all’ultimo secondo. Qui però, oltre ai meriti della Juve, ci sono le colpe del Napoli, che dopo aver sbancato Torino ed essersi illuso di poter vincere ha raccolto solo un punto tra Firenze e il match di ieri.

I granata peraltro si sono presentati in campo senza Belotti e Iago Falque, entrambi in panchina per strane scelte tecniche di Mazzarri, nonostante questo però sono riusciti a fermare gli azzurri sul 2-2, peraltro rimontando due volte. Il gol di Mertens (25’) aveva illuso il San Paolo, il pareggio di Baselli (55’) lo aveva riportato sulla terra, lasciando presagire un pomeriggio decisamente meno semplice del previsto.

Il missile sotto l’incrocio di Hamsik (71’, rete numero 100 per lo slovacco in Serie A) sembrava aver scacciato gli incubi ma il colpo di testa di De Silvestri (83’) li riportava nuovamente sul prato di Fuorigrotta. Il fischio finale di Doveri sanciva la fine del sogno scudetto e, forse, anche del ciclo di Sarri e di alcuni suoi giocatori, come testimoniato dalle lacrime di alcuni (Jorginho su tutti) e dalli striscioni del San Paolo, schieratosi compatto con l’allenatore in questa diatriba interna contro De Laurentiis.

Il tecnico non ha gradito alcuni commenti pepati del presidente, che a sua volta è risentito dai continui rinvii sul discorso rinnovo. Insomma, le strade dei due sembrano destinate a separarsi, con Sarri intrigato dall’ipotesi Premier (la stampa inglese parla di un interesse molto concreto del Chelsea) e ADL dall’attuale allenatore della Sampdoria Giampaolo.

“Mi dispiace se il presidente non è contento ma io sento di avere la coscienza a posto – il commento laconico del tecnico – Ho fatto tutto nel bene della squadra, per fare il maggior numero di punti nella manifestazione che sta più a cuore ai napoletani”.

Poteva esserci uno scudetto nel tripudio generale, invece rischia di finire tra accuse e polemiche. A dimostrazione che il risultato, in fondo, è sempre la cosa più importante.

Commenta