Pasqua felice per la Juventus e i suoi 14 milioni di tifosi, che inaspettatamente si ritrovano in testa alla classifica dopo un sabato pazzo come non mai. Il paradosso è che la Juve deve una buona fetta del primato ad Amauri, fino a pochi mesi fa giocatore indesiderato e contestato, che invece rischia di diventare il simbolo di un trionfo. Il resto lo ha fatto ancora una volta Antonio Conte, capace di mandare in campo la solita squadra battagliera e determinata, per nulla intimorita dal “dover vincere per forza”. La Serie A ha così una nuova padrona, che ora non potrà più nascondersi: il titolo è nelle sue mani e a 7 giornate dalla fine non è un vantaggio da poco. Certo, le insidie sono ancora tante, a cominciare dalla sfida con la Lazio di mercoledì sera, ma la Juve dà l’idea di essere pronta a superarle. D’altronde le cifre sono con lei: nessuna sconfitta e miglior difesa, tutto ciò che serve per cucirsi lo scudetto sulla maglia. Alla opera costruita da Conte manca solo un ultimo tassello, vincere sotto il peso delle responsabilità. Se ci riuscirà, allora nessuno potrà toglierle questo titolo.
LA PARTITA
Antonio Conte aveva definito la partita di Palermo come “la prima di 8 finali”, una sorta di premonizione diventata realtà dopo la sconfitta del Milan. E così, quando alle 18.30 l’arbitro Brighi fischia l’inizio, la Juventus si ritrova con la possibilità di sorpassare i rossoneri, una chance più ghiotta di qualsiasi uovo di pasqua. Come previsto, Conte schiera i suoi con il 3-5-2, con una sola sopresa: sulla sinistra non c’è De Ceglie ma Estigarribia. In piena emergenza difesa, Mutti risponde con un Palermo a forte trazione posteriore, che fin dall’inizio rinuncia a qualsiasi velleità offensiva. La Juve è carica come non mai, e dopo appena venti minuti conta già tre palle gol nitide come la luce del sole, vanificate, nell’ordine, da Quagliarella (tiraccio di punta da ottima posizione), Vucinic (tiro a lato dopo aver saltato il portiere) e Caceres (clamoroso errore sotto porta a Viviano battuto). Insomma, chi si aspettava una partita combattuta si mette subito l’animo in pace, il match si gioca ad una porta sola, quella rosanero. Il possesso palla pro Juve è quasi imbarazzante, ma dopo i primi terribili minuti il Palermo si assesta, anche perché i bianconeri cercano di sfondare solo per vie centrali, il che fa infuriare Conte. Nella ripresa il copione non cambia, e dopo 11 minuti il muro rosanero crolla: calcio d’angolo di Pirlo, stacco imperioso di Bonucci e vantaggio bianconero. Anche dopo il gol spaccapartita, la Juve continua ad attaccare come se niente fosse. Al 22’ Conte sostituisce un Vucinic piuttosto inconcludente con Matri, lasciando in campo Quagliarella e l’attaccante napoletano lo ripaga subito, insaccando il pallone alle spalle di Viviano con un sinistro mortifero. Di fatto il match finisce qui, con il Palermo che evita imbarcate davanti al proprio pubblico e la Juve che risparmia energie in vista della sfida con la Lazio. Da mercoledì infatti saranno tutte finali, questa volta per davvero.
LE REAZIONI
A primato acquisito, Antonio Conte si presenta in conferenza stampa senza la consueta maschera: “Abbiamo fatto una lunga rincorsa e siamo stati bravi ad approfittare di due stop inattesi del Milan. Detto questo, mancano sette partite alla fine e il nostro calendario è più difficile e impegnativo rispetto a quello del Milan. Certo, adesso non siamo più ad inizio campionato…”. Insomma, il tempo del “nascondino” è finito, la Juve ha la possibilità concreta di vincere lo scudetto. E pazienza se questo aumenterà le pressioni: “Io preferisco sempre essere davanti – ha proseguito Conte – così non devo dipendere da nessuno”. Il tecnico bianconero si gode la maturità della sua creatura, acquisita grazie al lavoro e alla dedizione: “Abbiamo acquisito consapevolezza, è aumentata l’autostima e miglioriamo di giorno in giorno. Come ho detto ai ragazzi: ‘Abbiamo voluto la bicicletta, adesso pedaliamo fino alla fine’. Ci ritroviamo a sette partite dal termine primi in classifica a +1 sul Milan e ancora imbattuti. E a me questa cosa dell’imbattibilità piace molto, perchè testimonia che il lavoro porta benefici importanti. Devo fare i complimenti e dare merito ai ragazzi che sono straordinari”. Chiusura dedicata ad Amauri, lo juventino per eccellenza della giornata: “Sono doppiamente contento per lui, ci ha fatto un bel favore”.