Tutto come previsto. La Juventus batte il Lecce con un netto 4-0 e si porta a più 7 sulla Lazio e a più 11 sull’Inter, mettendosi nella miglior condizione possibile. Se le rivali dovessero vincere, infatti, il vantaggio resterebbe comunque ottimo, viceversa, qualora una o entrambe fallissero, ecco che il nono scudetto consecutivo diventerebbe davvero vicino. Va detto che questo scenario era piuttosto prevedibile, perché nemmeno i tifosi più accaniti di Lazio e Inter nutrivano grosse speranze nel Lecce di Liverani, troppo inferiore per fare risultato a Torino. La pratica però è stata meno facile di quanto non dica il 4-0 finale, perché i salentini hanno approcciato meglio il match, creando più di un grattacapo alla Signora almeno fino al 32’.
Quello infatti è stato il vero e proprio sliding doors della partita, con Lucioni costretto ad abbattere Bentancur lanciato in porta e a lasciare i suoi in 10: da lì il Lecce, fino a quel momento compatto e propositivo, ha abbandonato qualsiasi velleità bellicosa per difendere lo 0-0, consegnandosi di fatto allo strapotere tecnico della capolista. Che già sul finire di primo tempo poteva sbloccare il risultato con Ronaldo e Bernardeschi (clamorosi, soprattutto per il portoghese, errori sotto porta), a testimonianza di un cambio di passo ormai deciso. E infatti nella ripresa, con il Lecce ormai stabilmente nella propria trequarti, ecco la giocata spacca-equilibrio di Dybala, autore di un altro sinistro sotto l’incrocio dopo quello di Bologna (53’).
Da lì in poi è stata pura accademia, con Ronaldo bravissimo prima a procurarsi e a trasformare il rigore del 2-0 (62’, fallo di Rossettini), poi a mandare in porta Higuain (seppur con deviazione decisiva di Donati) per il 3-0 (84’). Il punto esclamativo sul trionfo bianconero lo ha messo De Ligt con un colpo di testa ravvicinato su assist di Douglas Costa (86’), arrotondando una vittoria che, ormai da tempo, non era affatto in discussione: non è il caso di esaltarsi, ci mancherebbe, ma di certo la Juve può dirsi soddisfatta sia a livello di gioco che di classifica. “Ho visto una partita sofferta dal punto di vista fisico ed una bella mentalità nel secondo tempo – l’analisi di Sarri. – Dobbiamo cambiare gli approcci alle partite, la superiorità numerica ci ha permesso di fare bene: continuiamo a fare risultati, pensiamo a noi stessi. Higuain? Gonzalo ha passato un momento difficile a livello personale e globale, sono contento che abbia segnato”.
Il risultato di Torino rende ancor più interessante la giornata odierna, che vedrà la Lazio impegnata all’Olimpico contro la Fiorentina (ore 21.45). Partita delicatissima per la squadra di Inzaghi, costretta a vincere per tornare a meno 4 dalla vetta: fosse così la corsa scudetto resterebbe aperta, viceversa si complicherebbe maledettamente, forse in maniera irreversibile. Il tecnico biancoceleste, ieri in silenzio per scelta societaria, è consapevole di quanto pesino questi 3 punti, ma anche delle difficoltà di una rosa già di per sé inferiore alle rivali, ancor più ora che fiaccata dagli infortuni. Gli indisponibili di Bergamo resteranno tali anche oggi (Lucas Leiva e Marusic proveranno in mattinata ma quasi certamente non ci saranno), anzi all’elenco si è aggiunto Cataldi, uscito a metà partita per un problema alla caviglia e pure Correa, nonostante sia convocato, non sta benissimo.
Insomma, la Lazio perde i pezzi e solo lo spirito battagliero pre-Covid (e del primo tempo con l’Atalanta) può salvarla dalla fine di un sogno. Inzaghi punterà tutto su un 3-5-2 con Strakosha in porta, Patric, Acerbi e Bastos in difesa, Lazzari, Milinkovic-Savic, Parolo, Luis Alberto e Jony a centrocampo, Caicedo e Immobile in attacco. Di fronte ci sarà comunque una Fiorentina tutt’altro che imbattibile, innervosita dal pareggio casalingo contro il Brescia e priva degli squalificati Chiesa e Caceres. Iachini non ha l’acqua alla gola, ma certo una sconfitta non gli farebbe piacere, anche perché la distanza dalla zona retrocessione non è ancora così ampia da permettere rilassamenti. Il tecnico viola proverà a strappare punti pesanti con un 3-5-2 che vedrà Dragowski tra i pali, Milenkovic, Pezzella e Ceccherini nel reparto arretrato, Lirola, Duncan, Pulgar, Castrovilli e Igor in mediana, Ribery e Cutrone coppia offensiva.