Genoa e Napoli riaprono il campionato! I primi fermando la capolista Juventus, i secondi vincendo a Udine: il prodotto finale è una classifica accorciata, con la squadra di Allegri sempre in testa ma con un vantaggio molto meno rassicurante di prima. Anche perché, al di là dei punti, il messaggio che arriva da questo sabato di campionato è forte e chiaro: tutti devono giocare al massimo, Juve compresa, altrimenti lo scivolone è dietro l’angolo. E il discorso, con i dovuti adattamenti, vale per ogni corsa, anche per quella Champions: ne sa qualcosa la Roma, costretta a fare i conti con una clamorosa sconfitta casalinga contro la Spal che ne rimette in discussione valore e obiettivi. Ma andiamo con ordine (di classifica) e partiamo dall’1-1 di Torino tra Juventus e Genoa, senza dubbio il risultato più clamoroso di questo sabato. Perché se dalla Roma è lecito, purtroppo per lei, aspettarsi alti e bassi, così non è dai bianconeri, sino a ieri praticamente perfetti. Alla vigilia Allegri aveva suonato un campanello d’allarme (“tutta questa energia positiva abbassa la tensione”, il suo monito in conferenza stampa) ma in pochi lo avevano preso sul serio.
Invece il pareggio dello Stadium (vantaggio Juve con Ronaldo al 18’, pari Genoa con Bessa al 68’), figlio di un secondo tempo scialbo e sottotono, ha reso giustizia al suo sfogo, dimostrando che anche la Signora ha un volto umano come gli altri. “E’ davvero un peccato, questa era una partita da vincere – ha ringhiato il tecnico. – Nel secondo tempo eravamo come addormentati, probabilmente avevamo la testa a Manchester e queste cose non devono capitare, sono gare come queste che decidono gli scudetti. Ad ogni modo credo che questo pareggio possa farci anche bene, vorrà dire che torneremo coi piedi per terra e capiremo che per vincere le partite bisogna fare fatica”. Allegri non poteva sapere che, da lì a breve, il Napoli avrebbe accorciato la classifica ma è probabile che lo immaginasse. Farsi scappare una chanche del genere infatti sarebbe stato imperdonabile e Ancelotti non se lo è fatto ripetere due volte. Gli azzurri si sono imposti sull’Udinese con un netto 3-0 e se è vero che il risultato è stato forse troppo severo, lo è anche che i 3 punti sono stati sicuramente meritati. Le scelte di Carletto, ancora una volta, si sono rivelate giuste: il turnover funziona e se a questo si aggiunge la fortuna, ecco che il risultato non può che essere positivo. Prendete il gol spacca partita: lo segna Fabian Ruiz, entrato in campo 100 secondi prima per l’infortunio di Verdi, con uno splendido destro a giro (14’). E il 3-0 porta la firma di Rog (85’), anch’egli subentrato da meno di un minuto: buona sorte, d’accordo, ma anche strategia vincente di un tecnico che sta facendo del turnover la vera novità tattica del Napoli.
Tutti sono coinvolti, nessuno escluso, e anche chi ha perso la titolarità fissa tipo Mertens gioca con grinta e determinazione, ben oltre il rigore che ha spento le velleità di rimonta dell’Udinese (82’). “Volevamo ripartire come prima della sosta e abbiamo offerto una bella prova di maturità – il commento soddisfatto di Ancelotti. – E’ stata una vittoria sofferta ma meritata, con buone risposte da parte di tutti. Ora ci aspetta una bellissima partita contro il Psg, sarà quasi determinante per il passaggio del turno ma ormai siamo in ballo, e allora balliamo…”. Impegno ostico che gli azzurri, però, affronteranno con il morale a mille. L’esatto opposto della Roma, che avrà sì un avversario più morbido come il Cska Mosca ma anche un umore sotto terra, figlio del ko contro la Spal che rischia di rimettere tutto in discussione. Già, perché il filotto pre-sosta sembrava aver messo fine alla crisi di metà settembre, ieri però si sono rivisti tutti gli sconcertanti cali di rendimento di una squadra tanto talentuosa quanto instabile.
“Sono arrabbiato, voglio applicazione da parte di tutti – ha tuonato Di Francesco. – Dopo il primo tempo ero contento, ci era mancato solo l’ultimo passaggio, nella ripresa invece siamo stati troppo frenetici, anche quando loro erano rimasti in 10. Questa squadra mi fa diventare matto, pretendo che tutti siano sempre sul pezzo. Per fortuna che martedì c’è già un’altra partita…”. Frustrazione comprensibile quella del tecnico giallorosso, costretto a fare i conti con uno 0-2 (Petagna su rigore al 38’ e Bonifazi di testa al 56’) che rimette in discussione tutta la rimonta fatta sin qui, peraltro nel weekend di un derby di Milano che doveva essere un’opportunità e che invece potrebbe allungare ulteriormente la classifica. Scherzi di un campionato matto, sottovalutato da molti ma che invece, a conti fatti, non ha proprio nulla di scontato.