Juventus e Napoli, tutto a posto? Domanda d’obbligo dopo le sberle prese in Coppa Italia, che sono costate una dolorosa eliminazione per entrambe, seppur con i dovuti distinguo. Perché se è vero che i bianconeri non sono abituati a perdere, lo è anche il fatto che la coppa in questione fosse l’ultimo obiettivo stagionale, a fronte di uno scudetto quasi vinto e di una Champions ancora tutta da vivere. Gli azzurri, invece, devono fare i conti con un altro trofeo che sfuma e quella fastidiosa sensazione che sa tanto di fallimento: prima di decretarlo, sia ben chiaro, c’è ancora l’Europa League, il resto però è sfumato così come l’effetto Ancelotti, offuscatosi in una tre giorni milanese amara come non mai. Sabato da resa dei conti insomma, con la consapevolezza che sbagliare non sarà permesso. La Juve di questo primo scorcio del 2019 non ha convinto e guai a farsi ingannare dai risultati positivi (Bergamo a parte, ovviamente): le vittorie raccolte, infatti, sono arrivate con grande fatica e quella sulla Lazio, non a caso, ha fatto da preludio alla partita con l’Atalanta. Urge una svolta di gioco, perché se in campionato, alla luce dei valori complessivi, si può vincere anche così, nelle partite secche è diverso ed è bene che i bianconeri, a 20 giorni dal match con l’Atletico (e quello sì che varrà una stagione), se lo ricordino.
“Capisco che la gente pensi che la Juve debba vincere sempre ma non è possibile – ha replicato Allegri. – Neanche il Real che ha vinto quattro Champions in 5 anni lo ha fatto, ha vinto una Liga negli ultimi sei anni. Non è che non capisco niente, sono numeri. Noi abbiamo vinto, i primi anni con Conte, poi con me, sette scudetti, poi due finali. Poi speriamo quest’anno di vincere la Champions, io più di questo non posso dire. Lavoriamo per questo, ma pensare che la Juventus abbia già vinto mi sembra fuori dal normale”. La tensione si è alzata, ecco perché questa sera contro il Parma (ore 20.30) ci si aspetta una reazione importante, indipendentemente dai guai di formazione. Già, perché l’altro grande problema dei bianconeri, oltre alla condizione fisica, sta proprio negli infortuni che hanno decimato la difesa: e se agli stop di Bonucci, Chiellini e Barzagli si aggiunge la cessione di Benatia, ecco spiegato l’arcano. Allegri dovrà affidarsi all’inedita coppia Rugani-Caceres, che comporrà il reparto arretrato assieme a Perin in porta e agli esterni Cancelo e Spinazzola. A completare il 4-3-3 della Juve saranno poi Emre Can, Pjanic e Matuidi a centrocampo e il tridente Dybala-Ronaldo-Mandzukic (quest’ultimo rientra oggi dopo l’infortunio) in attacco. Sistema di gioco analogo per D’Aversa, che risponderà con Sepe tra i pali, Iacoponi, Bruno Alves, Bastoni e Gagliolo nel reparto arretrato, Kucka, Scozzarella e Barillà in mediana a supporto del trio offensivo Gervinho, Inglese e Biabiany.
I bianconeri scenderanno in campo a conoscenza del risultato del San Paolo, dove il Napoli riceve la Sampdoria (ore 18). Partita insidiosa e non solo per le difficoltà azzurre di cui sopra: a preoccupare il popolo partenopeo è la squadra di Giampaolo, impreziosita da un Quagliarella in odore di record (se segna anche stasera stacca Batistuta) e da una sfrontatezza che le sta facendo addirittura sognare la Champions. Servirà dunque un Napoli ben diverso da quello visto a San Siro nella doppia sfida col Milan e Ancelotti, non a caso, proverà a mischiare ulteriormente le carte. Il suo 4-4-2 vedrà Meret in porta, Malcuit, Albiol, Koulibaly e Ghoulam in difesa, Callejon, Allan, Hamsik e Zielinski a centrocampo, Insigne e Mertens in attacco. Giampaolo tenterà il colpaccio che gli darebbe lo slancio definitivo con il solito 4-3-1-2, dunque Audero tra i pali, Bereszynski, Colley, Andersen e Murru nel reparto arretrato, Linetty, Ekdal e Jankto in mediana, Ramirez sulla trequarti a supporto della coppia offensiva Quagliarella-Defrel.