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Juve e Lazio sorridono in Champions e domenica si sfidano

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La quiete dopo la tempesta. I risultati di Juventus e Lazio, forse, non basteranno a cancellare gli schiaffoni di martedì, ma di certo aiutano a risollevare il morale del calcio italiano. Il 4-1 dei bianconeri a Budapest vale un bel pezzo di qualificazione e anche l’1-1 dei biancocelesti a San Pietroburgo, seppur in maniera meno evidente, dà una bella spinta verso il traguardo. Le due squadre possono così archiviare con piena soddisfazione la tornata europea, in attesa dello scontro diretto di domenica all’Olimpico.

È chiaro però che la Juventus non deve esaltarsi troppo per questa vittoria, ottenuta contro un avversario troppo inferiore per essere davvero attendibile. Il Ferencvaros, infatti, ha mostrato dei limiti incredibili per questi livelli, sia sotto il profilo tecnico che mentale, tanto da rendere il match, soprattutto nel secondo tempo, una sorta di allenamento in eurovisione. A guadagnarci sono stati in particolare gli attaccanti, anche se, udite udite, Cristiano Ronaldo è rimasto a secco. Il portoghese, infatti, al debutto stagionale in Champions, non è riuscito a timbrare il cartellino nonostante un paio di buone occasioni, finendo così in secondo piano rispetto al solito straripante Morata.

Alvaro è indubbiamente l’uomo copertina del momento, superiore a qualsiasi aspettativa: l’avevamo lasciato come una giovane promessa non del tutto compiuta, lo abbiamo ritrovato giocatore vero, oltre che bomber di razza. Sua la doppietta che ha spianato la strada alla Juve, prima con un tap-in da “nove” puro (7’), poi con un tiro a giro di classe e precisione (60’). Da lì in poi, con il Ferencvaros definitivamente abbattuto nel morale, è stata pura accademia a beneficio di Dybala, subentrato proprio al posto di Morata.

L’argentino ha segnato un gol sfruttando una clamorosa papera del portiere Dibusz (73’), poi ha propiziato l’autorete di Dvali (81’) sempre su gentile concessione del numero uno ungherese, davvero in serata no. Unici nei la rete concessa a Boli nel finale (90’), a testimoniare una fase difensiva ancora lontana dai fasti del passato, e la manovra a tratti troppo scolastica, specialmente in mezzo al campo e sul lato di Chiesa, preferito nuovamente a Kulusevski.

“Siamo soddisfatti del risultato, anche se sul piano del gioco potevamo fare meglio – il commento di Pirlo – Abbiamo fatto tanti errori di superficialità, magari dovuti anche alla partita in discesa, sicuramente dobbiamo migliorare ma era importante soprattutto vincere”.

Per la Lazio invece contava non perdere, specialmente dopo il caos tamponi che aveva privato Inzaghi di Immobile, Lucas Leiva e Strakosha, oltre che di tutti gli altri assenti. Un bel guaio per i biancocelesti, finiti sotto la lente della Procura Federale, decisa a vederci chiaro. L’anomalia, infatti, consiste nel vedere tre giocatori positivi per l’Uefa e negativi per l’Italia, con la paradossale conseguenza che gli stessi hanno già saltato due partite di Champions, ma possono giocare in campionato.

“Ci siamo messi a disposizione totale e ora aspettiamo le decisioni, siamo in buona fede e su questo non c’è da discutere – ha glissato il ds Tare – Immobile ci sarà con la Juve? Sì, pensiamo possa giocare perché il tampone fatto mezz’ora dopo quello dell’Uefa era negativo, così come Leiva e Strakosha. È un caso simile a quanto accaduto all’Inter con Hakimi”. Là però il tutto si risolse con una sola gara saltata, qui invece siamo già a due, col paradosso che i giocatori in questione continuano a scendere in campo regolarmente in campionato.

Inzaghi comunque ha dimostrato di sapersela cavare bene anche così, perché dopo l’1-1 di Bruges è arrivato quello di San Pietroburgo, nonostante uno Zenit aggressivo e capace di sbloccare la partita per primo con Erokhin (32’). Ma questa Lazio ha un cuore grande, oltre che un giocatore capace di entrare dalla panchina e risolvere sempre le cose: parliamo, ovviamente, di Caicedo, che dopo aver ribaltato il Torino si è ripetuto anche ieri, trovando il preziosissimo gol del pareggio a pochi minuti dalla fine (82’).

“È una grande soddisfazione avere questi ragazzi, è difficile in questo momento chiedergli qualcosa in più – le parole di Inzaghi – Nelle ultime due trasferte di Champions eravamo 13 giocatori, ho dovuto far entrare pure Luiz Felipe che faceva fatica a camminare, impiegandolo negli ultimi 5 minuti. Stanno andando al di là di qualsiasi aspettativa, raschiando il barile e dandomi tutto quello che hanno”.

Juventus e Lazio chiudono la terza giornata con due classifiche molto interessanti: i bianconeri, secondi dietro al Barcellona, hanno cinque punti di vantaggio su Dinamo Kiev e Ferencvaros, i biancocelesti, dopo due trasferte consecutive, mantengono il Bruges alle loro spalle. Ora, per chiudere il cerchio prima della sosta, c’è proprio lo scontro diretto in programma domenica all’Olimpico: da lì però, per ovvi motivi, non potranno uscire soddisfatte entrambe.

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