La Juve risponde. I bianconeri espugnano Firenze con una gara in perfetto stile Allegri e tornano a soli due punti dall’Inter capolista, in attesa di sfidarla nello scontro diretto dello Stadium il prossimo 26 novembre. Un successo anzitutto di mentalità, perché se il gioco ultra-difensivo non può certo strappare l’occhio, lo stesso non si può dire dell’abnegazione e dello spirito di sacrificio del gruppo, capace di agguantare il quinto bottino pieno nelle ultime sei partite, tutte senza subire gol.
La domenica di campionato ha regalato grandi emozioni anche a Roma, dove i giallorossi sono riusciti a battere il Lecce al termine di una gara folle, ribaltata come un calzino nei minuti di recupero: ora Mourinho è a soli quattro punti dalla Champions e può preparare il derby di domenica prossima con molta più serenità.
Fiorentina – Juventus 0-1, Miretti e una grande difesa bastano per espugnare il Franchi
Partiamo dunque dal big match del Franchi, svoltosi regolarmente nonostante le polemiche della vigilia. I tragici eventi meteorologici, infatti, avevano indotto il presidente della Regione Toscana Giani e il sindaco di Firenze Nardella a chiedere il rinvio, rimettendosi però alle decisioni del Viminale. Nel pomeriggio la decisione definitiva di giocare, complice il bel tempo e l’assoluta mancanza di intralcio alle attività di soccorso, come sottolineato nel comunicato dell’Osservatorio: scelta non condivisa dagli ultras della Curva Fiesole, che hanno disertato il match in segno di protesta.
La parola è così passata al campo, con la Juventus subito sorniona e capace di sfruttare una disattenzione del reparto difensivo viola, troppo morbido nel triangolo Rabiot-Kostic-Miretti che ha portato allo 0-1 bianconero (10’). Vantaggio immediato e possibilità di pensare anzitutto a difendersi: Allegri non avrebbe potuto chiedere di meglio, anche perché la sua Juve si trova decisamente a proprio agio quando sono gli altri a dover fare la partita. L’ideale sarebbe una via di mezzo, al momento però la Signora ha trovato questa ricetta vincente e ne sta raccogliendo i frutti gara dopo gara, anzitutto grazie a un reparto arretrato ai limiti dell’impenetrabile. La Fiorentina ci ha provato in tutti i modi, come dimostrano i dati sul possesso palla (68% a 32) e dei tiri complessivi (25 a 4), ma a conti fatti Szczesny ha dovuto effettuare una sola vera parata (punizione di Biraghi), proprio come il collega Terracciano (colpo di testa di Cambiaso). Allegri si porta così a casa la quarta vittoria consecutiva, la quinta nelle ultime sei partite, tutte senza subire gol, con secondo posto annesso (meno 2 dall’Inter) e un bel vantaggio sull’Atalanta quinta (7 punti).
Allegri soddisfatto: “Vittoria cercata e voluta, le partite si portano a casa anche soffrendo”
“Sono soddisfatto dei tre punti e della prestazione, i ragazzi hanno cercato e voluto la vittoria contro una grande Fiorentina – l’analisi del tecnico bianconero -. Sul gol abbiamo fatto una buona azione, abbiamo sofferto di più nel primo tempo, poi nella ripresa Szczesny non ha fatto parate nonostante i tanti cross e abbiamo sbagliato anche un paio di ripartenze pericolose. Col Verona avevamo fatto una partita tecnica, qui è stato diverso, ma le partite si vincono anche soffrendo e con un’ottima fase difensiva. Bisogna sempre guardare avanti, questo però non deve essere frainteso: non bisogna parlare di obiettivo scudetto, Inter, Milan e Napoli sono più avanti rispetto a noi”.
Roma – Lecce 2-1: Mou in ginocchio fino al 92’, poi Azmoun e Lukaku fanno impazzire l’Olimpico
Le emozioni più forti della domenica sono però arrivate dall’Olimpico, dove un Roma-Lecce teoricamente “tranquillo” s’è invece rivelato completamente folle. Che non sarebbe stata una gara lineare lo si è capito già al 5’, quando Falcone ha parato un rigore a Lukaku: lì si è vista la prima “sliding door” del pomeriggio, con i pugliesi a prendere coraggio minuto dopo minuto. La Roma, trascinata dall’estro di Dybala, ha sfiorato più volte il gol nel primo tempo, senza però trovarlo e il Lecce ne ha preso atto, restando in partita e pungendo in contropiede.
Nella ripresa il match sembrava aver perso brio, fino al minuto 71: strappo di Banda sulla sinistra e tap-in vincente di Almqvist, per il clamoroso vantaggio degli uomini di D’Aversa. Roma a un passo dal baratro, con il Lecce a sfiorare il raddoppio con Strefezza e una sensazione di impotenza, con l’Olimpico a tifare più per atto di fede che per reale convinzione. Mourinho, persa per persa, ha gettato nella mischia Azmoun, Belotti e Renato Sanches con Dybala e Lukaku e la mossa, vero e proprio all-in, si è rivelata vincente. Al 91’ Azmoun ha trovato il primo gol italiano con un bello stacco di testa, ma l’apoteosi è arrivata tre minuti dopo quando Lukaku, innescato da Dybala, s’è liberato di Touba e ha scaraventato in porta la palla del clamoroso 2-1, facendo letteralmente esplodere l’Olimpico.
Mourinho fa festa: “Vittoria di cuore, nella mia carriera non ho mai avuto un pubblico così”
“Negli ultimi minuti potevamo perdere 2 o 3-0, invece abbiamo vinto – il commento euforico di Mourinho -. La squadra era sbilanciata in quel momento, i ragazzi sono straordinari così come il pubblico: non è normale questa connessione quando la squadra di casa è sotto 1-0 a dieci minuti dalla fine, questa passione tra i tifosi e i calciatori, il merito va a loro. Non succede spesso che perdano punti Lazio, Atalanta, Milan e qualcuno tra Juve e Fiorentina, questa volta è successo e noi non potevamo sprecare questa situazione. Questi tre punti erano importanti per noi, adesso siamo più vicini alle squadre che hanno ambizioni di alta classifica. Lukaku? I rigori li sbaglia solo chi li tira, è un ragazzo ultra-emozionale, sensibile e quando sbaglia un rigore al primo minuto il cuore piange e la sua anima piange. Per questo il gol alla fine non poteva essere migliore, perché adesso lui potrà dormire meglio e io ne sono molto felice”.