All or nothing. Il titolo della serie Amazon che tanto sta facendo discutere sembra fatto apposta per presentare il sabato di campionato, che vedrà l’Inter sull’insidioso campo del Venezia (ore 20.45) e, soprattutto, lo spareggio Champions tra Juventus e Atalanta (18).
Sfida delicatissima quella di Torino, perché anche se siamo solo alla 14esima giornata ha tutta l’aria di poter essere, se non decisiva, molto importante per il proseguo della stagione. Ancor più dopo le notizie sull’inchiesta della Guardia di Finanza, che ha perquisito le sedi di Milano e Torino, sulla compravendita di diritti alle prestazioni sportive e alla formazione dei bilanci per gli anni 2019-2021. Ci sono sei indagati, tra cui il presidente Andrea Agnelli, il vicepresidente Pavel Nedved e l’ex responsabile dell’area sportiva Fabio Paratici. L’accusa è di falso in bilancio per la gestione delle plusvalenze.
Tornando al calcio giocato, è inutile dire che sono i bianconeri a giocarsi di più, alla luce di una classifica che li vede all’ottavo posto con 4 punti di ritardo sulla Dea, attualmente quarta e dunque in possesso dell’ultimo ticket per l’Europa che conta. “Non sarà decisiva ma sarà di certo una partita molto difficile, all’Atalanta vanno fatti complimenti perché sono anni che ottiene risultati importanti, in campionato e in Europa – il pensiero di Allegri -. Con loro è sempre complicato, serve giocare bene tecnicamente e cercare di vincere, perché poi nel prossimo mese avremo l’occasione di rosicchiare qualche punto”.
Effettivamente il calendario da qui alla sosta natalizia vede una serie di avversari alla portata, quantomeno sulla carta, come Salernitana, Genoa, Venezia, Bologna e Cagliari, ma prima c’è lo scontro con Gasperini e questo, invece, non si preannuncia affatto semplice.
Tutti, del resto, hanno negli occhi la pesantissima debacle di Londra, dove la Juve è stata letteralmente annichilita dal Chelsea, ragion per cui è lecito pensare che oggi debba arrivare una reazione d’orgoglio, altrimenti la qualificazione in Champions si allontanerebbe di ben 7 punti (e qui torniamo al titolo iniziale). “Perdere fa male, abbiamo fatto una brutta figura ma niente drammi – ha ribadito Allegri -. La gara che dovevamo vincere era quella dell’andata e lo abbiamo fatto, siamo agli ottavi ed è quello che conta. Ci sono ko che meritano sfuriate, altri invece no: non esiste un protocollo”.
Il tecnico dunque non perde la calma e continua quel lavoro di pompiere in cui, innegabilmente, è molto bravo, anche lui però sa bene che i risultati, alla lunga, fanno la differenza e quello di stasera è decisamente importante. C’è bisogno di tutti, a cominciare da quel Dybala assente da troppo tempo e ritenuto invece l’uomo in grado di invertire il trend di una stagione, sin qui, deludente.
Allegri confermerà l’ormai canonico 4-4-2 con Szczesny in porta, Cuadrado, Bonucci, De Ligt e Luca Pellegrini in difesa, McKennie, Locatelli, Rabiot e Chiesa a centrocampo, Dybala e Morata in attacco.
Gasperini, ieri in silenzio come di consueto dopo le partite infrasettimanali, ha invece diversi dubbi di formazione, visto che ha ritrovato quasi tutta la rosa. Il sistema di gioco sarà il 3-4-1-2 con Musso tra i pali, Toloi, Palomino e Djimsiti nel reparto arretrato, Zappacosta, De Roon, Freuler e Maehle in mediana, Pessina alle spalle della coppia offensiva composta da Zapata e Muriel, anche se Pasalic, Ilicic e Malinovskyi scalpitano. In serata invece sarà la volta dell’Inter, che dopo le vittorie con Napoli e Shakhtar ne cerca un’altra sul campo del Venezia. Sulla carta, per evidenti motivi tecnici ed economici, i nerazzurri sono ampiamente favoriti, ma occhio a sottovalutare i lagunari, rivelatisi sin qui piuttosto sorprendenti, come dimostra l’ottimo 14esimo posto in classifica. I successi con Roma e Bologna hanno mostrato l’ottimo momento di forma degli uomini di Zanetti, che al Penzo, oltre ai giallorossi di Mourinho, sono riusciti a battere anche la Fiorentina.
Insomma, l’Inter ha tutto per vincere e proseguire la sua rincorsa su Napoli e Milan, a patto che giochi con la stessa qualità mostrata nelle ultime settimane, quando ha vinto partite delicate e combattute, mostrando così di aver ritrovato la quadratura del passato.
Inzaghi, ieri in silenzio, sa che questo può essere il mese della svolta, alla luce di un calendario alla portata (Venezia, Spezia, Roma, Cagliari, Salernitana e Torino) e delle difficoltà di Napoli e Milan, alle prese, a differenza sua, con un sacco di infortuni pesanti. Molto però passa dall’evitare le trappole tipo quella di stasera, dove la squadra di Zanetti giocherà con la testa sgombra e con la voglia di aggiungere uno scalpo eccellente alla sua collezione, ragion per cui vedremo sì un po’ di turnover, ma senza eccedere.
Il 3-5-2 nerazzurro sarà composto da Handanovic in porta, Skriniar, Ranocchia e Bastoni in difesa, Dumfries, Gagliardini, Brozovic, Calhanoglu e Dimarco a centrocampo, Dzeko e Correa in attacco. Classico 4-3-3 anche per il Venezia, che tenterà l’impresa con Romero tra i pali, Mazzocchi, Caldara, Ceccaroni e Molinaro nel reparto arretrato, Crnigoj, Ampadu e Busio in mediana, Aramu, Forte e Okereke nel tridente offensivo.