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Juve affida a Vlahovic la grande rincorsa: debutto contro il Verona. Per Napoli e Atalanta ghiotte occasioni

FIRSTonline

Tutti a caccia dell’Inter. La vittoria del Milan nel derby aggiunge un bel po’ di pepe alla domenica del Napoli, atteso dalla trasferta di Venezia (ore 15) e, perché no, della Juventus, che in caso di vittoria contro il Verona (20.45) potrebbe portarsi a meno 8 in classifica. Certo, al momento il discorso scudetto riguarda solo gli azzurri, gli unici assieme al Milan a poter realisticamente sperare di agganciare l’Inter, tanto più che sabato prossimo ci sarà l’attesissimo scontro diretto al Maradona. Per dargli un senso però è necessario espugnare Venezia, altrimenti il favore dei rossoneri resterebbe tale solo sulla carta. “Non è una partita di passaggio, il Venezia è un avversario forte con un tecnico che sa fare il suo mestiere – ha avvertito Spalletti -. Poi c’è la particolarità nell’arrivare allo stadio col traghetto, può creare qualche disturbo dall’attenzione che bisogna avere, ma i nostri lo sanno che la partita è vera, non bisogna pensare che sia un passaggio verso l’Inter”.

Massima concentrazione, insomma, anche perché da domani torneranno anche Koulibaly e Anguissa (alle 20 c’è la finale di Coppa d’Africa tra Senegal ed Egitto), che si aggiungeranno ai già recuperati Osimhen, Insigne e Fabian Ruiz. Il Napoli di inizio stagione, insomma, sta tornando, ora però bisogna fare punti e la partita di Venezia, per quanto da rispettare, si presenta come una ghiotta occasione.

Spalletti confermerà il 4-2-3-1 con Meret in porta, Di Lorenzo, Rrahmani, Juan Jesus e Mario Rui in difesa, Lobotka e Fabian Ruiz a centrocampo, Politano, Zielinski e Insigne sulla trequarti, Osimhen in attacco. Sosta utile anche per Zanetti, che ha ritrovato gran parte degli indisponibili e potrà così schierare un 4-3-3 di tutto rispetto con Lezzerini tra i pali, Ebuehi, Caldara, Ceccaroni e Haps nel reparto arretrato, Cuisance, Fiordilino e Ampadu in mediana, Okereke, Henry e Johnsen nel tridente offensivo.

L’attesa più grande però è per Juventus-Verona, non tanto per la partita in sé quanto per la presenza di Vlahovic, pronto a debuttare in bianconero dopo il passaggio dalla Fiorentina. Ma la Signora deve anzitutto pensare a battere gli uomini di Tudor, altrimenti l’entusiasmo generato dal mercato rischierebbe di svanire in men che non si dica.

I risultati di ieri, in questo senso, danno una bella mano ad Allegri, che non dovrà faticare molto per motivare la sua squadra, vista l’ambizione mai nascosta di avvicinare le posizioni di vertice. “La società ha fatto un ottimo lavoro, sono arrivati due giocatori importanti – ha confermato il tecnico bianconero -. Vlahovic ha fatto molti gol e ha caratteristiche che non avevamo e ci servivano, con Haaland e Mbappé è tra i centravanti più bravi, Zakaria è un giocatore intelligente. Il nostro obiettivo però resta il quarto posto, ecco perché dobbiamo battere il Verona”.

Allegri dunque non vuole cali di tensione, anche perché di fronte ci sarà un avversario scomodo e tignoso, già in grado di dargli una bella lezione nel match d’andata. Certo, quello era il periodo più duro per i bianconeri, mentre oggi la striscia positiva permette di guardare al futuro con più ottimismo, in Italia e in Europa, ma l’Hellas di Tudor è rimasta la stessa squadra di prima, ragion per cui sarà bene fare attenzione.

A dare una mano ci saranno i nuovi acquisti, che scenderanno in campo dall’inizio in un 4-3-3 con Szczesny in porta, Danilo, De Ligt, Chiellini e De Sciglio in difesa, Arthur, Zakaria e Rabiot a centrocampo, Dybala, Vlahovic e Morata in attacco. Consueto 3-4-2-1 invece per Tudor, che risponderà con Montipò tra i pali, Casale, Gunter e Ceccherini nel reparto arretrato, Faraoni, Tameze, Veloso e Lazovic in mediana, Barak e Caprari alle spalle dell’unica punta Kalinic.

Altra sfida molto interessante sarà quella di Bergamo, dove l’Atalanta di Gasperini riceverà il Cagliari di Mazzarri (ore 12.30). I nerazzurri, essendo quarti in classifica, trainano la lotta Champions, ragion per cui le loro partite sono ancor più importanti. In molti, per evidenti motivi, sperano che i sardi facciano il colpaccio, ma la Dea è abituata a recitare il ruolo di outsider, peraltro senza averne mai risentito.

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