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Juncker, ricollocamento migranti: “Di questo passo finiamo nel 2101”

“Se si va avanti con questo ritmo con i ricollocamenti” dei migranti, “si finisce nel 2101“. Così si lamenta il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, nel corso della conferenza stampa al termine del vertice Ue a La Valletta.

Una critica pesante agli Stati membri, che vedono crescere la tensione tra Germania e Ungheria, con Budapest che minaccia di rimandare indietro tutti i rifugiati che Berlino dovesse respingere, il giorno dopo in cui il ministro tedesco Wolfgang Schauble ha parlato dei migranti in arrivo in Germania come di una “valanga”. Un quadro riassunto così dal numero uno del Consiglio europeo, Donald Tusk: “Salvare Schengen è una corsa contro il tempo e noi siamo decisi a vincerla. Senza controlli efficaci alla frontiera, Schengen non sopravvivrà. Dobbiamo accelerare, senza andare nel panico”.

E forse per questo l’Europa accelera sulla cooperazione con la Turchia: un vertice dei 28 con Ankara ospite si terrà a fine mese, probabilmente il 29 novembre, mentre ieri nessuno ha avuto da eccepire sulla proposta della Commissione che prevede un fondo di garanzia di tre miliardi per sostenere la Turchia nell’accoglienza dei profughi siriani. Cinquecento milioni li metterà la Commissione, 2,5 miliardi saranno a carico degli Stati membri. E bisognerà vedere se i contributi arriveranno, visto che anche sul Trust fund per l’Africa le indicazioni della Commissione (1,8 miliardi da Bruxelles e altrettanti dagli Stati membri) per ora non vengono rispettate: solo un centinaio i milioni di euro arrivati dai vari Paesi.

Renzi sceglie di non parlare al termine del Consiglio informale: nessuna conferenza stampa e nessuna risposta ai giornalisti alla partenza da Malta. Il premier aveva parlato in mattinata, per rivendicare il “successo” dell’Italia nel vertice tra Ue e Paesi africani, perché “oggi l’Ue si prende su di sé con un esborso significativo il tema di un rinnovato rapporto tra Europa e Africa, e questo è un fatto positivo”. Riferimento al miliardo e 800 milioni che la Ue metterà sullo sviluppo dell’Africa in cambio di procedure più semplici per i rimpatri dei migranti. “Io vedo il bicchiere che è molto più che mezzo pieno: l’Italia non è più sola sulla questione dei rifugiati; l’Africa è una priorità anche se non è la sola priorità”.

Il Premier ha sottolineato che “sei mesi fa della questione Ue-Africa non parlava nessuno o quasi. Noi – ha ricordato Renzi – abbiamo insistito a lungo per affrontare questo tema tra i prioritari, e per noi non è soltanto l’immigrazione, ma la relazione Italia-Africa. E questo vertice credo sia un successo per il nostro Paese, perché abbiamo messo questo tema al centro del nostro lavoro, e lo sarà fino al G7 del 2017 a presidenza italiana: pezzo dopo pezzo la rinnovata credibilità italiana e l’accresciuta solidità del nostro Paese possono portare anche a risultati significativi”.

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