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John Constable, il pittore inglese innamorato delle nuvole

Nei primi anni dell’800 decise di andare a Londra, dove venne ammesso come discepolo alla Royal Accademy. Si impegnò moltissimo e nel 1802 riuscì finalmente ad esporre un suo paesaggio, ma passarono però altri dodici anni prima che riuscisse a vendere un quadro. Uno dei suoi soggetti preferiti era una casa sul fiume che apparteneva ad un vecchio contadino, un luogo che per gli inglesi era definito molto “pittoresco”. Ma quella casa era la sua preferita, la ritroveremo spesso su schizzi e disegni o riproposta nell’opera “Il carro di fieno“.

Ebbe un’infanzia spensierata ma le sue opere passarono quasi inosservate, visto che in quel periodo i pittori più alla moda, riproducevano vedute suggestive dell’Europa, tra classicismo e mitologia. Perché mai gli inglesi dovevano apprezzare dipinti di una normale campagna inglese? Del resto la vedevano e la frequentavano tutti i giorni. Ma ostinato, proseguì a dipingere ciò che nessuno voleva. Anche la sua tecnica non era molto apprezzata, usava picchiettare la tela con una spatola intrisa di bianco  – per creare luce – , questo effetto venne chiamato “intonaco” o meglio “neve di Constable“.  Nel 1816 grazie all’ereditá lasciatagli dal padre, sposó Maria Bicknell, nipote del pastore della parrocchia e in 12 anni ebbero sette figli.

La sua felicità coniugale conferì a Constable una grande sicurezza nell’arte al punto tale che realizzò in pochissimo tempo ben sei grandi tele che avevano come soggetto la valle dello Stour, il soggetto più riconducibile all’arte di questo artista.

Nel 1821 dipinse “Il carro di fieno” una tela di un metro per ottanta centimetri che fu esposta alla Royal Academy con un altro titolo “Paesaggio a mezzogiorno“. Questa quadro fu poi acquistato da un mercante francese ed esposto al Salone di Parigi del 1824, dove la sua tecnica stupì tutti i pittori francesi. Se fosse rimasto a Parigi, forse avrebbe avuto una maggiore notorietà, ma Constable amava il suo paese. A riguardo un giorno disse “Sono nato per dipingere una terra più felice, la mia cara vecchia Inghilterra“.

Non  cambio mai soggetto, nonostante le richieste del mercato preferì continuare a dipingere campagne, fiumi e distese verdi. Fu però ossessionato dal movimento delle nubi, al punto che studió su testi di metereologia, in modo da esaltare maggiormente i suoi dipinti. Dietro ad ogni quadro si poteva notare, l’ora esatta del giorno in cui aveva dipinto, perché corrispondeva esattamente alle condizioni del tempo di questo o quel giorno. La sua era una grande minuziosità al punto che sarebbe ancora oggi facile  – con l’aiuto di un metereologia – riconoscere un falso di Constable dalla forma di una nuvola del tutto fuori luogo con il resto del cielo.

Ma questo suo equilibrio di sensibilità venne presto a mancare, Maria cominció a stare male e dovettero trasferirsi a Londra per le cure. Qui si dedicò a dipingere le colline vicine e studió principalmente il cielo, che diventava sempre più blu, forse era il suo umore che peggiorava per il timore di perdere la sua donna. Maria morí e per lui ogni cosa cambió. Conduceva la sua vita normalmente e cercava di non ricordare i suoi anni ultimi anni felici, da qui cominciò a dipingere con mezze tinte, scene di campagna inglese che trasferivano una certa freschezza primaverile, o cieli estivo o ancora nuvole autunnali, ma in ogni opera si evidenziava il silenzio, quasi l’assenza di vita se non quella della natura.

Dobbiamo a Constable il concetto che gli spazi aperti e le zone rurali devono essere preservati per la ricreazione del nostro spirito. Ancora oggi quella casetta di Willy Lott, conservata dal National Trust, possiamo vedere quel sambuco in fiore, bambini che pescano, o qualche animale sul cortile. La campagna di Constable rimarrá per sempre sua. Oggi lo riconosciamo come uno dei pochi pittori inglesi che siano riusciti a conquistare un posto significativo nella storia dell’arte europea. Le nubi mia immobili cercano di dirci che nonostante il tempo cambi, l’immagine sacra della campagna, della natura, resterà per sempre la testimonianza che esiste in ogni luogo una casetta rossa e fiori bianchi di sambuco come la “neve”.

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