I progetti artistici della compagnia Les Filles du Renard Pâle sono portati avanti da Johanne Humblet la quale ne è la creatrice e realizza diverse forme di spettacoli di funambolismo. Il suo approccio nell’arte e nella vita è quello di andare sempre oltre, superando i propri limiti, avvicinandosi ad essi e respingendoli, il tutto in un tenace turbinio di condivisione, incontro e scambio.
In equilibrio, Johanne traccia il suo passaggio sulla corda sospesa. Ha fatto il suo debutto alla Circus School di Brussells, ha imparato le arti circensi alla Espace Catastrophe, poi nel 2003 ha lasciato la sua terra natale, il Belgio, per Parigi, dove ha svolto 4 anni di formazione professionale all’Accademia Fratellini.
A seguire, l’intervista rilasciata da Johanne Humblet per First Arte.
Ti è piaciuto esprimere la tua arte al Festival di Chassepierre in Belgio? Come hai avvertito i tuoi passi sulla fune con quella pioggia notturna?
“Il nostro spettacolo “RÉSISTE” è una creazione del 2019 e non ci eravamo mai esibiti prima di Chassepierre sotto la pioggia. È stato un po’ folle farlo, perché c’è molta elettricità nello spettacolo, tra tutto il materiale sonoro del musicista e la struttura instabile del filo.
La sorpresa è stata nel numero di spettatori che è accorso ad assistere alla performance nonostante la pioggia, il nostro desiderio è esattamente quello di condividere questi momenti intensi con il nostro pubblico: in quella notte di pioggia abbiamo superato i nostri limiti correndo dei rischi, questo per rispettare le persone che hanno pagato per assistere al nostro spettacolo. ”
Puoi dirci qualcosa dei tuoi colleghi e della tua compagnia in generale?
“Ho creato la compagnia Les Filles du Renard Pâle con Virginie Fremaux, che è la graphic designer dell’azienda, mentre Violette Legrand è la cantante che si è esibita con me nello spettacolo RÉSISTE.
La coreografia sulla fune è un lavoro di ricerca che ho fatto durante la creazione di questo spettacolo, cercando di trovare un nuovo modo di avvicinarmi al filo: per la mia ricerca asrtistica sono passata attraverso un fiotto di prove ed errori, mettendo a dura prova il mio corpo, ma con entusiasmo!
Il comparto musicale è anche estremamente importante in tutti i progetti della compagnia. In RÉSISTE, la musica è stata creata da Deadwood (Violette Legrand e Jérémy Manche). Condivido con la mia collega Violette una grande complicità sul palco sebbene lei sia molto diversa da me, abbiamo approcci opposti, è questo ciò che ci rende così ricche. Nello spettacolo, lei porta equilibrio: io sono disposta a gettarmi sempre a capofitto in una nuova avventura mentre il suo carattere è più tranquillo e aggiunge anche un tocco di umorismo alla performance. Ci completiamo l’un l’altra.”
Quali sono stati i passaggi più importanti per la tua carriera, gli spettacoli che ti hanno trasformato nella funambolista che sei oggi?
“Sono alla base una camminatrice di Fune su Basse Altezze. Sono passati 7-8 anni invece da quando sono diventata una camminatrice di Alto Filo, la differenza tra i due è l’altezza e il lavoro di bilanciamento.
Ho lavorato con molte altre compagnie prima di fondare la mia tre anni fa, ed è un progetto giovane ma il tutto si sta muovendo molto rapidamente! In questi giorni sono in piena fioritura artistica, non mi lascio sfuggire nessuna sfida.
Ho realizzato un’esibizione di 24 ore su Alto Filo a Chalon in strada, accompagnata dalla musica di Johann Candoré come una sorta di legame melodico con il suolo, abbiamo anche realizzato da poco un’esibizione di 6 ore all’interno di una piscina per il Festival di Cergy Soit ed è anche in programma per quest’anno una passeggiata su Alto Filo a Mosca.
Sono una camminatrice di fune sospesa che ama spostarsi in terreni sconosciuti, a cui piace essere sorpresa per poter a sua volta sorprendere. Ciò che conta per me nella vita sono gli incontri che facciamo, ci permettono di andare avanti, rischiare e imparare.”
Cos’è l’Arte del Funambolismo per te? Puoi dirci cosa vuoi comunicare attraverso di essa?
“La camminata su Alto Filo affascina, ispira, impressiona, lascia tracce del suo passaggio. Quando facciamo una grande traversata a mezz’aria, questa è spesso molto pubblicizzata e attira la folla, sono consapevole della responsabilità che ho per l’impatto che la mia performance può avere sul pubblico.
Il mio lavoro e la mia ricerca vanno in questa direzione, per portare il pubblico con me in un territorio sconosciuto, per sorprenderlo, per impressionarlo…lascio messaggi dietro ogni passo che faccio nella mia carriera dimostrando che tutti noi possiamo realizzare i nostri sogni, non dobbiamo fermarci all’inizio del percorso ma invece talvolta osare e correre il rischio, per andare sempre più lontano, sul filo come nella vita… “
Qual’è la sensazione che provi di solito quando giri in aria su una corda sospesa Johanne?
“Quando siamo in cima a una corda tesa, dobbiamo compiere i movimenti giusti, per essere totalmente ciò che stiamo facendo, sentendo, vivendo il filo. Non lascio che ansia o cattivi pensieri invadano la mia mente lassù, li controllo, sul filo mi sento libera, irraggiungibile, i miei sensi sono accesi.”
E i progetti futuri? Ti sei mai esibita in Italia?
“Non mi sono ancora esibita in Italia ma stiamo iniziando a ricevere proposte per venire! Abbiamo molti progetti in ballo: lo spettacolo RÉSISTE nella sua versione per esterni (che sarà presentato al coperto da Gennaio 2020), poi c’è la performance di Camminata su Alto Filo RESPIRE ed è anche importante menzionare infine lo spettacolo FUNAMBULE IN-SITU, queste sono tutte forme atipiche di Camminata su Alto Filo che io e la mia compagnia abbiamo creato assieme.
Mi piace l’idea che il filo possa attraversare qualsiasi posto e mi piace avvolgere nel nostro mondo di funi tese, musica e surrealismo qualsiasi posto disponibile per trasportare il pubblico altrove. Il filo unisce, impressiona, è il collegamento che collega un punto all’altro, oltre i confini, le barriere, oltre qualsiasi cosa. Un collegamento tanto simbolico quanto concreto, gli spettatori escono in strada per alzare gli occhi al cielo: sono tutti lì per vivere insieme quel momento, dove iniziano dialoghi, incontri e condivisione sulla strada sconosciuta del filo. ”