“A quei sindacati che vogliono contestarci io chiedo: dov’eravate in questi anni quando si è prodotta la più grande ingiustizia, tra chi il lavoro ce l’ha e chi no, tra chi ce l’ha a tempo indeterminato e chi precario”. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha replicato così alle critiche avanzate dai sindacati all’emendamento del Governo al Jobs Act, che arriverà settimana prossima nell’aula del Senato, per superare i vincoli dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.
In realtà, ha aggiunto seccamente Renzi, in questi anni i sindacati hanno pensato “più a diendere le ideologie che i lavoratori” e soprattiutto non si sono mai seriamente preoccupati dei più deboli, di chi non ha lavoro come gran parte dei giovani, o chi ce l’ha solo precario e fatica ad arrivare a fine mese.
La replica di Renzi, che spera di arrivare al vertice europeo sull’occupazione del 7 e 8 ottobre con in tasca il sì del Senato al Jobs Act, è arrivata alla fine di una giornata tesissima in cui il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, è arrivata a paragonare Renzi alla signora Thatcher e in cui il leader della minoranza interna del Pd, Pierluigi Bersani, ha preannunciato battaglia in Parlamento contro la riforma Renzi, malgrado il paryito l’abbia più volte approvata e si prepari a rifarlo nella prossima riunion della Direzione.