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Joan Mirò in una Barcellona che ha cambiato colori

Joan Mirò ci racconta della sua amata Barcellona attraverso la Fondazione che porta il suo nome; lui stesso partecipò a realizzarla nel 1971. Genio indiscusso del surrealismo oggi omaggia una città che vive la stessa tristezza che provò durante la sua adolescenza.

Joan Mirò in una Barcellona che ha cambiato colori

Potremmo definire Mirò uno degli artisti più fantasiosi, quasi il creatore del buffo e dell’assurdo, ma chi era veramente Joan?

Joan Mirò era un piccolo uomo metodico che al mattino si alzava molto presto per andare in studio e mettersi davanti al cavalletto, esattamente come avrebbe fatto se fosse stato un impiegato seduto dietro alla scrivania, e come un colletto bianco lavorava otto ore al giorno. Poi rincasava, mangiava e leggeva per distrarsi prima di andare a letto – tutti i giorni cosi.

Il suo studio a Palma di Maiorca era talmente ordinato che non sembrava l’atelier di un’artista, ma piuttosto un gabinetto medico. Infatti, tutti i pennelli erano ordinati e puliti mentre i tubetti dei colori perfettamente allineati sul tavolo sembravano soldatini di piombo.

L’uomo Mirò si trasforma in artista solo quando prendeva in mano il pennello; in quel preciso momento ogni emozione, sogno, illusione prendeva forma sulla tela. Ed ecco che i pesci con le ciglia finte nuotano nello spazio e le scale si inclinano nel nulla – come ad osservare i baffi senza volto che si arricciano intorno ai triangoli.

Naturalmente Mirò é uno dei grandi maestri del secolo scorso, proprio come Matisse e Picasso. Siamo nel 1958 quando Joan si convive che la sua arte è stata superata, ne è talmente persuaso che tra dipinti e disegni da alle fiamme oltre cento opere. Un falò dal costo di tanti milioni di euro di oggi di cui il Times riportò i fatti, comprese le parole del pittore: “Il solo modo di rinnovarsi é di svecchiare, di dare un’energetica ripulita”. 

La città di Barcellona lo ha onorato posizionando alcune sue opere in città, oltre a far mettere una lapide sulla facciata della casa dove è nato nel 1893 in un quartiere dove tutto era colore. Infatti, il mercato dei fiori e degli uccelli era un trionfo di profumi che l’aria trasportava tutto intorno.

Il racconto continua su MANIFESTO12

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