Rimane alta la tensione tra Russia e Turchia, dopo l’abbattimento del jet russo al confine tra Siria e Turchia. Per tentare di ricucire questo strappo il presidente turco Recep Tayyip Erdogan avrebbe chiamato Vladimir Putin al telefono tre le 7 e le 8 ore dopo il fatto. Una versione, quella di Erdogan, smentita in un primo tempo dal ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov, ma confermata, in un secondo momento dal portavoce di Putin Dmitri Peskov, che ha confermato le telefonate di Erdogan.
I due presidenti, però, almeno secondo Erdogan, non avrebbero parlato, dal momento che Putin non ha risposto alle telefonate del presidente turco che, a margine dell’apertura del summit sul clima, avrebbe nuovamente chiesto un incontro con Putin per lunedì prossimo a Parigi, stando a quanto dichiarato dal Cremlino.
Nel frattempo la Turchia ha sospeso i voli sulla Siria nell’ambito dell’offensiva militare contro l’Isis della coaliziane guidata dagli Stati Uniti, di comune accordo con Mosca. La Russia, invece, in risposta all’abbattimento del jet, ha deciso di sospendere per un tempo indefinito la sua partecipazione alle esercitazioni navali sul Mar Nero a cui partecipa anche la marina militare turca.
Intanto, si preannunciano tempi duri per le imprese turche attive in Russia. La polizia e i diversi organisimi di controllo, infatti, hanno avviato delle verifiche molto rigide nei confronti di queste aziende, arrivando, in alcuni casi, a tagliare i rifornimenti di merci provenienti dalla Turchia e costringendo alcune di queste imprese a sospendere la propria attività.