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Jessica Rossi, l’oro dell’Emilia: la casa dei genitori a Crevalcore fu colpita dal terremoto

Bella e precisa come Nikita, determinata come la sua terra emiliana, Jessica Rossi è davvero una ragazza d’oro. Vent’anni, capelli biondi e sguardo solare, la campionessa di Crevalcore (Bologna) ha polverizzato tutti i record nel tiro a volo, fossa olimpica, mettendo a segno 99 colpi su cento: record del mondo, record olimpico, record juniores, record in una finale olimpica, record in una finale mondiale. E lei lo sa: “durerò a lungo”, promette.

Il suo tocco sul grilletto ha la magia dei grandi artisti e come molti di loro, a partire da Mozart, è stata iniziata al suo strumento in tenera età dal babbo Ivan, grande appassionato di questa disciplina. Era ancora una bambina quando il papà, per metterla alla prova, le lanciò contemporaneamente due piattelli e lei li centrò entrambi. Fu il suo primo capolavoro, un inizio che prometteva questo splendido presente.

La sua gara olimpica, preparata scrupolosamente, lascia stupefatti: a parte lo sbaglio al 92esimo colpo, “perché mi veniva da ridere”, Jessica non perde mai la concentrazione nemmeno quando ha già in tasca la medaglia, a 5 colpi dalla fine. Prosegue la sua ritualità, mantiene lo stesso ritmo e va avanti seria, implacabile, macinando uno dopo l’altro i piattelli che la separano dal record del mondo e poi quelli che la separano dalla leggenda: 99 su cento, con l’ultima nuvoletta fucsia a completare il risultato che ha il sapore di un sogno. E garantisce: posso migliorare, facendo cento su cento.

Grande festa naturalmente a Crevalcore: dopo la paura di maggio, la casa inagibile, i monumenti lesionati. Grande festa nell’Emilia-Romagna che lavora e cerca di tirarsi fuori dai danni lasciati dal sisma di qualche mese fa, chinando la testa, tirando la cinghia. Perché il terremoto emiliano ha colpito le case, ma anche il lavoro e in un contesto di crisi internazionale tutto questo è incredibilmente pesante. Eppure si stringono i denti e non c’è retorica quando la nuova etoile degli sportivi italiani dice: “questa medaglia è per la mia grandissima Emilia che non molla mai”.

Lo sport è disciplina e forse aiuta a sopportare meglio le situazioni difficili. E’ bello vedere dei giovani così maturi, così capaci di fare tesoro di ogni esperienza e di andare avanti, per costruire qualcosa, per dare il buon esempio e cantare l’Inno di Mameli.  Insomma vale la pena di commuoversi ogni tanto e di apprezzare gli sforzi, i sacrifici di questi splendidi ragazzi.

Nel giorno di Jessica un altro figlio dell’Emilia, Gregorio Paltrinieri da Carpi tenta l’impresa, nei 1500, cerca di dare una speranza al nuoto italiano, dopo le delusioni e le polemiche dei giorni scorsi. Greg non ce la fa, ma non importa, ci prova, si comporta bene e arriva quinto in una competizione dove il cinese Yang Sun con 14’31″02, migliora di quasi 3 secondi il suo stesso record mondiale.

E non ci sono solo gli emiliani a commuovere in questa bella giornata sportiva. C’è anche Oscar Pistorius, il sudafricano che ha già vinto conquistando un posto a Londra, ma che è riuscito anche a qualificarsi per le semifinali piazzandosi secondo nella batteria della corsa sui 400 metri. E poi c’è la grande paura per il marciatore russo Valerij Borchin che, a mille metri dall’arrivo crolla a terra. Una scena che ricorda quella del mitico Dorando Petri che nel 1908, sempre a Londra, non riuscì per un soffio a conquistare l’oro, eppure conquistò il cuore di tutti, lasciando un segno nella storia delle Olimpiadi. Stai a vedere che è proprio vero quello che disse un giorno un certo Pierre de Frédy, barone di Coubertin: l’importante non è vincere ma partecipare (con spirito vincente). Naturalmente se non ti chiami Jessica Rossi…

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