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Jean-Marie Le Pen è morto a 96 anni: chi era il fondatore del Front National e simbolo dell’estrema destra francese

Fondatore del Front National, Le Pen è stato un oratore controverso, noto per le sue posizioni dure sull’immigrazione e per le sue dichiarazioni provocatorie. Espulso nel 2015, il partito è passato alla figlia Marine, che lo ha rinominato Rassemblement National

Jean-Marie Le Pen è morto a 96 anni: chi era il fondatore del Front National e simbolo dell’estrema destra francese

Jean-Marie Le Pen, una delle figure più emblematiche e controverse dell’estrema destra francese, è morto all’età di 96 anni, come confermato dalla sua famiglia all’Afp. L’ex politico era ricoverato da settimane. La sua morte segna la fine di una lunga carriera politica che ha lasciato un’impronta indelebile sulla politica francese.

L’ascesa di Jean-Marie Le Pen: da giovane deputato a fondatore del Front National

Nato a La Trinité-sur-Mer nel 1928, Jean-Marie Le Pen entrò per la prima volta nell’Assemblea Nazionale nel 1956, all’età di 28 anni, come giovane deputato. Ma quello che lo rese davvero celebre, o meglio, famoso in tutto il mondo per le ragioni sbagliate, fu la sua capacità di scuotere le coscienze e infiammare i dibattiti con affermazioni provocatorie, che spesso attraversavano i confini del buon gusto e della ragionevolezza.

Nel 1972 fondò il Front National, un partito che, con il passare degli anni, divenne il suo regno personale, prima di essere ereditato dalla figlia Marine Le Pen. Sotto la sua guida, il partito divenne noto per le sue posizioni dure sull’immigrazione, la difesa della “sovranità francese” e l’idea di una Francia indipendente dalla burocrazia di Bruxelles. Il programma politico del FN divenne un manifesto per chi si opponeva all’Europa, all’immigrazione, e sognava un ritorno al passato glorioso della Francia.

Una carriera divisiva: tra trionfi elettorali e polemiche infuocate

Il picco della sua carriera arrivò nel 2002, quando, contro ogni previsione, Jean-Marie Le Pen arrivò al secondo turno delle elezioni presidenziali, battendo il socialista Lionel Jospin e affrontando Jacques Chirac. Un trionfo che fece tremare l’establishment politico francese e segnò una delle campagne più tumultuose della storia del paese. Tuttavia, come da tradizione, l’intero fronte politico si unì per sconfiggere Le Pen, e il risultato fu una netta sconfitta, ma quella tornata elettorale restò memorabile.

Tuttavia, la sua figura rimase sempre divisiva. Considerato dai suoi oppositori come razzista, xenofobo e antisemita, Le Pen era visto dai suoi sostenitori come un oratore capace di mescolare erudizione e provocazioni. Dalle sue dichiarazioni sulle camere a gas naziste, che definì un “dettaglio” della Seconda guerra mondiale, a posizioni durissime contro gli immigrati e le minoranze, Le Pen non smise mai di far parlare di sé. Nel 2015, le sue ripetute affermazioni antisemite portarono alla sua espulsione dal Front National. Sua figlia Marine ereditò il partito, ora rinominato Rassemblement National, trasformandolo in una delle principali forze politiche del paese. Questo rinnovamento segnò una frattura significativa, sia a livello familiare sia politico, poiché Marine cercò di distanziarsi dall’immagine controversa del fondatore.

L’incidente di Marine Le Pen

Nel frattempo, la figlia Marine è stata coinvolta in un incidente che, seppur definito di “lieve entità” dal suo entourage, ha attirato l’attenzione dei media. La leader dell’estrema destra francese, mentre visitava Mayotte, un arcipelago recentemente devastato dal ciclone Chido, ha visto la barca su cui viaggiava scontrarsi con una chiatta in arrivo. L’incidente ha causato una decina feriti, ma la leader del RN è rimasta illesa e subito evacuata dalle forze di polizia. Ha saputo della morte del padre durante uno scalo a Nairobi.

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