Nel dividend day, Cnh Industrial crolla in Borsa. A metà mattinata il titolo si piazza in fondo al Ftse Mib, cedendo oltre il 5% a 12,66 euro. A pesare sulla performance delle azioni della società della famiglia Agnelli non è tanto l’effetto cedola (pari a 11 centesimi con un peso di circa 1% sulla caduta del titolo), quanto l’annuncio relativo allo stop delle trattative con il colosso cinese Faw per la cessione di Iveco e di altri Asset. Una battuta d’arresto che non è piaciuta al mercato.
Il 18 aprile, Cnh ha comunicato di aver interrotto i negoziati con il gruppo cinese per la possibile vendita dell’attività On-Highway, sottolineando che il management continuerà a lavorare per effettuare lo spin-off di tali asset a inizio 2022. In base alle indiscrezioni tra le valutazioni che i due gruppi hanno assegnato a Iveco ci sarebbe stata troppa distanza. Si parla inoltre di difficoltà nella definizione del perimetro dell’operazione e anche del rischio golden power, soprattutto dopo le recenti dichiarazioni espresse anche dal ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, che non a caso ha manifestato soddisfazione per la decisione del gruppo. “Accogliamo con favore e valutiamo positivamente la notizia. Il governo italiano ha seguito con attenzione e attiva discrezione tutta la vicenda perché ritiene la produzione di mezzi pesanti su gomma di interesse strategico nazionale. Il Mise, a questo punto, è pronto a sedersi al tavolo per intervenire per tutelare e mantenere questa produzione in Italia”, ha commentato il ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti. “Il tavolo sarà convocato al più presto”, ha aggiunto la viceministra allo Sviluppo Economico, Alessandra Todde, che aveva seguito la vicenda Iveco nel precedente governo. Soddisfatti anche i sindacati.
Soddisfatti anche i sindacati: ”Accogliamo la notizia con sollievo, tanto più che i volumi produttivi di Iveco sembrano essere in generale ripresa e quindi siamo fiduciosi che questa storica azienda italiana possa andare avanti con le proprie forze”, ha affermato Gianluca Ficco, segretario nazionale della Uilm. “Ora bisogna dare certezze. È necessaria la convocazione urgente presso il Mise per dare prospettive occupazionali attraverso l’implementazione del piano industriale fondato sull’innovazione tecnologica”, ha aggiunto Michele De Palma, segretario nazionale Fiom-Cgil.
Ad accogliere positivamente la marcia indietro di Cnh è stato anche il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire, forte del fatto che Cnh controlla il costruttore transalpino di autobus Heuliez.
Secondo gli analisti di Equita però la mancata cessione è”’un evento negativo”, anche se le stime sul futuro dell’azienda rimangono positive. “Del resto nelle ultime settimane le azioni si erano infiammate proprio nell’attesa di una eventuale cessione della divisione On-Highway. Da fine ottobre a venerdì scorso le quotazioni sono praticamente raddoppiate, salendo da 6,62 a 12,65 euro per azione. La corsa era però rallentata nell’ultimo periodo dopo che Giorgetti era sceso in campo minacciando l’esercizio del golden power.
“Riteniamo che l’inevitabile debolezza del titolo di oggi sia un’occasione di acquisto in quanto Cnh effettuera’ lo spin-off del business on-highway (Iveco+FPT), che comunque rappresenta un catalyst per rimuovere lo sconto holding”, hanno sottolineato gli esperti di Equita ricordando tra l’altro che il business legato all’agricoltura ha mostrato evidenti segnali di ripresa e anche il segmento commerciale e’ in fase di recupero. Per Equita le azioni Cnh hanno un giusto valore a 15 euro.