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Iveco prende il volo in Borsa: i pretendenti per il ramo Difesa si moltiplicano. Sul tavolo 750 milioni

Ufficio Stampa Iveco

Come il miele attira le api, il ramo difesa di Iveco, in un momento storico per il riarmo dell’Europa che vuole emanciparsi dagli Stati Uniti, attira molti pretendenti. Il via alla competizione tra gli interessati a Iveco Defense, il gioiello del gruppo controllato da Exor, è stato dato ufficilamente lo scorso febbario da Olof Persson, amministratore delegato di Iveco quando ha confermato di voler separare nel corso del 2025 il business Difesa, che comprende i marchi Idv e Astra e le relative attività, attraverso uno spin-off.

Il valore di Iveco Defence Vehicles (Idv) non è di poco conto: gli analisti lo stimano tra 750 milioni e 1 miliardo di euro, e l’interesse da parte di potenziali acquirenti è concreto.

Nei giorni scorsi lo stesso governo italiano si era dimostrato favorevole a che si facesse avanti Leonardo, sebbene rimanga “da superare lo scoglio del prezzo”. Ma anche oltralpe si stanno facendo avanti altri pretendenti che però potrebbero alimentare altri problemi sul piano politico rispetto all’opzione-Leonardo. Si tratta dell’alleanza franco-tedesca Knds, il gruppo ceco Csg e il big britannico Bae Systems, secondo il Corriere della Sera.

Il titolo Iveco a Piazza Sffari vola: in tarda mattinata quota 16,915 euro in rialzo del 4,67%, dopoo un massimo stamane a 17,225 euro. Negli ultimi sei mesi il tiutolo ha guadagnato oltre l’85%.

Nel dettaglio il quotidiano dice che a farsi avanti ci sarebbe Knds, una alleanza franco-tedesca, che avrebbe fatto un primo sondaggio, ma al momento appare politicamente e industrialmente poco praticabile. Poi ci sarebbe il gruppo ceco Csg, già presente in Italia con l’80% della bresciana Armi Perazzi. Questo gruppo opera nel mondo militare producendo sistemi per la difesa, veicoli, munizioni, componenti per treni e sistemi per il controllo del traffico aereo. Websim dice che negli ultimi 12 mesi, il business di CSG era essenzialmente diviso a metà (51%/49%) tra player NATO e player Non-NATO e che il suo indebitamento netto è pari a circa 800 milioni, vale a dire 0.9 volte l’EBITDA: l’acquisizione di IDV porterebbe il net debt/EBITDA a circa 2 volte.

Infine c’è l’inglese Bae Systems che ha due collaborazioni con Leonardo (azionista del produttore di missili Mbda e partner di Gcap per i caccia di sesta generazione).

Per gli analisti l’opzione-Leonardo resta la più credibile

Dal punto di vista industriale, secondo Intermonte, i nomi citati nell’articolo “hanno un senso in quanto operanti in campo militare, ma ogni giudizio dovrà tenere conto dell’aspetto politico che in questo momento appare particolarmente delicato, sensibile e non ideale per almeno due player sui tre citati (Knds e CSG)”. Per gli analisti, la Jv tra Leonardo e Rheinmetall è “ancora il player più credibile” a rilevare la divisione Defence. Anche per Equita l’opzione Leonardo resta “la più probabile in quanto gradita dal governo italiano (non rischiando quindi l’esercizio del golden power) e permettendo di sfruttare sinergie dal punto di vista industriale”. Per il gruppo guidato da Roberto Cingolani, “il deal potrebbe rivelarsi caro, ma lo sforzo finanziario sarebbe condiviso con Rheinmetall e riteniamo sia giustificabile dalle sinergie industriali”, scrive Equita che conferma raccomandazione Hold e target price a 46,5 euro. Per Iveco “confermiamo che lo spin-off/cessione di idv rappresenti un catalyst positivo”. La raccomandazione di Equita è “buy” con target price a 17 euro, mentre quella di Intermonte è “Neutral” con prezzo a 15,4 euro.

Molti sono gli ambiti in cui Leonardo potrebbe brillare ulterioment: in ambito spaziale con la partnership strategica tra Leonardo e Thales per la Space Alliance e alla partecipazione industriale di Leonardo in Avio, con MBDA, il principale consorzio europeo costruttore di missili e tecnologie per la difesa al quale partecipa Leonardo, la recente partnership con Baykar sui droni, la joint venture con Rheinmetall.

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