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Iva: “Rimodulazione a saldo zero contro l’evasione”

Il ministro dell’Economia Gualtieri ribadisce l’importanza dell’operazione per incentivare i pagamenti digitali -La precisazione sul “gettito zero” potrebbe convincere Renzi – Confindustria presenta le previsioni del CsC: “Crescita zero, serve una svolta sul 2020”

Iva: “Rimodulazione a saldo zero contro l’evasione”

La partita sull’Iva non è chiusa. Il Governo sta pensando ancora di rimodulare l’imposta con una serie di aumenti e di riduzioni che incentivino i pagamenti digitali, così da ridurre l’evasione. Ad esempio: un punto di Iva in più per chi paga in contanti, tre in meno per chi usa la carta. La novità è che questa operazione potrebbe avvenire a saldo zero, cioè senza prevedere alcun aggravio fiscale per i contribuenti. Tanto entra, tanto esce, ma lo Stato ci guadagnerebbe comunque per l’aumento di gettito connesso all’emersione dei pagamenti in nero. In questo modo si dovrebbero superare anche le resistenze di Matteo Renzi, che finora si è opposto a ogni ipotesi di ritocco dell’Iva, specificando però di non essere contrario a una revisione che non comporti un aumento della pressione fiscale.

Che questa strada sia percorribile lo ha suggerito oggi il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri. Nel suo intervento al convegno del Centro Studi di Confindustria, il numero uno del Tesoro ha ribadito che il Governo vede “aspetti positivi in termini di ridistribuzione dei redditi da una limitata rimodulazione Iva, magari a gettito zero, che può avere una funzione redistribuiva positiva e supportare la transazione del nostro sistema dei pagamenti verso il digitale”.

Il rapporto del CsC prevede due scenari per il Pil italiano 2020 in relazione all’Iva: crescita zero in caso di mancata disattivazione delle clausole di salvaguardia e crescita debole in caso di sterilizzazione degli aumenti in deficit.

Secondo Gualtieri, però, entrambe le ipotesi sono da considerarsi scongiurate, perché, “fortunatamente e positivamente”, la recente Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza “prevede di disattivare completamente le clausole Iva, ma non integralmente in deficit e mettendo il debito in un trend discendente”.

Il Centro studi di Confindustria ritiene che i conti pubblici italiani siano migliori “di quanto indicato nella NaDef” – nonostante l’economia sia ferma da oltre un anno – ma avverte anche che il Paese “è ancora sulla soglia della crescita zero” e “rischia di cadere in recessione in caso di nuovi shock”.

Per questa ragione, gli industriali chiedono una svolta nel 2020 e propongono di ampliare la platea dei beneficiari del bonus di 80 euro ai lavoratori incapienti e di intervenire sull’Irpef allineando i primi due scaglioni. Stando alle ultime indiscrezioni, tuttavia, il Governo starebbe valutando un’ipotesi alternativa per il futuro del bonus da 80 euro.

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