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Ius soli, si riapre la partita? Caccia a 4 voti

Ius soli, la partita si riapre? Dopo lo sciopero della fame annunciato dal ministro Delrio, sembra che il dibattito sulla riforma del diritto di cittadinanza concesso agli stranieri nati in Italia si stia riaprendo, con qualche spiraglio di riuscita, impronosticabile fino a solo qualche ora fa. Il nodo è sempre il Senato, ma ora sarebbero 157 i senatori favorevoli alla legge sulla cittadinanza, un numero molto vicino ai 161 della maggioranza assoluta e sufficiente a far passare i provvedimenti nell’Aula di Palazzo Madama.

Il dato emerge dal lavoro “sotto traccia” portato avanti da alcuni parlamentari. “Noi non molliamo, siamo ottimisti”, ha dichiarato il capogruppo Pd Luigi Zanda. Anche se ha subito frenato Ap, con l’esponente Valentina Castaldini che ha detto: “Non usciremo mai dall’Aula e non voteremo la fiducia”. La Castaldini ribadisce dunque la linea già delineata dal coordinatore nazionale di Alternativa popolare, Maurizio Lupi: “Non voteremo mai la fiducia posta su un tema così delicato e che non è nel programma di governo, né usciremo dall’Aula. Noi vogliamo che in questo percorso sia coinvolta la famiglia, che deve sottoscrivere l’adesione ai valori della Costituzione e richiedere espressamente la cittadinanza per il figlio nato in Italia. Di questo vogliamo che si parli, che in Senato si discuta in modo approfondito”.

Nella quota 157 ipotizzata da alcune ricostruzioni sono compresi anche blocchi politici, fra cui Pd, senatori di Sinistra italiana, i bersanian-dalemiani di Mdp e i socialisti del gruppo Misto. E poi ci sono i verdiniani di Ala, che potrebbero essere determinanti: “Tutti dicono che puzziamo ma alla fine il gruppo di Ala è il campione dei diritti civili”, ha affermato ironicamente Riccardo Mazzoni, senatore verdiniano che avrebbe trovato nove-dieci voti in grado di compensare le perdite che arriveranno da Alternativa popolare. “I numeri ci sono”, ha aggiunto Mazzoni.

Mentre monitora giorno per giorno l’elenco dei potenziali “sì”, Zanda ha dichiarato di non escludere l’ipotesi di un voto senza fiducia. Come muoversi allora? Quali gli scenari possibili? A rispondere è ancora una volta Mazzoni: “Rimbalzare la legge a Montecitorio significherebbe allungare la legislatura di un mese, quello di gennaio. Potrebbe ingolosire molti”. Apportare delle correzioni al testo configurerebbe però un più che probabile stallo, visti gli 8.000 emendamenti presentati dalla Lega. “Se rimandiamo la cittadinanza alla prossima legislatura, la legge non si farà mai più”, ha sentenziato ancora il senatore verdiniano.

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Categories: Politica