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Ius soli, Gentiloni: “Fare presto”

Secondo il Presidente del Consiglio, “la via contro la radicalizzazione non è la costruzione di muri, ma quella del dialogo e l’inclusione” – Anche per il ministro dell’Interno Minniti “un paese ben integrato è un paese più sicuro”

Ius soli, Gentiloni: “Fare presto”

“È arrivato il tempo di poter considerare a tutti gli effetti questi bambini come cittadini italiani. Glielo dobbiamo, è un atto doveroso e di civiltà. Mi auguro che il Parlamento lo faccia presto nelle prossime settimane”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, a proposito della legge sullo ius soli, che permetterebbe a chiunque nasca sul territorio del nostro Paese di essere riconosciuto come cittadino italiano.

“Questa legge non riguarda solo il diritto di questi bambini, ma interessa anche la sicurezza del nostro Paese – ha continuato Gentiloni – la via contro la radicalizzazione non è la costruzione di muri, ma quella del dialogo e l’inclusione. C’è una parte dell’opinione pubblica italiana che guarda con diffidenza a questa decisione: non dobbiamo fare finta che non ci sia. Diventando cittadini italiani si acquisiscono dei diritti, ma anche dei doveri. Non sottovalutiamo l’importanza della nostra cultura e della nostra identità”.

Anche il ministro dell’Interno, Marco Minniti, in un’intervista a Repubblica ha sottolineato che “su questo tema dello ius soli si gioca un tema cruciale. Si gioca la partita dell’immigrazione. C’è chi dice immigrazione è uguale a terrorismo, ma è un’equazione sbagliata. C’è invece un rapporto tra terrorismo e integrazione. Un paese ben integrato è un paese più sicuro. Quelli che chiudono le porte, credetemi, sono cattivi maestri e i cattivi maestri non vanno seguiti. Questi sono bambini italiani: pensano in italiano, parlano italiano, vanno a scuola in Italia, tifano per squadre italiane: cosa c’entra tutto questo con la paura?”.

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