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Italicum, stasera il voto finale alla Camera: o diventa legge o il Governo va in crisi

In vista del voto finale di oggi alla Camera sulla nuova legge elettorale il premier Renzi va all’attacco: “Dopo tanti dibattiti è il momento di decidere: possono mandarci a casa, ma non fermarci” – O l’Italicum diventa legge o il Governo va in crisi – Il premier risponde anche alle contestazioni della “Buona scuola”: “Se passa 100 mila insegnanti assunti”.

Italicum, stasera il voto finale alla Camera: o diventa legge o il Governo va in crisi

In vista del voto finale di stasera alla Camera sull’Italicum, ma anche delle elezioni regionali di fine maggio, Matteo Renzi parte all’attacco. E, nel suo tour tra il Veneto e l’Emilia, non le manda a dire: “Dopo tanti dibattiti è il momento di decidere: possono mandarci a casa, ma non fermarci” dice il Presidente-segretario in relazione al voto sull’Italicum che o diventa definitivamente legge fra poche ore o manda in crisi il Governo. Ma più in generale anche sulla sorte delle riforme.

Renzi è perfettamente consapevole della posta in gioco e sa benissimo che il voto finale dell’aula di Montecitorio sulla nuova legge elettorale è decisivo per la vita del suo Governo ma non è tipo da farsi imbrigliare in estenuanti mediazioni, che ormai sarebbero fuori tempo massimo e va decisamente all’attacco: “Sono qui per cambiare l’Italia e, se non ci riesco, è giusto andare a casa: non ci fermeremo a centri metri dal traguardo”.

Il premier pensa principalmente all’Italicum, che è il test è più vicino e più rilevante dal punto di vista politico, ma non perde di vista le altre sfide, a partire dalla quella sulla “Buona scuola”: “Siamo il primo Governo che assume 100 mila insegnanti e manda in soffitta il precariato e i sindacati fanno sciopero: mi viene da ridere” commenta amaramente.

In realtà sulla scuola Renzi si è detto disponibile al confronto e, se necessario, anche ad apportare cambiamenti al testo originario della riforma ma alza il tiro sui suoi contestatori, anche se annidati dentro il Pd o nella Cgil: “Se passa il ddl sulla Buona scuola, 100 mila insegnanti saranno assunti, se non passa continuerete a fischiare: questa è la differenza e non consentiremo a nessuno di negare la realtà”.

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