La riforma elettorale fa un sostanziale e definitivo passo avanti al Senato. L’assemblea di Palazzo Madama ha infatti approvato con 170 voti a favore, 110 contrari e 2 astenuti, l’emendamento presentato dal senatore Pd Esposito e sostenuto dalla maggioranza. Si tratta del cosiddetto super-canguro: una modifica che riprende tutti i punti chiave della riforma e che rende di fatto inammissibili tutti i 44 mila emendamenti e sub-emendamenti presentati dalle varie opposizioni al testo che si avvia così alla definitiva approvazione.
In mattinata era stato bocciato l’emendamento Gotor (minoranza Pd) che proponeva di alzare al 70% la quota dei seggi assegnata con le preferenze.
Le votazioni sono avvenute dopo che un nuovo patto tra il premier e segretario del Pd Matteo Renzi e il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, aveva blindato la riforma elettorale dai tentativi di modifica portati avanti dalle minoranze sia del Pd che di Fi.
Ecco i punti fondamentali della riforma: premio di maggioranza alla lista vincitrice (fino a 340 seggi) e non alla coalizione; il premio viene assegnato alla lista che vince con almento il 40% dei voti al primo turno oppure a chi, fra le prime due liste vincitrici, supera il successivo ballottaggio; la soglia di sbarramento è fissata al 3% a livello nazionale; i capilista sono bloccati ma se il partito conquista più d’un seggio allora gli altri candidati sono scelti in base al voto e di preferenza; il nuovo testo entrerà in vigore a decorrere dal 1° luglio 2016.